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Tesserato al Pd mentre era in coma, la denuncia della moglie: "Ci siamo sentiti usati"

Politica
©IPA/Fotogramma

Il caso ha coinvolto Giovanni Mista, residente a San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino. La donna al Corriere del Mezzogiorno: "Non so chi ha firmato e pagato la quota della tessera, ma qualcuno a nostra insaputa, per proprio tornaconto politico, ha utilizzato i suoi dati". I dem fanno sapere di aver avviato verifiche. Dal Comune filtra un'indiscrezione secondo cui potrebbe esserci un caso di omonimia

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Tesserato Pd a sua insaputa e, per giunta, mentre era in coma all'ospedale: "ad essere iscritto senza che ne sapesse nulla - si legge sul Corriere del Mezzogiorno - è un uomo che è rimasto ricoverato per lungo tempo in ospedale, Giovanni Mista. A denunciare il fatto è la moglie, residente nel comune di San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino". Episodio surreale per residente nel comune di San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino. L'uomo, che si chiama Giovanni Mista, sarebbe stato tesserato al Partito democratico mentre si trovava in coma. A rivelare l’accaduto è il Corriere del Mezzogiorno, che riporta la denuncia della moglie.

 

 

La moglie: "Due mesi in coma per un attacco cerebrale"

"Mio marito - ha raccontato la donna - non ha potuto firmare la tessera Pd, perché era ricoverato in ospedale. È stato ben due mesi in coma per un attacco celebrale, poi trasferito in una clinica riabilitativa. Non so chi ha firmato e pagato la quota della tessera, ma qualcuno a nostra insaputa, per proprio tornaconto politico, ha utilizzato i suoi dati per sottoscrivere la tessera". Poi ha aggiunto: "Appresa la notizia per caso, ho voluto delle spiegazioni, perché mi sembrava il minimo in una situazione così paradossale. Ho chiesto delucidazioni al segretario del circolo Pd, che dopo avermi confermato che mio marito era tesserato, mi ha detto prima che il nome era stato fatto dal sindaco, salvo poi ritrattare dopo pochi minuti sostenendo che i nomi erano stati prelevati dalle liste degli anni precedenti, seppur senza alcuna espressione di volontà o adesione". 

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"Ci siamo sentiti usati"

"Quando ho insistito per capire chi avesse avesse deciso di inserire il nome di mio marito, mi è stato chiesto di chiudere in modo amichevole la vicenda con una telefonata di scuse per quanto avvenuto. Ma io non so che farmene delle scuse, perché sono entrati nella mia sfera privata", ha proseguito la moglie. "Ci siamo sentiti usati", ha sottolineato ancora la donna nel suo sfogo, riportato dal Corriere. "Loro pensavano - ha continuato - di essere tranquilli perché mio marito non poteva chiedere spiegazioni. Ritenevano di avere la strada libera perché sono straniera e perché pensavano che non mi sarei interessata della vicenda. Ma non è assolutamente così. Ho chiesto chiarezza per difendere la libertà di espressione di mio marito, ma ancora oggi i chiarimenti non sono arrivati". 

La Segretaria del PD Elly Schlein in occasione dell Assemblea Nazionale del Partito Democratico
Roma, 14 dicembre 2024. 
ANSA/FABIO CIMAGLIA

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La denuncia: "Altre persone ignare di essere iscritte al Pd"

Sempre secondo il Corriere del Mezzogiorno, oltre al caso di Giovanni Mista "ci sarebbero anche altre persone ignare di essere intestatarie di una tessera del Pd". "Quello di mio marito - ha concluso infatti la moglie- non è un caso isolato. Anche una mia amica è stata iscritta assieme ai suoi due fratelli, a sua insaputa. E non solo. Credo che ormai siamo alla frutta, perché per interesse politico non ci si ferma nemmeno di fronte alle difficoltà gravi di una famiglia. Nel nostro caso è già la seconda volta. Lo volevano far assumere come operaio interinale, mentre lui era in coma, forse per lavarsi la coscienza". 

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Il Pd: "Stiamo verificando". Non si esclude caso di omonimia

La sezione del Partito democratico di San Martino Valle Caudina ha annunciato che intende "fare chiarezza" sul tesseramento di Giovanni Mista e che sta verificando. Il sindaco Pd di San Martino Valle Caudina, Pasquale Pisano, per ora non rilascia dichiarazioni in attesa degli accertamenti. Dal Comune filtra però una indiscrezione secondo cui quello di Mista, peraltro padre di un assessore della giunta Pisano, potrebbe essere un caso di omonimia.