Elezioni regionali Sardegna, Truzzu riconosce la sconfitta: "Responsabilità è solo mia"

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Con una ventina di sezioni ancora da scrutinare - lo spoglio verrà completato in tribunale - a vincere è Alessandra Todde. Determinante l'impatto del voto disgiunto: il candidato del centrodestra ha ottenuto meno voti di quelli della sua coalizione. Spicca il risultato a Cagliari: nella città capoluogo, di cui Truzzu è sindaco, ha preso il 35% contro il 53% dell’avversaria

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"Ho chiamato Alessandra Todde per congratularmi, lo scarto è di poche migliaia di voti". Così il candidato del centrodestra Paolo Truzzu ha riconosciuto la sconfitta alle elezioni regionali in Sardegna. "Ho fatto i complimenti a Todde e le ho detto che ci rivedremo in Consiglio regionale. Abbiamo perso davvero per circa duemila voti su 750mila sardi che sono andati a votare. La responsabilità della sconfitta è solo mia", ha aggiunto Truzzu, ieri in silenzio per tutta la giornata. "A Cagliari c'è stato più un voto contro il sottoscritto che per la Todde", ha concluso. Lo scrutinio delle elezioni regionali in Sardegna non è ancora ultimato: restano una ventina di sezioni da scrutinare e lo spoglio verrà completato in tribunale. Nel risultato, però, sembrerebbe essere stato decisivo il voto disgiunto. Truzzu ha infatti ottenuto per ora circa 328 mila voti, mentre le liste che lo sostengono hanno raggiunto quota 333 mila. Mancano quindi all’appello 5mila preferenze tra il suo 45% personale e il quasi 49% della coalizione. Questi elettori hanno scelto un altro candidato presidente (presumibilmente Todde o Soru). Ad esempio Todde ha preso oltre 40 mila preferenze più della coalizione.

Truzzu: "Ho perso io, fattori nazionali non c'entrano"

"Ho mandato un messaggio a Giorgia Meloni. Ma la lettura del voto è semplice: non sono state elezioni influenzate da fattori nazionali e il dato che lo prova è il risultato di Cagliari che, più che votare Todde, ha votato contro di me. Sarebbe bastato avere tre-quattro punti in più per vincere l'intera gara", ha detto Truzzu. "Per questo dico che la responsabilità è mia. Ci sono diverse Sardegna. Abbiamo avuto un grande risultato fuori dai centri urbani. Le cause del voto di Cagliari? Ci sono tanti fattori: voto disgiunto, cantieri".

Truzzu: "Valuteremo ricorso dopo verbale Tribunale"

Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, il giorno dopo la sconfitta per la corsa alla presidenza della Regione, aggiunge: "Ricorso? Adesso non è tempo di parlare di riconteggio dei voti. Quello lo dovrà fare il tribunale. Una volta che vedremo il verbale faremo delle valutazioni. Certo, con uno scarto così ridotto, si può anche pensare di fare ricorso, so che solo a Cagliari ci sono state mille schede nulle, ma ora non è all'ordine del giorno". Poi ha concluso: "Il mio addio da sindaco? Aspettiamo la proclamazione ufficiale. Come già detto, andrò in Consiglio regionale". Il giorno dell'addio non sarà probabilmente domani, giorno di seduta del Consiglio comunale. "Il sentimento è quello di chi non è riuscito a fare comprendere che il sacrificio dei cantieri si stava facendo per il bene di Cagliari- sapevo che c'era malcontento, ma non in queste proporzioni. Ero stato rassicurato anche dai candidati che tastavano il polso alla città. Se parliamo dei cantieri penso che quello che si sta facendo ora nelle strade di Cagliari si capirà solo più avanti: sarà un vantaggio per la città dei prossimi anni".

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Come è andato il voto nelle città

Emerge quindi una distinzione evidente tra il voto delle città, dove il centrosinistra è andato meglio, e quello dei piccoli Comuni, dove il centrodestra ha avuto risultati migliori. Todde ha conquistato Cagliari, Sassari, Quartu Sant’Elena e Nuoro mentre Truzzu vince Olbia, Oristano e Alghero. Il dato simbolico più forte è quello di Cagliari, città dove Truzzu è sindaco uscente. Nel capoluogo regionale Todde è arrivata al 53% mentre il centrodestra si ferma sotto il 35%. Basta pensare che meno di un anno e mezzo fa, alle elezioni politiche, il centrodestra viaggiava intorno al 40%, con FdI oltre il 23%.

I risultati dei partiti

Il Pd è al 13,8%, in linea con le regionali del 2019 (13,5%) mentre il M5s si ferma sotto l’8%, nonostante la candidata Todde sia espressione di questa forza politica. Dall’altra parte, Fratelli d’Italia arretra al 13,6%, mentre alle Politiche il partito di Giorgia Meloni era arrivato al 23,6. La Lega scende al 3,8% e Forza Italia al 6,6%.

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