"Credo che la sanità abbia bisogno di più risorse e anche di cambiare il modello organizzativo. Il Covid ci ha fatto capire ancora meglio quello che serve. Bisogna intanto usare i fondi del Pnrr", ha detto il ministro della Salute a Repubblica
"Nessuno è per il privato e contro il pubblico, nessuno vuole privatizzare", ma per rinforzare il Sistema sanitario nazionale servono "3 o 4 miliardi di euro in più per risolvere i problemi". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci in un'intervista rilasciata a La Repubblica, aggiungendo che 1,5 miliardi servirebbero per il personale "che deve essere pagato meglio".
"Nessuno vuole privatizzare"
Secondo il ministro "al di là di tutti i problemi che viviamo come sanità, i nostri cittadini riconoscono negli ospedali e nello specifico nei pronto soccorso dei posti dove vengono curati bene". Schillaci risponde alle accuse di voler privatizzare la sanità, rilanciate anche durante la manifestazione della Cgil di sabato 24 giugno a Roma, affermando che "non ho mai detto di volerlo fare io e nemmeno altri esponenti dell’esecutivo" e che "la sanità ha problemi da 20 anni" non "da quando siamo arrivati noi".
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"Servono 3 o 4 miliardi in più"
Per quanto riguarda le risorse "credo che la sanità abbia bisogno di più risorse e anche di cambiare il modello organizzativo. Il Covid ci ha fatto capire ancora meglio quello che serve. Bisogna intanto usare i fondi del Pnrr", ha detto Schillaci. Il ministro stima servano "3 o 4 miliardi in più" per "risolvere i problemi. Di questi, circa 1,5 miliardi servirebbero per il personale, che deve essere pagato meglio, come dico da tempo. Abbiamo iniziato con i lavoratori dei pronto soccorso ma non basta". Alle accuse sul fatto che non vengano stanziati abbastanza soldi per la sanità Schillaci risponde che non bisogna "dimenticarsi che il mancato pagamento dei conti del Covid alle Regioni lo abbiamo ereditato dal governo precedente". I soldi però secondo il ministro non bastano perché bisogna anche "ridurre gli sprechi" come quello che "deriva dall'inappropriatezza" ovvero dalla richiesta di "prestazioni inutili. Si tratta di un problema connesso anche alla medicina difensiva, cioè alle prescrizioni di medici che hanno paura di commettere errori". Sarà poi fondamentale "la digitalizzazione, per raggiungere le persone al domicilio e combattere così le diseguaglianze, non solo tra Nord e Sud ma anche tra grandi e piccoli centri abitati", ha concluso Schillaci.