Ignazio La Russa, il primo discorso in Senato da Presidente. VIDEO

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"Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno votato, quelli che non mi hanno votano e quelli che si sono astenuti e se mi consentite quelli che mi hanno votato pur non facendo parte della maggioranza di centrodestra", ha esordito

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"Non ci crederete ma non l'ho preparato minimamente un discorso ma certamente prima dei ringraziamenti, che sono abituali e sentiti, voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno votato, quelli che non mi hanno votano e quelli che si sono astenuti e se mi consentite quelli che mi hanno votato pur non facendo parte della maggioranza di centrodestra", ha esordito il neopresidente del Senato per il suo primo discorso di cui riportiamo sotto i passaggi principali e il video integrale.

"Il mio ringraziamento sincero va alla presidente di questa giornata, senatrice Segre, che non voglio chiamare presidente provvisoria, ma presidente morale. Non c'è una sola parola di quello che ha detto che non abbia meritato il mio applauso". Poi ha aggiunto: "Il ringraziamento e il pensiero deferente vanno naturalmente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ho conosciuto e apprezzato sin da prima che diventasse Presidente della Repubblica, quando preparava quello che poi passò con il nome di Mattarellum, e poi dopo il Tatarellum. Ho conosciuto la sua intelligenza e la sua capacità politica, che ancora oggi manifesta nel suo altissimo ruolo". 

"Egualmente -ha aggiunto- ho conosciuto e apprezzato le posizioni politiche distantissime del Presidente emerito Giorgio Napolitano, nei cui confronti si era creata una vera simpatia, almeno da parte mia, che ho avuto modo di servire come ministro della Difesa, essendo lui allora il Capo delle Forze armate italiane".

"Un pensiero alle donne e agli uomini in divisa, che porto nel cuore per la mia storia politica e istituzionale e che sono la bandiera dell'Italia nel nostro Paese e nel mondo, ideali di pace e di sicurezza. Lasciatemi dire che nella mia lunga vita politica i momenti più toccanti, che ricordo con più tristezza, ma anche con più dedizione, sono i momenti in cui sulle mie spalle ho portato le bare dei soldati caduti in Afghanistan, che mi toccava ricevere. A loro, a tutti i militari, a tutti i caduti di ogni guerra, va il mio deferente omaggio. Purtroppo la guerra non è solo un ricordo, ma un attualità drammatica e dolorosa che vorremmo finisse ora, in questo minuto". 

 

"Vorremmo che il clamore delle armi -ha aggiunto- fosse sostituito dalla voce di trattative che possono arrivare però solo con giustizia perché non può esservi mai pace senza giustizia. Visto quindi che parliamo drammaticamente e tristamente di guerra per quello che i patrioti ucraini stanno subendo in questo periodo, a loro va il mio pensiero, così come il mio pensiero va ai profughi e ai rifugiati ucraini e di ogni parte del mondo che scappano dalla guerra e che devono essere accolti con onore".

"Qualcuno di voi ha avuto occasione di conoscermi, qualcuno di apprezzarmi, qualcuno meno, lo capisco, l'agone politico è quello che ci porta al confronto, a volte anche battagliero e teso. Però ho la speranza in cuor mio di sapere che quelli che mi hanno conosciuto quando ho avuto ruoli istituzionali abbiano potuto apprezzare il mio totale rispetto per le Istituzioni. Quando sono chiamato ad assolvere un ruolo sopra le parti, posso assicurarvi che lo faccio con assoluta dedizione. Voglio quindi dire a questa Assemblea che sarò inflessibile nel difendere, nella stessa identica maniera, i diritti della maggioranza e quelli dell'opposizione; mi troverete pronto su questo".

 

"Innanzi a noi ci sono drammi, paure, preoccupazioni, e penso a quelle dei cittadini che chiedono alla politica non solo di raccogliere le loro ansie, le loro necessità, ma anche e soprattutto di risolvere i problemi: penso all'inflazione e al caro energia, che sono un dramma per le famiglie ed hanno innescato per molte imprese il conto alla rovescia, con il rischio più concreto della chiusura. L'Italia non può e non deve fermarsi. Famiglie, imprese, terzo settore e volontariato, cittadine e cittadini: tutti chiedono lavoro, dignità, sicurezza, benessere. Tocca a noi, maggioranza e opposizione, provare a dare risposte giuste e urgenti. Sono certo che ci proverete". 

 

"Innanzi a noi ci sono drammi, paure, preoccupazioni, e penso a quelle dei cittadini che chiedono alla politica non solo di raccogliere le loro ansie, le loro necessità, ma anche e soprattutto di risolvere i problemi: penso all'inflazione e al caro energia, che sono un dramma per le famiglie ed hanno innescato per molte imprese il conto alla rovescia, con il rischio più concreto della chiusura. L'Italia non può e non deve fermarsi. Famiglie, imprese, terzo settore e volontariato, cittadine e cittadini: tutti chiedono lavoro, dignità, sicurezza, benessere. Tocca a noi, maggioranza e opposizione, provare a dare risposte giuste e urgenti. Sono certo che ci proverete". 

 

"L'umanità è respingere ogni forma di violenza, di abuso, di discriminazione, di sopraffazione dei diritti dei cittadini, di tutti i diritti legalmente riconosciuti. La violenza sui minori e sulle donne sono lo squallore della società e, oltre che combattute, come è evidente, vanno prevenute. Tutelare l'infanzia e promuovere la natalità è la prova di coerenza del nostro impegno per le future generazioni".

 

"Ogni fragilità -ha aggiunto la seconda carica dello Stato- ci riguarda e ci interpella; non basta denunziare, serve sostenere, dare speranza, avvicinare. Non dobbiamo chiedere ad altri ma a noi stessi cosa possiamo e dobbiamo realizzare per essere accanto a quanti vivono una diversa abilità -la vecchiaia, la malattia- che troppo spesso sono lasciati soli, ai margini. Per chi è debole il posto non è in fondo, è in prima fila".

"Lavoro significa anche riscatto per i giovani, per il Sud, per le periferie, per le città, piccole e grandi, che si stanno svuotando; il lavoro è la storia dell'Italia. E la nostra è storia di ingegno, di passione, di arte, di cultura; nel mondo la parola Italia è quella che più di ogni altra appassiona e innamora cittadini anche lontanissimi geograficamente dalla nostra Penisola. Il lavoro, poi, è una porta, non può diventare il burrone delle morti bianche che gridano vergogna, se possibile ancora più forte quando le vittime, come avvenuto di recente, sono studenti tirocinanti".

 

"Da ricordare e onorare sono anche tutti i caduti sotto i colpi della pandemia, spesso medici e infermieri che la combattevano. Sulla pandemia, che sembra battuta nella sua fase più acuta, non abbasserete e non abbasseremo comunque la guardia".

"La nostra comunità nazionale ha sempre dimostrato di non essere seconda a nessuno anche in tema di solidarietà: nel campo del primo soccorso, della protezione civile, dell'assistenza sociale e scolastica, delle attività culturali e sportive; non dimentichiamolo. Non permettiamo mai che si possa immaginare che la solidarietà non è un primato italiano che vogliamo rivendicare a tutti i livelli". 

"Anche in questa legislatura ci si aspetta e si cercherà di parlare di riforme. Non bisogna favoleggiare la possibilità che si faccia tutto e subito, ma soprattutto non bisogna temerle. Dobbiamo provare a realizzarle insieme. Al Senato della Repubblica può spettare il via, anche nei confronti dell'altra Camera, nella necessità di aggiornare non la prima parte della Costituzione, che è intangibile, ma la parte che merita più efficienza, più adeguatezza ai nostri tempi, più capacità di dare risposte ai cittadini, più capacità di appartenere alla volontà del popolo". 

 

"Io credo -ha aggiunto- che questo Senato, in questa legislatura, potrà farlo: direttamente, con una legge che promuova una Costituente, oppure con una Bicamerale. Sono vari i modi, ma l'importante -come mi hanno insegnato fin da ragazzo- è che vi sia la volontà politica, che è la cosa fondamentale, di realizzare queste riforme. Se c'è quella volontà, le riforme passeranno".

 

"In tanti anni di politica ho potuto vedere da vicino le evoluzioni della società italiana, anche le più traumatiche. Non posso non ricordare la drammatica stagione delle violenze, del terrorismo politico e dei tanti ragazzi, di ogni colore politico, che hanno perso la vita solo perché credevano in degli ideali, o a volte solo perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato: studenti, servitori dello Stato, giornalisti, imprenditori, politici. Le loro storie rappresentano un portato che ancora oggi è e deve essere una stella polare per tutti noi. Di nomi ne potrei fare tanti e dovrei forse farne tanti, ma credo che quello dell'ispettore Calabresi possa rappresentarli tutti. Assieme al suo, per restare nella mia Milano, i nomi di tre ragazzi: un militante di destra, Sergio Ramelli, che ho conosciuto e di cui sono stato anche avvocato di parte civile e due di sinistra, i cui assassini non sono mai stati trovati, Fausto e Iaio". 

 

"È con questo sguardo, che si nutre di storia e di futuro, che guardiamo all'Unione europea come casa comune. Forse potremmo tutti insieme recuperare una parola che per tanti anni è stata usata per indicare e pensare l'Europa: comunità. Sì, l'Unione europea può e deve essere ancora comunità; l'Unione europea può essere ancora speranza di pace, se saprà, come deve assolutamente fare, elevare il suo raggio di azione sempre più in alto rispetto alle cose, non dico irrilevanti, ma a volte di secondaria importanza". 

 

"Ho voluto, non pro forma, ma come moto sincero dell'animo, omaggiare la senatrice a vita Segre anche con dei fiori, dopo essermi intrattenuto con lei in privato. La senatrice Segre ha ricordato tre date e io non voglio fuggire, perché è troppo facile scappare di fronte alle richieste di chiarezza: è stato ricordato il 25 aprile, il primo maggio, il 2 giugno, cui potrei aggiungere la data di nascita del Regno d'Italia, che prima o poi dovremo far assurgere tra quelle celebrate con festa nazionale. Queste date, tutte insieme, hanno bisogno di essere celebrate da tutti, perché solo un'Italia più coesa, pacificata e unita è certamente la migliore e la più importante precondizione per poter affrontare efficacemente ogni emergenza e ogni criticità".

 

"Faccio mie, a distanza di ben venticinque anni, le parole -ha aggiunto- pronunciate da Luciano Violante nel suo discorso di insediamento da presidente della Camera dei deputati. Non ho bisogno di ripetere per intero le parole di Luciano Violante, ma solo nella parte che spero sia più condivisibile da tutti. Riferendosi alla necessità di un superamento di qualunque momento di odio, di rivalità, di contrasto storico, di antiche o nuove discussioni, con un linguaggio che mi auguro sia quello auspicato dalla presidente Segre, Violante ebbe a dire che un clima coeso 'aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro Paese, a costruire la liberazione come valore di tutti gli italiani, a determinare i confini di un sistema politico nel quale ci si riconosce per il semplice e fondamentale fatto di vivere in questo Paese, di battersi per il suo futuro, di amarlo, di volerlo più prospero e più sereno. Dopo, poi, all'interno di quel sistema comunemente condiviso, potranno esservi tutte le legittime distinzioni e contrapposizioni'. Grazie Violante per questo lascito ancora attualissimo, forse ancora più attuale di quanto ebbe a pronunziare quelle parole".

 

"Questo impegno -ha concluso la Russa- investe direttamente quest'Aula, perché è proprio il Parlamento con la sua centralità a rappresentare e custodire la memoria collettiva del Paese. Le istituzioni si riconoscono nelle leggi dello Stato, nelle feste e nelle tappe che hanno scandito la loro storia e oggi sono, non solo ricordo del passato, ma memoria del futuro".

 

"Sono stato sempre un uomo di parte, di partito più che di parte, ma in questo ruolo non lo sarò. E' una lezione che ho appreso in tanti anni, tra gioia e dolori; anni di militanza, di affermazioni, di difficoltà, cercando sempre di cogliere dagli eventi ogni utile occasione di crescita, anche di messa in discussione delle proprie posizioni. Non rimanere abbarbicato a idee immutabili, ma svilupparle senza tradirle è stato l'impegno non solo mio, ma della mia parte politica in maniera larga". Lo ha affermato il presidente del Senato, Ignazio la Russa, nel suo discorso di insediamento.

"Un insegnamento -consentitemelo- che a livello personale -ha aggiunto- ho appreso da mio padre, che è stato senatore di questa Repubblica, e a livello politico ho ricevuto da più persone, ma in particolare da un uomo che ha insegnato a me e non solo a me il valore del dialogo e dell'armonia. Non a caso veniva chiamato 'ministro dell'armonia', il non dimenticato onorevole Pinuccio Tatarella".

 

"Il mio è un compito di servizio, non devo cercare oggi agli applausi, non devo dire parole roboanti o captare la vostra benevolenza. Lo dovrò fare ogni giorno, le scelte che dovrò fare a volte piaceranno a volte non piaceranno. Non c'è bisogno di parole che suscitano un applauso,  ma solo di una sincera promessa: cercherò con tutte le mie forze di essere il presidente di tutti". Conclude così Ignazio La Russa il suo primo discorso da presidente del Senato suggellato da un lunbgo applauso. 

Ignazio La Russa

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