Aborto, frasi shock durante convegno alla Camera: “Non è un diritto, neanche dopo stupro”

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Durante la presentazione della rivista Biopoetica, organizzata a Montecitorio con il placet della Lega, è stato ribadito come l’interruzione di gravidanza non sia “un diritto inalienabile, ma vada concepito in senso lato, come quello di uccidere, di rubare, di ferire”. A detta dei relatori, “le donne dovrebbero prendere coscienza dei possibili esiti prima di un rapporto sessuale: se si agisce è necessario accettare le conseguenze”

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“L’aborto perfino nei casi più tragici, come lo stupro, non è mai giusto. Prima di un rapporto sessuale le donne dovrebbero prendere coscienza di tutti i possibili esiti: se si agisce è necessario accettare le conseguenze”. Come ha raccontato Repubblica, le frasi, nero su bianco, sono state riportare sui volantini distribuiti nel corso della presentazione della rivista Biopoetica in una sala della Camera dei deputati: a organizzarlo è stato il Centro studi Machiavelli, su invito della Lega e del deputato salviniano Simone Billi, colui che ha prenotato la sala ma che non era fisicamente presente all’incontro, a causa di un impegno a Strasburgo come membro della Commissione esteri. 

Il fatto

Questi punti, che ribaltano la legge sull’aborto del 1978 e persino lo storico referendum del 1981, sono stati però ribaditi di persona dagli oratori del Centro studi Machiavelli presenti, come il bolognese Marco Malaguti, “articolista e blogger presso varie testate di area sovranista” secondo sua stessa definizione, e Maria Alessandra Varone, dottoranda in Filosofia dell’università Roma Tre. All’interno della rivista viene negato che l’aborto sia un diritto, con parole molto precise: “L’aborto è una soluzione pratica, ma non è sublimabile a diritto inalienabile: non è mai giusto”. Secondo i relatori, come l’eutanasia, “sdoganerebbe anarchia e anomia, simili all’Inferno faustiano”. In particolare, vengono messi in evidenza i diritti del padre, “che sarebbero del tutto esclusi: questo sarebbe sbagliato sotto ogni aspetto, perché sul destino del bambino dovrebbe avere pari diritto decisionale rispetto alla madre”. L’aborto sarebbe “perciò un uso improprio della libertà e della responsabilità, una degenerazione del ruolo materno”.

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Le conseguenze

Per questo, a detta dei relatori, bisogna sempre pensare alle relative conseguenze. Per i relatori, “fatta eccezione dei casi di violenza sessuale, non è possibile credere che prima di un atto sessuale non si immagini nemmeno l’eventualità di un concepimento non desiderato”. Per questa ragione le donne devono prendere coscienza tanto degli esiti quanto delle possibili conseguenze, “che vanno accettate”. Per questo, secondo quanto riportano i relatori, l’aborto sarebbe “un diritto in senso lato, quanto può esserlo quello di uccidere, di rubare, di ferire”.

La replica di Billi

Il caso ha scatenato polemiche e lo stesso Billi ha preso le distanze da quanto emerso durante l'incontro. "Quanto uscito oggi su alcuni mezzi stampa non rappresenta né la mia, né, tanto meno, la posizione del partito. La Lega, da sempre, si è battuta per la libertà di espressione delle donne e quanto riportato è falso. Personalmente credo nella libertà di scelta e, soprattutto, le donne vittime di violenza non possono essere utilizzate e strumentalizzate", ha dichiarato il deputato. Per questo "ribadisco ancora una volta che le donne devono poter decidere autonomamente. Io non ero presente al convegno e, se fossi stato presente, avrei sicuramente portato avanti le mie tesi".

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