M5S, Conte contro Di Maio: "Dovrà rendere conto delle gravi condotte"

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in un'intervista al Fatto Quotidiano l'ex premier parla delle tensioni emerse durante la corsa al Quirinale. "Quelle di Belloni e di Severino erano candidature di cui avevamo discusso, sia nel fronte progressista che con il centrodestra. Apparivano molto solide e affidabili, e offrivano l'occasione storica di portare una donna al Quirinale" ha detto il leader dei Cinquestelle

"Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità". E' una resa dei conti interna ai Cinque Stelle quella a cui Giuseppe Conte sembra voler dare inizio con una intervista a Il Fatto Quotidiano. Il presidente M5s ricostruisce, in particolare, le lunghe ore a cavallo del vertice di maggioranza che sembrava destinato a dare il via libera al nome della direttrice del Dis Elisabetta Belloni. "Quelle di Belloni e di Paola Severino- sostiene - erano candidature di cui avevamo discusso, sia nel fronte progressista che con il centrodestra. Apparivano molto solide e affidabili, e offrivano l'occasione storica di portare una donna al Quirinale". Un nome, quello del capo del Dis, che "non è mai stato eliminato" dalla rosa, aggiunge Conte: "Nel tardo pomeriggio" di venerdì, "Salvini aveva sciolto positivamente la riserva su Belloni, confermando la disponibilità di Giorgia Meloni". (MATTARELLA BIS, LO SPECIALE)

Il confronto con Grillo

Dunque, nessun "cortocircuito mediatico" da parte del numero uno M5s e del capo leghista, come detto da Enrico Letta: "Assolutamente no. Ho rivisto le dichiarazioni. Né io né Salvini, né ancor prima Letta a Sky, avevamo fatto il nome della Belloni. Anche se era già ampiamente circolato dalla stampa". E sul fatto che fosse stato lo stesso Beppe Grillo, con un tweet, a far girare quel nome, Conte rivendica: "Con Beppe ho parlato io e abbiamo convenuto che la direttrice del Dis sarebbe stata un'ottima figura per la Presidenza della Repubblica. Ma bando all'ipocrisia, questa uscita non ha avuto influenza su una partita giocata da vari politici. Penso a Matteo Renzi, ma non solo". Infine l'affondo: alla domanda se fosse stato il ministro degli Esteri a "bruciare" il nome di Belloni, Conte avverte: "Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità".

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