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Governo verso elezioni, Conte: "Governo ha umiliato italiani." Salvini: "Vinceremo"

Conte al Pd: "Non accettiamo la politica dei due forni. Quel che vale a Roma vale a Palermo", dice dando il suo ok alle primarie in Sicilia. E del M5s dice: "È stata la forza più leale all'interno del governo". Grillo: "Sono tutti contro di noi. La legge sui due mandati una luce nella tenebra". E poi attacca Di Maio. Meloni: ."Chi prende più voti andrà a Palazzo Chigi". Salvini: "Dopo il voto Lega sarà primo partito". Draghi convoca il 27 luglio i leader di Cgil, Cis

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Elezioni, Renzi: 'serve un polo del buonsenso'

In vista delle prossime elezioni serve "un Polo del buonsenso", secondo il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che è critico sulla scelta del segretario del Partito democratico Enrico Letta di chiudere sul 'campo largo'. "Hanno già deciso di perdere e si attrezzano per fare opposizione - afferma l'ex premier in un'intervista alla Stampa -. Se questo è il disegno, Letta rischia di essere il segretario di un partito che lascia per la prima volta la maggioranza assoluta alla più estrema destra del panorama europeo". "Non capisco la scelta dem", aggiunge Renzi. "Magari prendono il 25%, ma lasciano alla Meloni e a Salvini la possibilità di cambiare la Costituzione da soli. Se davvero fosse così, auguri". Il polo definito da Renzi, invece, "contribuirebbe a portare ad una coalizione più vasta", precisa. Far cadere il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato "un autogol", afferma l'ex premier. "Stavamo giocando una partita decisiva, da campioni d'Europa in carica". E "Draghi non è un brand", dice a chi lo tira per la giacchetta. "Draghi è un premier che ha sostituito il populista grillino solo grazie al coraggio lungimirante e forse un po' folle di Italia Viva", aggiunge Renzi
- di stefano.santini

M5s, Grillo: due mandati sono luce nelle tenebre

"Possiamo essere morti tra 15 giorni, non lo so. Ma so che questi nostri due mandati sono la luce nella tenebra, sono l'interpretazione della politica in un nuovo modo, come un servizio civile. Sia io che Casaleggio quando abbiamo fatto queste regole non l'abbiamo fatto per  "l'esperienza", per andare avanti,  ma perché ci vuole una interpretazione della politica in un nuovo modo". Così Beppe Grillo sul suo blog dove aggiunge: "Noi siamo questi e la legge dei due mandati deve diventare una legge di Stato. L'Italia si merita una legge sui due mandati e sui cambi di casacca".
- di Redazione Sky TG24

M5s, torna Grillo: benedice linea dura e tetto mandati 

Abbronzato, con il frinire delle cicale sullo sfondo,
parla da quello che si direbbe il patio di una casa al mare, e il tono e' rilassato come la location suggerisce. Ma quello che Beppe Grillo affida a un breve video sul suo Blog e' l'endorsement alla linea dura e pura di M5s, quando si e' ormai alle prime battute della campagna elettorale. Dopo giorni di riflessioni 'alte' sui temi della sostenibilita', il cofondatore del Movimento plana sulla contesa politica del momento e rispolvera le radici del suo impegno in politica. Un richiamo ai valori fondanti, non a caso con un riferimento a Gianroberto Casaleggio. Ma anche un'indicazione di marcia per la campagna elettorale: "Non ci siamo riusciti - recrimina guardando alle aspirazioni della 'discesa in campo' - e mi sento colpevole anche io, ma abbiamo di fronte - e' la nuova 'chiamata alle armi che arriva da Grillo - qualcosa di straordinario. Sono tutti contro di noi. Tutti, tutto l'arco costituzionale. Anche fisicamente, spostano lo sguardo o addirittura la direzione in cui camminano quando ti vedono, come se fossimo degli appestati. Anche i bulli della stampa e della tv. Benissimo, se il sistema reagisce cosi' - tira le somme l'Elevato, come per scherzo ama definirsi - vuol dire che abbiamo ragione". E dunque, avanti cosi'. A cominciare dal limite dei due mandati he rappresenta "la nostra luce nella tenebra"
- di stefano.santini

Grillo: quel Parlamento lì non lo merita nessuno

- di stefano.santini

Grillo: reazione sistema dimostra che abbiamo ragione

- di stefano.santini

Meloni: 'governa chi vince alle urne, e noi siamo pronti'

Si dice pronta a governare e ribadisce il concetto: "Chi prende più voti andrà a Palazzo Chigi". "Io sono pronta, Fdi lo è", spiega la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, in un'ampia intervista su La Stampa. "Da tempo lavoriamo alla costruzione di un programma. A differenza della sinistra, non ci dobbiamo inventare un'identità. Le nostre proposte si conoscono, si tratta di ribadirle". Meloni sottolinea di aver sempre avuto dall'opposizione un rapporto leale con il premier Mario Draghi, del quale tuttavia afferma di non aver capito nel corso della crisi tutte le  mosse. "Era evidente che fosse stufo delle liti", dice. Però "non puoi pensare che arrivi in Aula, meni tutti e gli altri ti dicano 'bravo'". Guardando alla campagna elettorale, "il centrodestra può vincere le elezioni, ma governerà in una fase complessa". E dunque "nel programma comune - spiega - dovremmo concentrarci sulle cose che si possono fare. Meglio mettere una cosa in meno, che una in più che non si può realizzare". È presto per parlare di nomi. "Dovremmo prendere tutto il meglio che c'è. Senza pregiudizi", afferma. E sulla scelta del premier, in caso di vittoria, "chi vince governa", la chiude Meloni, "questa regola ha sempre funzionato", "non abbiamo nemmeno il tempo di cambiarla". Sempre sui rapporti con gli alleati, la leader di Fdi confida "che si mettano da parte i tatticismi". Bisogna "compattarsi per battere l'avversario. L'avversario è il Pd", puntualizza. Sulle riforme da fare in vista della nuova tranche del Pnrr "garantiremo la nostra disponibilità affinché si arrivi alle scadenze in tempo utile", assicura Meloni. "Se non otteniamo dei soldi è perché il governo non ha lavorato bene", aggiunge. Nessun dubbio sull'Ucraina. Sostenerla "è stata una delle decisioni più facili della mia vita", dichiara. Sull'invio di armi dice che "bisogna essere lucidi: non possiamo pensare di essere neutrali senza conseguenze". E chiarisce che la politica estera di un governo a guida Fratelli d'Italia resterà quella di oggi: "per me è una condizione. E non credo che gli altri vogliano metterla in discussione". 
- di stefano.santini

Di Maio: 'nuovo Esecutivo riprenda agenda Draghi'

- “La caduta di Draghi ha sconvolto tutto, il panorama politico si è rimescolato. Perciò adesso si stanno parlando le forze responsabili e che possano vantare credibilità”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che, in un’intervista a Repubblica spiega che nell’M5S "è in corso un’interlocuzione tra quelli che condividono un’idea d’Italia, la possibilità che l’agenda Draghi torni al governo del Paese. Questo è lo spartiacque. Ma non abbiamo solo la destra da fronteggiare: c’è anche Giuseppe Conte che fa parte di quel populismo unito al sovranismo, corresponsabile di quanto è successo. Avevamo dei provvedimenti in cantiere che dovevano aiutare le famiglie, ad esempio sul caro benzina e sul caro gas: sui tavoli europei sarà difficile fare battaglia con un governo che si occupa solo degli affari correnti”. 
"Perché per quanto mi riguarda il Movimento non c’è più - aggiunge Di Maio - Ho contribuito a fondarlo e costruirlo e a torto o ragione era nato per andare al governo e cambiare le cose, non sfasciare i governi per complicare le cose. Se vogliamo davvero costruire un’area di unità nazionale che guardi all’obiettivo di mettere a posto questo Paese, con una prospettiva, una visione, una programmazione, non posso rispondere tramite le interviste o le repliche all’uno o all’altro tweet, io vorrei cercare di unire come stanno facendo tanti altri. Se ci riusciamo bene. Se non ci riusciamo allora vorrà dire che gli elettori prenderanno atto anche di questo. Ho lavorato bene con tutti i ministri – dice ancora - il clima che c’era fuori tra le forze politiche non era quello che vivevamo dentro il Consiglio dei ministri. Se sono degli interlocutori dovranno deciderlo loro, lo dico anche per rispetto nei loro confronti”. 
- di stefano.santini

Salvo il "vitalizio" dei parlamentari, ecco perché scatta anche con le Camere sciolte

Il cosiddetto "vitalizio" è in realtà una pensione che scatta al 65esimo anno di età. I parlamentari matureranno il diritto alla quota completa dei cinque anni di legislatura, anche se Camera e Senato sono stati sciolti. Il termine per avere i requisiti scatta dopo 4 anni, 6 mesi e 1 giorno (cioè il 24 settembre, un giorno prima delle elezioni) ma il Parlamento resta in carica fino al successivo insediamento quindi ne avrebbero avuto diritto anche se si fosse votato prima. LA SCHEDA
- di Redazione Sky TG24

Dimissioni Draghi, le riforme economiche e i dossier a rischio

Il premier si è dimesso e il governo rimarrà in carica per gli affari correnti fino alle nuove elezioni del 25 settembre. Possibili ricadute su diversi provvedimenti relativi a temi come la benzina, le bollette, le pensioni e il bonus 200 euro. Anche la strada per la Legge di Bilancio sarà scandita da un timing serratissimo, mentre saranno accantonati temi come ius scholae, cannabis, fine vita e doppio cognome. Il ddl concorrenza andrà in Aula alla Camera lunedì prossimo senza le norme sui taxi. L'APPROFONDIMENTO
- di Redazione Sky TG24

Elezioni, le tappe prima del voto: entro un mese le liste e i simboli

Con lo scioglimento delle Camere decretato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella è partito ufficialmente il conto alla rovescia per le elezioni, che si terranno il 25 settembre. Prima di votare però ci sono una serie di scadenze da rispettare: tutte le date principali. IL FOCUS
- di Redazione Sky TG24