La Camera approva all'unanimità la legge sulla parità salariale, ora esame del Senato

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Via libera al testo unificato a firma Gribaudo (Pd). Previste modifiche al codice sulle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo. Obiettivo: ridurre il 'gender pay gap'. Reazioni positive da ogni fazione politica

Voti favorevoli: 393. La proposta di legge sulla parità salariale e di opportunità sul luogo di lavoro è stata approvata all’unanimità alla Camera. Il testo unificato a firma Chiara Gribaudo (deputata Pd) prevede modifiche al codice sulle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo, in modo da ridurre il ‘gender pay gap’ nelle retribuzioni. Ora sarà sottoposto all’esame del Senato. 

Le novità della legge

Una proposta che chiede l'estensione dell’obbligo di redazione del rapporto sulla situazione del personale anche alle aziende, sia pubbliche che private, che abbiano più di 50 dipendenti (oggi è prevista solo per chi ne ha più di 100). Tra le altre novità anche nuovi strumenti che favoriscano la conciliazione tra lavoro e vita privata. Dal primo gennaio 2022, poi, verrà introdotta la certificazione della parità di genere: un attestato che dovrà valutare le misure adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere per quanto riguarda le opportunità di carriera, il salario e le politiche di gestione. Previsto anche un premio per le aziende più meritevoli.

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Le reazioni della politica

Commenti positivi sono arrivati dai deputati di ogni fazione politica. “Dobbiamo fare in modo che tutte le donne possano ricevere il rispetto dovuto e il trattamento appropriato alla loro posizione”, ha detto la deputata della Lega Elena Murelli. Per il capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, si tratta di “un passo significativo nella lotta alle diseguaglianze e agli squilibri di genere che ancora macchiano la nostra società". Più concentrata sui benefici economici della proposta di legge la valutazione dei deputati del Movimento 5 stelle in commissione Lavoro: "Deve essere sempre più chiaro che superare il gender gap non torna a vantaggio delle sole donne ma dell’intera società come dell’economia nazionale e che senza uguaglianza non ci potrà essere ripresa vera ed equa dalla crisi causata dalla pandemia”.

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