Il segretario della Cgil interviene sulle pagine dell’Avvenire dopo lo stop del Garante allo sciopero generale. "L’astensione del lavoro si farà lo stesso”. E sulla manovra:" gli 8 miliardi di riforma fiscale servivano ai ceti più deboli.”
Dopo lo stop del Garante che aveva contestato le modalità di convocazione dello sciopero generale, sulle pagine dell’ Avvenire interviene il segretario della Cgil Maurizio Landini che sottolinea la posizione del sindacato alla luce di un periodo così difficile.
Le motivazioni dello sciopero
Landini, i termini più usati per definire lo sciopero sono “insensato” e “incomprensibile”.
"Noi stiamo solo rivendicando coerentemente che il governo vada nella direzione della piattaforma unitaria che assieme a Cisl e Uil abbiamo presentato per una riforma fiscale e delle pensioni, una politica industriale e per il superamento della precarietà. Scioperiamo perchè ci siamo trovati di fronte non a una possibilità di trattativa, ma a decisioni già prese, senza margini".
Si sciopera per ottenere risultati. Sinceramente, visti i tempi stretti, quali pensa di ottenere entro il 16?
"Se c’è la volontà politica, tutto si può fare. Voglio far notare che è questa maggioranza ad aver presentato 6mila emendamenti alla manovra. Noi stiamo proponendo istanze molto più ridotte come numero, ma sostanziali."
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Il giudizio su Draghi
"Chi è che non ascolta questo malessere? Il premier Draghi? I partiti?
Draghi è persona autorevole. Il giorno dopo l’ultimo nostro incontro ha tentato una piccola modifica sui redditi più alti, non proposta da noi, e questo prova che aveva capito il malessere. Il fatto che la sua maggioranza non l’abbia accolta dà invece l’idea della distanza che c’è fra l’attuale quadro politico e la condizione sociale reale del Paese. È un segnale molto grave, da non sottovalutare."
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La riforma fiscale
Sul fisco dov’è l’errore di fondo?
"È che con gli 8 miliardi a disposizione si è voluta impostare una riforma che andava demandata invece alla legge delega. Assieme a Cisl e Uil avevamo chiesto una cosa precisa: che gli 8 miliardi andassero per intero a rafforzare i salari e le pensioni a partire dalle più basse, con maggiori detrazioni e decontribuzioni, perchè l’85% circa di lavoratori e pensionati sta sotto i 35mila euro. E che si procedesse non certo verso una riduzione delle aliquote, ma a un allargamento della base imponibile. Non è questa la riforma di cui il Paese ha bisogno".
Lei rivendica più attenzione ai redditi fino a 28-30mila euro. Però sono anche anni che si parla della questione del ceto medio tartassato. Il sindacato non tutela forse anche questi lavoratori?"
"Certo, noi li vogliamo tutelare tutti. Ma appunto serve una riforma che richiede ben più di 8 miliardi e deve avere altre caratteristiche. A partire da uno sgravio sui contributi strutturale, di misure una tantum ne abbiamo viste anche troppe. Questo primo intervento doveva allora essere altro. Per lenire l’altra emergenza nazionale: accanto ai vaccini, c’è la pandemia salariale e sociale da curare. Non è accettabile che la ripresa del 2021 cammini su oltre l’80% di nuovi contratti che sono a termine, di lavoro somministrato, a chiamata, ecc. La ripresa non è reale se la prospettiva delle persone è a termine"
Sono gli altri interventi che chiedete?
"Sì, chiedevamo e chiediamo un’unica forma contrattuale per l’accesso al lavoro, basata sulla formazione e sulla stabilità. Come chiediamo un fondo unico per gestire le riconversioni industriali, un intervento legislativo che contrasti le delocalizzazioni. Tutti temi di cui si dibatte da troppi mesi. È ora di cambiare passo."
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La decisione di scioperare
Attende segnali dal governo entro il 16?
"Vorrei ricordare che la decisione di scioperare l’abbiamo presa solo quando il governo ci ha comunicato che il confronto si era esaurito."
Perchè un lavoratore dovrebbe scioperare in questa fase emergenziale?
"Perchè proprio col confronto nei luoghi di lavoro ci siamo convinti che va presa una direzione diversa. Qui abbiamo una riforma fiscale partita male, una riforma del lavoro mai avviata e una della previdenza, con la pensione di garanzia sempre più necessaria per i giovani, di cui si sono perse le tracce".
E alla Cisl cosa manda a dire?
"Vedo che ora manifestano il 18, segno che anche per loro è necessario portare a casa maggiori risultati. Le iniziative non si esauriscono con la legge di Bilancio. Le nostre piattaforme unitarie restano lì, noi quelle richieste portiamo avanti."