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Nuovo Dpcm, scontro governo-sindaci su chiusure anti-movida. Conte: concordato protocollo

Politica
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Nel testo finale del decreto è scomparsa la parola 'sindaci' per le restrizioni contro la movida. "La norma - dice il ministro degli Affari Regionali Boccia - è stata smussata". Ma i primi cittadini hanno continuato a protestare, lamentando di non essere stati coinvolti nella decisione, che accusano di essere vaga e di difficile attuazione. Po il chiarimento: Conte annuncia un protocollo che "consentirà ai sindaci, sentite le Asl, di adottare una proposta per piazze e vie che più si prestano ad assembramenti"

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Nel testo finale del nuovo Dpcm (LE MISURE) per far fronte all'emergenza coronavirus (AGGIORNAMENTI SPECIALE) è scomparsa la parola "sindaci" per le restrizioni anti-movida. La decisione di indicare i primi cittadini come responsabili degli eventuali 'coprifuochi' dalle ore 21 - in via e piazze dove si possono formare assembramenti - aveva scatenato le polemiche degli amministratori locali, che ne avevano chiesto a gran voce la rimozione. Poi, in giornata, è arrivato il chiarimento. "Ci siamo sentiti con Decaro e Lamorgese, e abbiamo già concordato un protocollo che consentirà ai sindaci, sentite le Asl, di adottare una proposta per le piazze e le vie che più si prestano ad assembramenti", ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa a palazzo Chigi.

Decaro (Anci): "Sgarbo istituzionale, ma chiarimento col governo"

In proposito, il premier ha poi aggiunto che "nell'ambito di una riunione tecnica del Comitato ordine e sicurezza pubblica si cercherà una soluzione per controlli e attuazione da parte di tutte le autorità competenti. Si tratta di misure sperimentali: dobbiamo costruire anche qualcosa di nuovo". A confermare l'accordo con l'esecutivo anche il sindaco di Bari e presidente dell'Anci Antonio Decaro: "Al di là delle polemiche con il governo, oggi poi c'è stato un chiarimento con il presidente del Consiglio dei ministri e con il ministro dell'Interno". Per poi aggiungere: "Noi sindaci siamo stati tenuti all'oscuro di una norma che impattava direttamente sulla responsabilità dei sindaci. È stato uno sgarbo istituzionale, sembrava un modo per scaricare sui sindaci la responsabilità" delle chiusure. 

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Cosa c'è scritto nel Dpcm

All'articolo 1 del decreto si legge ora che "delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico dopo le 21". "La norma - ammette il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a Rainews24 - è stata smussata. Detto questo, se c'è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci, i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima. Il governo non scarica responsabilità su sindaci".

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La polemica con il governo

“Abbiamo considerato una scorrettezza istituzionale trovare una norma di cui non si è discusso nelle tre riunioni che abbiamo fatto tra sabato e domenica. L’abbiamo ritrovata in televisione durante la conferenza stampa del presidente del Consiglio Conte. Non ci sottraiamo alle responsabilità, i sindaci si assumono responsabilità tutti i giorni, è una questione legata alla correttezza istituzionale. Inserire quella norma nel decreto senza dire nulla ai sindaci a noi è sembrato un modo per scaricare la responsabilità del coprifuoco sui sindaci davanti all’opinione pubblica e devo dire che l’effetto è arrivato. Da stamattina i cittadini ci chiedono quali sono le aree da chiudere”, aveva dichiarato a Start, su Sky TG24, il sindaco di Bari e presidente dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) Antonio Decaro. “Dopo di che - aveva aggiunto - ho chiesto io per primo al prefetto di convocare il Comitato provinciale dell’ordine pubblico, allargato alle forze dell’ordine e alla Asl, perché per come è scritto il decreto non si capisce chi deve fare che cosa, ho bisogno con loro di capire quali sono le aree che possono creare problemi dal punto di vista del contagio e soprattutto Questore e Prefetto mi devono chi controlla quelle aree, che non può chiudere il sindaco con tutta la buona volontà". "Il prefetto, che rappresenta il Governo - aveva poi chiosato - ci dovrà dire cosa dobbiamo fare, se dovremo individuare noi le aree non ci sottrarremo, abbiamo il dovere di proteggere i nostri concittadini. L’importante è capire, sulla base di quella norma, chi deve fare cosa".

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Nardella: "Chiusura vie generica, dare strumenti a sindaci"

"Noi ci prendiamo responsabilità ogni giorno. Il problema di questo Dpcm è che la norma che prevede la chiusura di piazze e strade non indica nulla sulle modalità, sui controlli, sulle responsabilità - ha commentato invece il sindaco di Firenze Dario Nardella a Omnibus su La7 -. Dopo sei mesi di esperienza sul fronte del Covid - ha proseguito - siamo sorpresi che si introduca una misura così generica. Si dica con chiarezza con quali modalità noi possiamo chiudere piazze e strade, si dica ai prefetti di supportare al massimo i sindaci. Un sindaco da solo non può usare questi strumenti”.

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Gori: "Chiusure inapplicabili, e non si dice chi le fa"

Sulla stessa linea anche il primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori: ”Nel testo definitivo è stato tolto il riferimento esplicito ai Sindaci che c'era nella bozza, citato da Conte in conferenza stampa. Ma non si dice a chi competerebbero quelle misure: se ai Sindaci, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione. Né con quali mezzi si possano attuare". "Per chiudere una piazza con cinque vie d'accesso - ha aggiunto Gori - servono almeno 10 agenti. Chi li ha? Poi però, dice il Dpcm, bisogna consentire l'accesso agli esercizi commerciali e alle abitazioni. Come si controlla? E se la gente si sposta e si assembra nella via accanto? Inapplicabile”. "Inaccettabile e inapplicabile la norma che scarica sui Comuni la gestione, in realtà, del coprifuoco, senza uomini e senza mezzi. Tutti i Comuni italiani sono in rivolta e chiedono al Governo di cambiarla. Ora”, ha rincarato la dose la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli.

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De Magistris: "Coprifuoco? Decisione non applicabile"

''Dobbiamo decidere insieme e dobbiamo partecipare ai luoghi della decisione. Fare il coprifuoco della via o della piazzetta non ha nulla a che vedere con il contenimento di focolai che noi vorremmo provare a contenere’’, ha sottolineato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a Tv8. La misura, secondo il sindaco, è ''inattuabile. A noi - ha spiegato - manca un terzo dell'organico della polizia municipale, non abbiamo le risorse economiche per pagare gli straordinari e dobbiamo affrontare un'epidemia sociale ed economica. È stata adottata la misura peggiore. Il Governo non si vuole assumere questa responsabilità e ci lascia con il cerino in mano''. Secondo il sindaco, ''dopo 9 mesi è venuto il momento di essere uniti con le nostre diversità, di concertare insieme perché ognuno si deve prendere le proprie responsabilità e i sindaci lo fanno e anzi si assumono anche quelle che ci scaricano senza consultarci’’.

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