Covid, Speranza: su emergenza valuteremo, pronti a ogni evenienza

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"Abbiamo bisogno di essere pronti a misure qualora dovessero essere necessarie a livello di piccoli territori, escludiamo in questo momento interventi più larghi", ha detto il ministro della Salute

"Sullo stato di emergenza faremo una valutazione da qui a qualche settimana quando arriverà a scadenza e ci teniamo pronti ad ogni evenienza nel senso che abbiamo bisogno di essere pronti a misure qualora dovessero essere necessarie a livello di piccoli territori, a livello diciamo sub provinciale, escludiamo in questo momento interventi più larghi". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al Tg3. (COVID, LO SPECIALE DI SKY TG24 - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE)

"No al 25% capienza negli stadi, priorità alla scuola" 

 

"Non sono d'accordo" sulla capienza al 25% negli stadi. "Penso che dobbiamo puntare le nostre

energie sulle cose essenziali, non possiamo permetterci rischi impropri, in questo momento la priorità è la scuola. La scuola ha oramai riaperto in tutta Italia, stiamo ancora monitorando

per capire quali sono le conseguenze relative. Devono passare un po' di giorni, un po' di settimane e capire bene qual è la reazione sul piano epidemiologico dell'apertura delle scuole", ha aggiunto. E su un'ipotesi di soglia un po' più bassa del 25%, Speranza ha risposto: "Questo lo valuteranno domani i nostri scienziati. Io sono anche un grande tifoso di calcio ma in questo momento la priorità dell'Italia devono essere le scuole, non possono essere gli stadi, lo dico con il massimo del rispetto anche perché ci sono persone che lavorano intorno alla stadi, quindi nulla può essere sottovalutato ma in

questo momento non possiamo permetterci leggerezze abbiamo un vantaggio che dobbiamo conservare. Il virus circola, non commettiamo errori". 

"Monitoriamo Gb su base evoluzione"

"Abbiamo un vantaggio rispetto ad altri Paesi e proveremo a difendere questo vantaggio con tutte le energie, oggi il test viene fatto dalle aree che abbiamo ritenuto più a rischio, alcuni di questi Paesi stanno un po' meglio e non escludiamo che possano essere tolti dalla lista, altri, potranno entrare. Sicuramente il Regno Unito è un Paese molto importante, lo stiamo monitorando con grande attenzione, sulla base dell'evoluzione epidemiologica", ha concluso.

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