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Il campo largo e il sacro Graal della sinistra

Politica

Massimo Leoni

Dopo le elezioni in Sardegna, il sondaggio Quorum/YouTrend per Sky TG24 mostra la voglia di unità a sinistra. Per ora degli elettori. Poi, chissà…

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È illuminante l’ultimo sondaggio di Quorum/YouTrend per Sky TG24. Ci dice cosa hanno significato – e cosa non hanno significato – le elezioni in Sardegna. La prima volta dopo anni che il centrodestra perde in una regione in cui governava è un risultato certo importante, pur se inquinato da alcuni elementi di disturbo, che avevamo già mostrato in questo spazio prima dell’apertura dei seggi. La possibilità che le tensioni interne al centrodestra avessero contribuito alla scelta di un candidato debole, che avrebbe provocato comportamenti contradditori alle urne (leggi voto disgiunto). La candidatura di Renato Soru ha disturbato dall’altra parte, impedendo un risultato più rotondo. E non è servita a lui, escluso da qualsiasi organo di rappresentanza.

La durata del governo, secondo chi lo ha votato

A fronte di questa complicata situazione, nel sondaggio gli elettori di Fratelli d’Italia minimizzano l’impatto del risultato sul governo. Secondo l’83% di loro, l’esecutivo andrà avanti l’intera legislatura. Molto meno scontata però è l’opinione di chi ha votato gli altri partiti della maggioranza (Forza Italia, Lega e Noi Moderati). Il 21% di loro pensa che no, il governo non durerà. Non è una percentuale irrilevante e chissà se riveli più un desiderio che una previsione. Complicato – forse più complicato – decifrare il quadro delle opinioni che riguardano l’opposizione.

Le contraddizioni del campo largo

Contradditorio il fatto che il Pd sia considerato partito più affidabile dei Cinquestelle ma che – allo stesso tempo – Giuseppe Conte sia il leader di partito che gode della maggior fiducia degli italiani, staccando Elly Schlein di 10 punti. Anche qui, distacco tutt’altro che irrilevante. Anche perché si parla molto – specie dopo l’affermazione dell’alleanza giallo-rossa in Sardegna – del problema della eventuale leadership di un’opposizione che si presentasse unita alle prossime elezioni politiche. Problema da non sottovalutare.

Il nodo della leadership

Più di qualcuno – osservando i comportamenti dei protagonisti, di Conte in particolare – ritiene che la questione leadership non sia un problema da risolvere dopo l’accordo sul campo largo, ma che sia fondativa di quell’accordo. Per essere più chiari: difficilmente Conte sottoscriverebbe un patto nel quale non sia lui il candidato premier. Quel che è certo è che una maggioranza importante degli elettori di Pd e Cinquestelle (il 65%) vuole quell’alleanza. E non è una novità. Nelle campagne elettorali di Romano Prodi, per l’Ulivo prima, per l’Unione poi, il coro “U- ni- tà - u-ni-tà” era immancabile. Il sacro Graal della sinistra.

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