Meloni: “Su banche ho deciso io, salario minimo non è soluzione. Non temo autunno caldo”
PoliticaIn un’intervista ai principali quotidiani italiani, la premier si assume la piena responsabilità della decisione sulla tassa per gli extraprofitti delle banche: “La rifarei. È un messaggio che dovevamo mandare. Non c'è alcun intento punitivo nei confronti del sistema bancario”. Sul salario minimo attacca le opposizioni: “La mia impressione è che sul tema si voglia fare politica”. Assicura di non aver “mai pensato a un rimpasto”. E aggiunge: “Penso che gli italiani vedano che il governo sta facendo il massimo”
La tassa sugli extraprofitti delle banche, il salario minimo, le agitazioni dentro il governo, l’autunno che ci aspetta. Sono diversi i temi affrontati dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un’intervista ai principali quotidiani italiani, concessa mentre si trova in vacanza in Puglia.
Meloni sulle banche: “È un'iniziativa che ho assunto io”
“È un'iniziativa che ho assunto io”, ha assicurato Meloni riguardo al provvedimento del governo sugli extraprofitti delle banche. E ha aggiunto: "Certo che la rifarei, è una iniziativa che ho voluto io. Perché ritengo che le cose giuste si devono fare. È un messaggio che dovevamo mandare. Non c'è alcun intento punitivo nei confronti del sistema bancario. In seguito alla discutibile decisione della Bce di alzare i tassi d'interesse che porta all'aumento del costo del denaro si è creata una distorsione: le banche hanno aumentato gli interessi sui mutui ma non hanno alzato quelli sui depositi, a favore dei risparmiatori".
Giorgetti "pienamente coinvolto"
Poi Meloni ha confermato che il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti era informato riguardo alla misura: “È stato pienamente coinvolto essendo il ministro che scrive il provvedimento. In questo caso non ho fatto le riunioni che generalmente faccio, ma c’era un problema di tempi”. E sulle critiche del vicepremier Antonio Tajani (FI), ha detto di comprenderle: “Ci può essere sicuramente una questione di metodo. Ho coinvolto in minor misura la maggioranza perché la questione, diciamo così, non doveva girare troppo. Questa è una materia molto particolare e delicata su cui mi sono assunta la responsabilità di intervenire".
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Sul salario minimo: “Sul tema si vuole fare politica”
Un altro tema affrontato nelle interviste è stato quello del salario minimo. Meloni ha spiegato che il muro alzato dalle opposizioni dopo l’incontro a Palazzo Chigi non l’ha sorpresa. “La mia impressione – ha detto – è che sul tema si voglia fare politica e per carità, lo rispetto, ma questo prevale sull’affrontare seriamente la questione. Al tavolo loro hanno ammesso di sapere che il salario minimo non risolverà la questione del lavoro povero, però siccome hanno iniziato una raccolta di firme, la portano avanti”. Poi ha aggiunto: "Ho detto una cosa precisa: diamo sessanta giorni al Cnel, in tempo per la legge di bilancio, per fare una proposta complessiva di lotta al lavoro povero che può prevedere per alcune categorie il tema del salario minimo. Ciò che escludo è che si possa affrontare con un singolo e generalizzato provvedimento sul salario minimo una questione che esiste e che è quella delle basse paghe".
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Gli altri temi
Riguardo agli altri temi, Meloni ha assicurato di non temere un autunno caldo, con le opposizioni e i lavoratori in piazza. “Quando tu hai uno dei principali sindacati italiani che convoca una manifestazione prima che la legge di bilancio sia scritta, sai che non è un tema di merito, ma di opposizione pregiudiziale. Penso che gli italiani vedano che il governo sta facendo il massimo”, ha detto. Sul Pil: “In realtà, cresce più delle altre grandi democrazie, abbiamo un record di occupazione e di contratti stabili”. Sul Pnrr: "Non abbiamo tagliato niente, le opere saranno portate avanti. Stiamo spostando alcuni fondi su altre voci del bilancio dello Stato". Sui migranti: "Non ho cambiato idea, ma l'approccio securitario non può bastare. Ecco perché insisto sul piano Mattei, che non è minacciato dalla crisi in Niger". Sull’ipotesi di cambi nell’esecutivo, che potrebbero essere provocati da eventuali sviluppi del caso Santanchè, ha replicato: “Sono ricostruzioni fantasiose di giornali di gossip. Io non ho mai pensato, da quando sono a capo del governo, a un rimpasto". In vista delle Europee, ragionando sull'alleanza con Marine Le Pen, ha spiegato: "Non ho l'autorevolezza per mettere veti su nessuno. E in ogni caso è un tema che non mi pongo oggi". Ancora: "Lavoro per far crescere la famiglia dei conservatori", "vorrei costruire una alleanza omogenea. Non credo nelle larghe intese". Sullo scontro con il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini sui fondi per l'alluvione, ha avvisato: "Se qualcuno vuol fare politica sulla ricostruzione può farlo, ma deve sapere che lo sta facendo sulla pelle dei cittadini". E ha aggiunto: "Francamente non comprendo perché Bonaccini mi chieda un incontro. Forse perché non riconosce la figura del commissario straordinario Figliuolo?”.