"Dopo la morte di Navalny non è più concesso alcun margine di ambiguità e di ipocrisia, perché la scelta in campo adesso è veramente chiara: o si sta con la democrazia oppure si sta con l'oppressione", ha detto la presidente di Azione ospite a Start
"Non è la prima volta che Salvini tende a minimizzare le responsabilità del regime russo. Che lo faccia ora, dopo l'orrore della morte di Navalny, della persecuzione che Navalny ha subito, è oggettivamente sorprendente". Lo ha detto Mara Carfagna, presidente di Azione, a Sky TG24 Start. "Non si spiega davvero come Salvini non veda quello che tutto il mondo libero vede, e cioè un uomo che per le sue idee è stato perseguitato e incarcerato, ha subito un tentativo di avvelenamento ed è stato mandato poi a morire in una prigione siberiana. Oggettivamente è sconcertante” ha sottolineato Mara Carfagna. Che ha poi aggiunto: “Dopo la morte di Navalny non è più concesso alcun margine di ambiguità e di ipocrisia, perché la scelta in campo adesso è veramente chiara: o si sta con la democrazia oppure si sta con l'oppressione, con la repressione del dissenso, con la violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.
La fiaccolata di ieri a Roma
"Siamo orgogliosi che ad avere organizzato la fiaccolata in Campidoglio, con la piazza di sostegno e di solidarietà al popolo russo e di vicinanza alla moglie di Alexei Navalny, sia stata Azione con Carlo Calenda” ha ribadito la presidente di Azione. “Quella piazza dimostra il ruolo nello scenario politico italiano di Azione, una forza politica non ideologica, capace di unire altri partiti sui grandi temi della difesa della libertà e della democrazia, intorno agli ideali più alti, cosa che gli estremismi non sono capaci di fare perché riescono a parlare soltanto alle loro opposte tifoserie" ha concluso Mara Carfagna.