Agricoltura biodinamica, arriva alla Camera il ddl. Che cos'è e perché è criticata

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Nel testo, che punta a tutelare l'agricoltura biologica, sono presenti alcuni riferimenti al movimento pseudoscientifico che fa capo allo scienziato Rudolf Steiner. Secondo i detrattori, si baserebbe su pratiche senza fondamento scientifico. Il Nobel per la Fisica Parisi: "Il Parlamento voti con conoscenza e competenza sulle questioni che deve affrontare"

Arriva oggi alla Camera il disegno di legge per regolare l’agricoltura biologica. Il passaggio è controverso. Se da un lato associazioni ed esponenti del mondo agricolo ritengono necessaria una norma che fissi norme e standard uniformi per il settore, dall’altro fa discutere il riferimento nel testo all’agricoltura biodinamica, che verrebbe equiparata a quella biologica. Si tratta di una pratica da molti considerata priva di fondamenti scientifici, con regole e usanze vicine all’esoterismo. La preoccupazione, condivisa tra gli altri dalla senatrice a vita Elena Cattaneo e dal premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, è che il Parlamento vada a legittimare usanze dai metodi ascientifici. 

Che cos’è l’agricoltura biodinamica

Tradizionalmente, la fondazione dell’agricoltura biodinamica è attribuita a Rudolf Steiner, scienziato austriaco nato nel 1861 e morto nel 1925, padre dell’antroposofia, movimento pseudoscientifico che concepisce la realtà come una manifestazione divina in continua evoluzione. All’interno della scuola antroposofica, che nei primi anni del ‘900 trovò casa a Basilea, Svizzera, c’è anche l’approccio biodinamico all’agricoltura. Fa discutere soprattutto l’utilizzo di nove preparati nelle pratiche agricole legate a questa disciplina. Tra i più conosciuti c’è ad esempio il cosiddetto preparato 500, o Cornoletame, un corno di vacca riempito di letame che – lasciato sottoterra durante l’inverno – viene utilizzato in prossimità della Pasqua con lo scopo presunto di migliorare la fertilità dell’inverno. Oppure il preparato 506, che si ottiene riempiendo la sacca intestinale dei bovini con fiori di tarassaco essiccati, da utilizzare poi in piccole quantità come compost. 

Albonsai. Milan. Italy. (Photo by: Giovanni Mereghetti/Education Images/Universal Images Group via Getty Images)

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Il disegno di legge

Il disegno di legge – “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico" – ha iniziato il cammino verso l’approvazione nel 2018, quando è stato esaminato in Commissione agricoltura alla Camera prima di essere approvato in Aula. È poi passato al Senato, che lo ha modificato e ritrasmesso alla Camera nel maggio 2021. Il relatore è Pasquale Maglione (M5S), i deputati firmatari 40. Tra questi ci sono esponenti di Italia Viva, del Pd, dei Cinque Stelle e della Lega. I riferimenti all’agricoltura biodinamica si trovano negli art 1, 5 e 8. 

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Le critiche

Non appoggia il disegno di legge il premio Nobel Giorgio Parisi, secondo cui lasciare nel testo il riferimento all’agricoltura biodinamica significa avvallare “la validità di metodi previsti da Steiner”, come ad esempio l’utilizzo del Cornoletame. "È fondamentale - ha detto Parisi - che in Italia si consolidi la cultura politica, affinché i nostri rappresentanti al Parlamento votino con conoscenza e competenza sulle questioni che sono chiamati ad affrontare". All’appello del fisico si sono uniti anche la senatrice a vita Elena Cattaneo e il presidente dell'Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli, così come l'Accademia dei Georgofili, con il suo presidente, Massimo Vincenzini.

Chi spinge per l'approvazione

Spingono invece per l'approvazione rapida del disegno di legge varie associazioni agricole. "L'augurio è che il testo venga approvato in tempi brevi preservando il suo impianto originale", ha detto il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso. Guardano alla trasformazione del testo in legge anche Coldiretti, Codacons, Federbio, Legambiente e Slow Food, secondo cui è importante difendere produttori e consumatori e garantire la trasparenza degli acquisti. Le sigle a tutela del mondo agricolo rilevano infatti come il Ddl preveda anche l'introduzione di un marchio per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale.

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