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Caso Orlandi, Vaticano: “Nessun osso successivo a fine 1800”

Lazio

E’ quanto comunica la sala stampa vaticana a proposito dei reperti rilevati nel Campo santo del Collegio teutonico 

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"Nel corso degli accertamenti di antropologia forense, il prof. Arcudi non ha riscontrato alcuna struttura ossea che risalga ad epoca successiva alla fine del 1800". Così una nota della sala stampa vaticana sulle verifiche negli ossari del Collegio teutonico, disposte nell'ambito delle incombenze istruttorie sul caso di Emanuela Orlandi, scomparsa nel 1983. Il consulente di parte della famiglia Orlandi ha chiesto "accertamenti di laboratorio su circa 70 reperti ossei; il Prof. Arcudi e la sua équipe non hanno avallato la richiesta perché le medesime strutture ossee hanno caratteri di datazione molto antichi".

Completata l'analisi dei reperti

"I campioni sono stati repertati e trattenuti presso il Comando della Gendarmeria a disposizione del Promotore di Giustizia", spiega il comunicato della sala stampa vaticana. Le operazioni di analisi, riprese questa mattina alle 9.15, si sono concluse "alle ore 12.30". "Il prof. Giovanni Arcudi coadiuvato dal suo staff, alla presenza del perito di fiducia nominato dalla Famiglia Orlandi - prosegue la nota - ha completato l'analisi morfologica dei reperti ritrovati negli ossari (diverse centinaia di strutture ossee parzialmente integre e migliaia di frammenti)".

Vaticano: "Ricerca della verità è nell'interesse della Santa Sede"

La Santa Sede ribadisce "la propria volontà di ricerca della verità sulla vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi e smentisce categoricamente che questo atteggiamento di piena collaborazione e trasparenza possa in alcun modo significare, come da alcuni talvolta affermato, una ammissione implicita di responsabilità". "La ricerca della verità - sottolinea il comunicato - è interesse della Santa Sede e della famiglia Orlandi. La trasparente volontà della Santa Sede è peraltro già emersa, oltre che nelle indagini e negli esami in corso al Campo Santo Teutonico, in quelle effettuate dalle autorità italiane, a seguito di una segnalazione della Gendarmeria Vaticana, nella sede della Nunziatura in Italia, a Villa Giorgina, per le quali è stata comunicata, in data 3 luglio, la richiesta di archiviazione da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma".