Giustizia, si spacca il M5S: Conte, Bonafede e Di Battista contro la riforma
PoliticaIl testo proposto dal ministro Cartabia, passato in Consiglio dei ministri, non smette di far discutere i pentastellati. A molti esponenti del MoVimento non piacciono le modifiche sul tema della prescrizione che, di fatto, non vanno nella direzione del lavoro dell'ex guardasigilli 5S Bonafede, che ha detto: "Ieri il M5S è stato uguale alle altre forze politiche". L'ex premier Conte: "Non canterei vittoria". Di Battista: "L'impunità è tornata"
La riforma della giustizia Cartabia, approvata dal Consiglio dei ministri e ora in attesa di iniziare l’iter parlamentare per la sua approvazione, non smette di far discutere, anche all’interno dei partiti al momento in maggioranza di governo. A soffrire maggiormente del sì di Palazzo Chigi al testo sono i Cinque Stelle, che con Alfonso Bonafede a capo della Giustizia avevano fatto della battaglia alla prescrizione un nodo identitario dello stesso MoVimento. Arrivano commenti di delusione di Giuseppe Conte, dello stesso Bonafede - che accusa i suoi compagni pentastellati di aver “annacquato la battaglia” - e soprattutto di Alessandro Di Battista, mentre Pd, Italia Viva e Forza Italia esprimono la loro soddisfazione.
Conte: “Non canterei vittoria”
L’ex premier Giuseppe Conte, intervenendo al Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, ha detto: “Non canterei vittoria. Non sono sorridente sull’aspetto della prescrizione, siamo ritornati a un’anomalia italiana”.
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Di Battista: “L’impunità è tornata”
Più polemico Alessandro Di Battista, roccaforte dell’originario MoVimento Cinque Stelle, che nel suo editoriale per la testata online Tpi, scrive: “Mai mi sarei immaginato di vedere i miei ex colleghi non solo sedersi di fianco a ministri berlusconiani ma votarci insieme una riforma della giustizia”. "L'ultima settimana è stata un bagno di sangue" per i pentastellati, sostiene Di Battista, che non risparmia critiche ai suoi ex colleghi di partito, concentrando il suo attacco proprio sulla questione della giustizia. Più in particolare sulla prescrizione. "Ieri - scrive - un pezzo della riforma sulla prescrizione è finita nell'oblio. Oltretutto lo stop alla prescrizione era una norma voluta da tutto il Movimento, presentata in campagna elettorale nel 2018 e che è costata la testa del ministro Bonafede. E i governisti, al posto di difendere una conquista, si calano le braghe facendo credere a questo punto che tale riforma fosse un capriccio dell'ex guardasigilli e non la linea politica scelta negli ultimi 10 anni. La prescrizione è di fatto tornata, per la gioia di chi ha denari e potere. Solo che si chiamerà improcedibilità. L’impunità è tornata". E poi, l’affondo: “Urge una presa di posizione del gruppo parlamentare del Movimento, urge per dignità, per rispetto della Costituzione e anche per mera autoconservazione. Come pensano di prendere i voti tra due anni?".
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Bonafede: “I Cinque Stelle hanno annacquato la battaglia”
Più diplomatico ma non meno critico l’ex ministro della Giustizia Bonafede, che dell’abolizione della prescrizione aveva fatto il suo cavallo di battaglia durante gli anni passati al Ministero. “Ho sinceramente apprezzato i tentativi della ministra Cartabia di trovare una sintesi oggettivamente difficile: tuttavia, è evidente (e legittimo) che sulla prescrizione la pensiamo in maniera diversa”, ha scritto in un post sul suo profilo Facebook. “La norma votata ieri - aggiunge - rischia di trasformarsi in una falcidia processuale che produce isole di impunità e che allungherà i tempi dei processi. Ieri il M5s è stato drammaticamente uguale alle altre forze politiche. Ha annacquato la battaglia".
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Letta, Renzi, Carfagna: “Un passo avanti”
Il testo passato a Palazzo Chigi non ha invece deluso le aspettative del segretario del Pd Enrico Letta e del suo passato antagonista alla guida del partito Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Entrambi hanno parlato di “un grande passo avanti” sulla giustizia. Renzi, intervistato a L’aria che tira su La7, si spinge più in là: “Vedo Bonafede che non è d'accordo, mi sento meglio. Con Bonafede il sistema era barbaro, con la Cartabia civile. Penso che qualsiasi cittadino abbia il diritto di avere un processo in tempi brevi e non essere alla mercè dei giochi interni alla magistratura”. Dal canto suo, Letta - allo stesso Convegno dei Giovani industriali a cui ha parlato Conte - guarda il tema da una prospettiva diversa. “Crediamo che il nostro Paese abbia bisogno di una Giustizia rapida e efficiente. È essenziale per attirare nuovi investimenti e soprattutto per proteggere e garantire i nostri cittadini. Un bel passo avanti. Erano 30 anni che non si riusciva ad andare avanti su una riforma così bipartisan così larga”. Anche da Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale ed esponente di Forza Italia, arrivano commenti positivi. “I provvedimenti sulla giustizia approvati ieri costituiscono un miracolo dal punto di vista politico e tecnico”, ha detto. Carfagna ha poi aggiunto: “A solo cinque mesi dall'insediamento di questo Governo si è arrivati ad una riforma. Sicuramente il dibattito parlamentare sarà animato, ma sono convinta che la riforma andrà a buon fine. Si confermano le cifre del Governo Draghi e sono contenta che a intestarsi questo risultato sia stata una donna come il ministro Marta Cartabia. Milioni di cittadini potranno avere finalmente una giustizia rapida e certa".