Decreto Covid, le Regioni tuonano: "Cambiati gli accordi. Spostare il coprifuoco alle 23"
PoliticaI governatori con una lettera a Draghi chiedono di allungare di un'ora il divieto di uscita notturna. Fedriga attacca anche su modalità del ritorno in classe. Emiliano: "Si distrugge turismo". Ieri il Cdm ha approvato il decreto per le riaperture dal 26 aprile ma si è registrata l’astensione leghista. È la prima crepa nella maggioranza, fonti riportano l'irritazione del premier. Ministro Orlando: "Atto incomprensibile". Salvini: “Rotture? Chiedete al Pd, noi leali”
Posticipare il coprifuoco dalle 22 alle 23 è una delle richieste contenute in una lettera che le Regioni hanno inviato al premier Mario Draghi. "In ragione dell'approssimarsi della stagione estiva caratterizzata dall'ora legale e, in considerazione della riapertura delle attività sociali e culturali - si legge nella missiva -, si propone di valutare il differimento dell'interruzione delle attività e della mobilità dalle ore 22 alle ore 23". Il decreto Covid con le prime riaperture a partire dal 26 aprile è stato approvato dal Cdm mercoledì 21 ma si è registrata l’astensione della Lega. Una decisione che ha di fatto creato la prima frattura nella maggioranza di governo da quando Draghi è premier. Il "casus belli" è il coprifuoco, che al momento rimane a partire dalle ore 22. Dopo maggio potrebbe essere valutata, dopo un'ulteriore analisi dei dati epidemiologici, una delibera per eliminarlo o far partire il provvedimento dalle ore 23. Ma si registrano tensioni tra Regioni e governo anche sul tema scuola.
L'astensione della Lega in Cdm
Come si apprende da fonti della Lega, Matteo Salvini ha ribadito a Draghi la decisione di non votare il decreto Covid assicurando però fiducia nel capo del governo. "La Lega non può votare questo decreto - fa sapere il partito - Al di là del coprifuoco, la zona gialla così come l'avete pensata non permette ad esempio di andare in un bar o in un ristorante al chiuso". E continua: "Abbiamo fiducia in te, ma noi lavoriamo al prossimo decreto che entro metà maggio - se i dati continueranno a essere positivi - dovrà consentire il ritorno alla vita e al lavoro per milioni di italiani" (COVID: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE).
L’irritazione di Draghi
L'ex governatore della Bce ha optato con decisione per tirare dritto e riaprire ma con gradualità. Dopo l’astensione della Lega, Draghi - spiegano fonti ministeriali presenti all'incontro - ha manifestato apertamente la sua "irritazione" su un cambio di linea rispetto a decisioni prese "collegialmente" pochi giorni fa. E nel governo, fronte M5S, c'è chi sottolinea: "oggi è una prima rottura del patto di responsabilità che ha dato vita all'esecutivo Draghi. C'è stato stato un susseguirsi di ultimatum che minano l'unità".
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Ma sull'orario del divieto di uscita notturna arrivano anche le prime aperture da parte di esponenti del governo. "Il coprifuoco - spiega la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti - è uno dei punti sui quali abbiamo dibattuto per ampliare il più possibile le attività che potessero riaprire. Sulla base dei dati potremmo valutare, anche anticipatamente rispetto alla fine di luglio, questa o altre misure potendole modificare". Secondo la ministra per le Autonomie Mariastella Gelmini "il fatto che nel testo del decreto varato ieri non sia stato riprogrammato il coprifuoco, non significa che durerà fino al 31 luglio. Questa è una lettura distorta del provvedimento. Sono assolutamente certa - ha aggiunto - che presto il coprifuoco sarà solo un brutto ricordo. È lo stesso decreto a dirlo, precisando che il Consiglio dei ministri potrà intervenire nelle prossime settimane"
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Orlando: da Lega atto incomprensibile e irresponsabile
Sull'astensione della Lega in Consiglio dei ministri si è comunque scatenata una polemica politica. “Credo sia un atto incomprensibile e irresponsabile in questo momento. Poche ora prima condividi un accordo, poi cominci a sparare su quell'accordo e poi ti astieni”, ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando. Si tratta, ha aggiunto, "di una posizione che non è all'altezza di questo momento. Questo continuo alternarsi tra passi avanti e indietro credo non aiuti l’Italia".
Salvini: “Rotture? Chiedete al Pd. Noi leali”
"Noi siamo i più leali alleati di Draghi e siamo rispettosi dell'appello di Mattarella. Se qualcuno cerca chi vuole rompere, chieda al Pd o pensi alla felpa che abbiamo visto pochi giorni fa". Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini durante il suo intervento nella segreteria politica della Lega, come riferisce il partito. "Siamo convintamente nel governo Draghi, non è il governo di altri - ha aggiunto - Alcuni ministri non hanno nemmeno dato le deleghe ai sottosegretari: siamo leali ma non fessi, questo non è il governo Orlando-Speranza".
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Le posizioni della Lega
“Sembra una decisione presa dai tecnici più che dai politici. Senza una sintesi”, ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia, sulla conferma da parte del Consiglio dei ministri del coprifuoco alle 22. Zaia non ci sta a fare "la figura dell'irresponsabile" e si dice d'accordo con l'astensione dei ministri leghisti.
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I governatori contro il coprifuoco alle 22
Contro il divieto di uscita dalle 22 anche diversi presidenti delle Regioni. "Io avrei sicuramente allungato di un'ora adesso e man mano che le temperature salgono avrei portato sino a mezzanotte" il coprifuoco, ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano a Timeline su SkyTg24. Per Emiliano il coprifuoco alle 22, a luglio, "è una cosa senza senso che rischia di distruggere il nostro turismo". Posizione simile a quella del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga: “Mettere il coprifuoco alle 23 è una proposta assolutamente responsabile", qualcuno "mi spieghi perché un'ora di distanza farebbe schizzare i contagi in alto".
Scontro anche sulla scuola
Le tensioni però hanno coinvolto anche un altro tema, quello della scuola, su cui sono le regioni che vanno all'attacco. "L'aver cambiato in Consiglio dei ministri un accordo siglato dalla Conferenza delle Regioni con i Comuni tramite Anci e con le provincie tramite Upi" sulla presenza di studenti a scuola è "un precedente molto grave" che ha "incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni", ha detto il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, sostenendo che gli accordi si possono cambiare ma "riconvocando chi quegli accordi li ha presi". Fedriga ha dunque annunciato la convocazione per oggi di una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni.