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Ragazze investite a Roma, i testimoni: “L'auto viaggiava a velocità sostenuta”

Lazio

Il 20enne si trova agli arresti domiciliari da ieri con l'accusa di omicidio stradale plurimo per avere investito e ucciso Gaia e Camilla, la notte tra sabato e domenica in corso Francia 

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È stato fissato per il 2 gennaio l'interrogatorio di garanzia per Pietro Genovese, il 20enne agli arresti domiciliari da ieri con l'accusa di omicidio stradale plurimo per avere investito e ucciso, la notte tra sabato e domenica Gaia e Camilla, di 16 anni, in Corso Francia a Roma. L'interrogatorio si svolgerà davanti al Gip, Bernadette Nicotra. Secondo quanto riportato da alcuni testimoni, l'auto guidata dal giovane viaggiava a “velocità sostenuta”.

I funerali e il ricordo di Camilla e Gaia

Questa mattina si sono svolti i funerali delle due ragazze, tanti i giovani che hanno riempito la parrocchia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore in via Flaminia, per i funerali della due ragazze. Decine le corone di fiori portate in ricordo delle due amiche. A Collina Fleming le serrande dei negozi sono rimaste abbassate, in segno di lutto, durante la funzione. Al termine, un applauso ha salutato le bare bianche. Sul luogo dell'incidente è stato affisso uno striscione con la scritta "Ciao Angeli". (VIDEOFOTO)

L'incidente

Camilla e Gaia, la notte dell'incidente si trovavano in corso Francia, nella zona di Ponte Milvio, quando, dopo la mezzanotte, sono state investite da un suv mentre attraversavano la strada. Alla guida dell’auto c'era Genovese, figlio del regista Paolo. Il ragazzo si è fermato subito dopo lo schianto e, in lacrime, ha atteso l’arrivo dell’ambulanza. Il 20enne era stato a una cena e poi si era messo alla guida, diretto a una festa. Il giovane sostiene di essere passato con il verde e di non avere visto le due ragazze, ma aveva un tasso alcolemico pari a 1,4 grammi per litro.

I dati delle indagini

Dalle carte dell'indagine emergono alcuni dettagli. Genovese stava correndo troppo e aveva un tasso alcolemico superiore al consentito. Le ragazze, però, hanno attraversato la strada con il semaforo rosso, tenendo "una condotta - scrive il Gip - vietata, incautamente spericolata, così concorrendo alla causazione del sinistro mortale". Nell'ordinanza il gip cita una serie di testimoni che concordano sul fatto che la velocità dell'auto guidata da Genovese, a bordo della quale c'erano due passeggeri, "era sostenuta", superiore ai 50 km orari. Nel provvedimento il giudice afferma inoltre che nell'incidente ha influito anche "un'illuminazione della strada 'colposamente' insufficiente".

Le parole del Gip

"Una velocità prudenziale e una condizione di sobrietà in rapporto alla prossimità di un attraversamento semaforico - afferma il giudice - all'insistenza di un affollato agglomerato urbano, di locali notturni assai frequentati soprattutto di‪ sabato sera‬, di un asfalto bagnato per causa della pioggia, di una scarsa visibilità per causa di illuminazione 'colposamente' insufficiente, avrebbe, con ogni probabilità, permesso all'indagato di meglio controllare il veicolo mettendo in atto manovre di emergenza per arrestarlo davanti a ostacoli prevedibili".