Colle, il “palazzo” che scommette su Draghi: scatta toto-nomi per il successore al governo
PoliticaPer il Financial Times “potrebbe essere molto vicina la fine della sua era da premier”. Ma anche dal Colle “garantirebbe stabilità all’Italia”
La corsa al Colle (LO SPECIALE) deve ancora cominciare ma per molti è già finita. È quella folta schiera di parlamentari convinti che non ci siano alternative al nome di Mario Draghi. Deputati e senatori sicuri che nessun altro sarà in grado di unire centro destra e centro sinistra nella scelta di un profilo condiviso.
A riprova della loro tesi sventolano l’editoriale del Financial Times che dà per chiusa la sua era da premier e promuove già quella da presidente della Repubblica. "L'Italia ha goduto di un eccezionale periodo di stabilità e successo sotto la guida di Mario Draghi" ma per la testata britannica anche dal Quirinale Draghi sarebbe in grado di “mantenere il Paese sulla giusta direzione”. Quanto basta per dare ufficialmente il via al toto-nomi per il suo successore.
Il toto nomi per Palazzo Chigi
I più conservatori puntano sul ministro Franco, tutela per i conti e il Pnrr, anche se lui storce il naso alla sola idea di allontanarsi da via XX Settembre. In tanti scommettono sul primo premier donna. Così alla super gettonata ministra Cartabia si aggiunge la direttrice del DIS Elisabetta Belloni. Anche se pure qui la strada sembra tortuosa. La prima non è vista bene da tutti i partiti, mentre per la seconda sarebbe un problema scoprire la guida dei servizi. Incarico recente ed estremamente delicato di non facile sostituzione.
In calo le quotazioni di Dario Franceschini e Lorenzo Guerini. Andrebbero fatti digerire a Forza Italia e Lega che dovrebbero cedere ad un governo a guida PD.
Ed ecco allora che si ragiona su Vittorio Colao. Manager internazionale di lungo corso, piace allo staff economico di Draghi. Ma i partiti temono sarebbe troppo poco dialogante in un anno in cui vi è pure la campagna elettorale.
La new entry è Filippo Patroni Griffi, presidente del Consiglio di Stato. È bastato un incontro con Draghi per ritrovarsi candidato d’ufficio. Chi è già super invidiato è invece Renato Brunetta. Ministro anziano del governo, se Draghi venisse eletto, diventerebbe d’ufficio premier reggente. Per pochi giorni… ma sempre meglio di niente…
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