"Non ci faremo ricattare, pur sostenendo l'azione del ministro della Giustizia Nordio quando si occupa anche della salute di chi è sottoposto a regime carcerario", aggiunge il ministro
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani non vuole "né drammatizzare ma neanche sottovalutare i pericoli": "c'è - dice intervistato dal Corriere della Sera - un attacco allo Stato. Se viene indicato addirittura il presidente Mattarella come nemico da questi gruppi, è chiaro che non si tratta di una parte o dell'altra che viene presa di mira, ma che la minaccia è alle istituzioni democratiche: forze dell'ordine, sedi diplomatiche, politiche, in Italia e all'estero". "Non ci faremo ricattare: non cambieremo il 41 bis, pur sostenendo l'azione del ministro della Giustizia Nordio quando si occupa anche della salute di chi è sottoposto a regime carcerario", aggiunge. Tajani concorda con Meloni che "si debba tutti abbassare i toni, i problemi degli italiani sono altri e quelli dobbiamo affrontare. Noi comunque i toni non li abbiamo mai alzati". "Il governo - aggiunge - non ha avuto ruolo in questa vicenda, non c'è stata azione dell'esecutivo che abbia portato a un "caso Cospito", ma uno scontro tra parlamentari sul tema del 41 bis che ha coinvolto due partiti. Scontro molto enfatizzato peraltro". Non entra nel merito di chi abbia ragione: "c'è un Giurì d'onore che alla Camera si esprimerà su questo caso: affidiamoci alle istituzioni e chiudiamo questa vicenda. Il Paese ha bisogno di altro. Di grandi riforme, per ripartire e non perdere l'occasione di rilanciarsi: la situazione economica è migliore di quello che inizialmente si prevedeva, adesso non bisogna perdere tempo. Questo deve essere l'anno delle riforme, quello in cui si impostano e il più possibile si portano a termine".