Meloni a Zagabria: "No di Schlein ad Atreju? Bertinotti non aveva timore"

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La premier sulla mancata partecipazione della leader dell'opposizione alla festa di FdI: "Un tempo Fausto Bertinotti non aveva timore a presentarsi e a dialogare, con l'orgoglio della diversità delle posizoni. Prendo atto che le cose sono cambiate. Mi sono sempre presentata quando sono stata invitata, e ho aperto agli inviti. I leader che hanno partecipato in questi 25 anni sono stati di tutti gli schieramenti"

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"Sarebbe la prima volta, una delle pochissime volte che qualcuno dice di no. Non mi sento di giudicare, la manifestazione si svolge lo stesso, supereremo". Così Giorgia Meloni, da Zagabria, ha commentato il no di Elly Schlein a partecipare alla festa di Fdi, Atreju. "È un pezzo che non mi occupo di Atreju - ha aggiunto - conoscete la tradizione, è una festa aperta per antonomasia, è stata la prima a immaginare confronti anche fra leader molto diversi. Un tempo Fausto Bertinotti non aveva timore a presentarsi e a dialogare, con l'orgoglio della diversità delle posizioni. Prendo atto che le cose sono cambiate. Mi sono sempre presentata quando sono stata invitata, e ho aperto agli inviti. I leader che hanno partecipato in questi 25 anni sono stati di tutti gli schieramenti, ricordo capi di governo della sinistra, Gentiloni, Letta".

 

L'incontro col premier croato

Giorgia Meloni, ha incontrato a Zagabria il capo del governo croato Andrej Plenkovic. Il suo obiettivo è quello di stringere nuove alleanze per rendere più incisiva la strategia di contenimento dei flussi migratori. Come è accaduto qualche giorno fa con il governo dell'Albania. Forte dell’apertura del cancelliere Olaf Scholz, Giorgia Meloni è determinata ad andare avanti su questa strada. "Penso che sia un accordo molto innovativo, intelligente e mi pare che sia stato colto con molto interesse da parte degli altri partner europei, dipenderà dalla nostra capacità di farlo funzionare nel migliore dei modi. Penso che possa essere un esempio da replicare", ha detto il premier nelle dichiarazioni congiunte al termine del bilaterale.

Il rapporto con la Croazia

"Italia e Croazia nazioni vicine e unite da profondi legami - ha dichiarato la premier-. Sono felice di essere qui a distanza di tanti anni dall'ultima visita di un presidente del Consiglio italiano per valorizzare la nostra amicizia e rilanciare la cooperazione strategica tra i nostri popoli. Lo stato delle relazioni fra Italia e Croazia è eccellente, nonostante l'assenza per 22 anni di un primo ministro italiano. Ora possono anche crescere. Ci sono molti ambiti da rafforzare, alcuni da esplorare, ma c'è una convergenza di chi guarda il mondo dalla stesa angolazione. Utile la cena di ieri sull'agenda strategica, sull'Ue, l'allargamento. Avere l'occasione di parlare in pochi, in una dinamica intima. è molto interessante e proficuo. È un format che mi è piaciuto".  

Patto di stabilità

Sul Patto di Stabilità: "Mi pare che si stiano facendo dei passi in avanti perché ci si sta rendendo conto che il ritorno alle vecchie regole sarebbe esiziale per la nostra economia ma si tratta di passi ancora insufficienti, bisogna lavorare molto e di più. Non c'è un'attuale proposta - spiega Meloni - ce ne sono varie. Se devo impegnarmi a rispettare un patto che non posso rispettare il problema me lo devo porre. Le posizioni che sta portando avanti l'Italia sono più che sensate. Sappiamo che il Pnrr, una volta che lo mettiamo a terra, avrà un moltiplicatore positivo, ma oggi è un impegno e una spesa. Quello che stiamo cercando di fare è una soluzione sostenibile", assicura la premier.

L'intesa con l'Albania

"Un accordo tra due governi ha bisogno di una messa a terra di vario genere, dai trattati internazionali in poi. Sono norme che confronteremo con il Parlamento. Vedo un nervosismo che non comprendo" ha detto ancora Meloni a Zagabria in merito all'intesa con l'Albania. "Se questo accordo funziona bene può diventare anche un modello per altre nazioni -  continua la premier -. Mi dispiace che se c'è qualcuno che vuole dare una mano all'Italia viene trattato da alcuni italiani come un paria. Evidentemente non si ritiene più di sinistra aiutare l'Italia e accogliere i migranti, io voglio ringraziare Rama".

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