Diventata legge con il voto post-seduta fiume, il ddl Calderoli approderà ora sulla scrivania del presidente della Repubblica per il consueto vaglio prima di essere pubblicata in Gazzetta ufficiale e Mattarella, che certamente non si fa tirare per la giacca da nessuna delle parti in causa, analizzerà a fondo il provvedimento. Ma le polemiche non si placano
In risposta al tripudio manifestato alla Camera dai parlamentari leghisti di fronte al via libera dell'Aula all'autonomia differenziata, sono scese in campo alcune regioni del Sud, strette in un 'fronte' meridionale che rischia di aprirsi anche nella maggioranza. Diventata legge con il voto post-seduta fiume, il ddl Calderoli approderà ora sulla scrivania del presidente della Repubblica per il consueto vaglio prima di essere pubblicata in Gazzetta ufficiale e Mattarella, che certamente non si fa tirare per la giacca da nessuna delle parti in causa, analizzerà a fondo il provvedimento.
Mentre l’iter va avanti, non si placa però il dibattito politico. "Mi sembra che per il modo in cui si è proceduto all'approvazione di questa riforma, di notte e di fretta, sia sempre più una bandierina da dare ad una forza politica", ha dichiarato Roberto Occhiuto, governatore azzurro della Calabria, tirando così in ballo la Lega, alzando il volume alla 'voce meridionale' dentro alla maggioranza e sollevando perplessità - a pochi giorni dai ballottaggi - anche sul possibile boomerang elettorale per il centrodestra. E se da una parte il centrodestra difende insieme al governo la riforma, le opposizioni sono compatte e pronte a dare battaglia fuori dal Palazzo, lanciando il referendum abrogativo della "legge spacca Italia" che "aumenta le diseguaglianze tra i territori".
Il dibattito politico
Il M5s va oltre e si rivolge direttamente a Sergio Mattarella chiedendo con i capigruppo al Senato e alla Camera - Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri - al presidente della Repubblica di rinviare la riforma alle Camere. Intanto, nel partito azzurro il dibattito sul ddl Calderoli rimane acceso. "Tutta questa preoccupazione del presidente Occhiuto non la condivido" precisa il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, nonché presidente del Consiglio nazionale di FI sottolineando che "il testo è stato notevolmente migliorato con dei paletti correttivi anche grazie a FI". Sulla stessa linea anche il capogruppo a Palazzo Madama di FI, Maurizio Gasparri. "Al Senato - sottolinea - Forza Italia ha dato un contributo decisivo per migliorare la legge sull'Autonomia e introdurre meccanismi di garanzia per il Sud. L'ho precisato in questi giorni e lo ribadisce giustamente il senatore Mario Occhiuto, che fece in Aula a nome del gruppo del Senato di Forza Italia la dichiarazione di voto a favore del provvedimento, dopo aver dato un essenziale contributo al suo miglioramento". Il testo votato dopo la seduta fiume ricompatta le opposizioni che, oltre al referendum abrogativo, rilanciano un documento dell'Ue. "L'ufficio studi dell'Unione europea - sostiene Angelo Bonelli di Avs - ha bocciato l'Autonomia differenziata, confermando quanto abbiamo sempre sostenuto: questa riforma non solo aumenterà le disuguaglianze sociali, ma comporterà anche costi più elevati per il settore pubblico rispetto a quello privato. È inaccettabile che il governo Meloni, in un vero e proprio mercimonio con Salvini, abbia svenduto il Sud Italia in cambio del premierato. La premier si fermi". Ora che l'autonomia è legge, le regioni del Nord, amministrate dal centrodestra, con in testa Veneto e la Lombardia, premono per acquisire le nuove competenze che fino ad oggi la Costituzione assegnava allo Stato.