Autostrade, Benetton fuori da cda, ingresso Cdp al 51%. Esulta M5S: "Via i poteri forti"

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L'intesa dopo un Cdm durato tutta la notte e non privo di tensioni. Aspi ha accolto tutte le richieste dell'esecutivo. Il processo durerà 6-12 mesi: prevede l'ingresso di Cdp con il 51% e le quote Benetton scenderanno al 10-12%. La società inoltre sbarcherà in Borsa. Il Cdm ha avviato la transazione, stop alla revoca della concessione solo se l'accordo verrà completato. Conte: "Siamo abbastanza soddisfatti, è un altro dossier ricondotto alla ragione". Di Maio: "Ce l'abbiamo fatta". Salvini: "Sa di fregatura"

Aspi accoglie le richieste del governo, passo indietro dei Benetton dalla società e Autostrade vedrà l’ingresso dello Stato attraverso Cassa depositi e prestiti con il 51% (COSA PREVEDE L'ACCORDO). È quanto emerge alla fine di un Consiglio dei ministri durato tutta la notte sul dossier della concessione della rete autostradale. "Il Consiglio dei ministri ha ritenuto di avviare l'iter previsto dalla legge per la formale definizione della transazione" con Aspi, "fermo restando che la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell'accordo transattivo", si legge nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri. Durante la nottata, spiegano fonti di governo, Aspi ha inviato quattro lettere diverse al governo, nelle quali ha man mano accolto "tutte le richieste". Passa così la linea dura del premier Giuseppe Conte, preannunciata nei giorni precedenti sulle condizioni da accettare da parte di Aspi per non vedere diventare realtà la revoca. "Siamo abbastanza soddisfatti, è un altro dossier ricondotto alla ragione" ha dichiarato Conte. Esultano i 5 Stelle: "Ce l'abbiamo fatta, via i poteri forti". Scettico Salvini: "Non si sa ancora nulla" dell'accordo, "ci sa tanto di fregatura e vogliamo che siano chiari".

Mandato a Mit e Mef per definire la transizione

È stato un Consiglio dei ministri infuocato durato circa sei ore, e terminato alle 5:30 del mattino. Il Cdm ha dato mandato a Cassa depositi e prestiti e ai ministri dell'Economia e delle Infrastrutture di trattare da un lato per l'uscita graduale di Benetton dalla società, dall'altro per un nuovo accordo su tutti gli aspetti della convenzione. L'interlocuzione di Cdp deve iniziare entro il 27 luglio.

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Come avverrà la transizione

La transizione dovrebbe realizzare nel giro di sei mesi o un anno, e avverrà in due fasi: nella prima Cdp entrerà con il 51% con lo scorporo di Atlantia (la holding dei Benetton che al momento detiene l'88% delle quote di Autostrade) che porterà il peso della famiglia Benetton tra il 10 e il 12%, soglia sotto la quale non si entra in Cda.  In questa fase Atlantia condividerà la quota di minoranza di Autostrade con gli altri azionisti. Nella seconda fase la quotazione in Borsa che dovrebbe portare a una società con un azionariato diffuso alto, fino al 50%, con il possibile ingresso di nuovi soci con un'operazione di mercato, abbassando ulteriormente il peso della famiglia Benetton.

 

Atlantia disposta a cedere direttamente l'88% delle quote

Per l'ingresso di Cassa depositi e prestiti in Aspi, la proposta transattiva prevede un aumento di capitale per l'acquisizione del controllo da parte di Cdp e l'uscita di Aspi dal perimetro di Atlantia. "In alternativa Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l'intera partecipazione in Aspi, pari all'88%, a Cdp e a investitori istituzionali di suo gradimento". Atlantia e Aspi inoltre si sono impegnate a garantire l'immediato passaggio del controllo di Aspi a Cassa depositi e prestiti "in vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva".

Cosa prevedono gli altri punti dell'intesa

Tra gli altri punti previsti dall'accordo, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, ci sono 3,4 miliardi di risarcimenti a carico di Aspi e un importante calo delle tariffe. L'intesa prevede, inoltre, il rafforzamento dei controlli e l'aumento delle sanzioni in caso di violazioni da parte di Aspi stessa. La società rinuncerà poi a tutti i ricorsi "sulle attività di ricostruzione del ponte Morandi", sul "sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell'Autorità di regolazione dei trasporti (Art)", e infine ai "ricorsi per contestare la legittimità dell'art. 35 del decreto-legge Milleproroghe", quello che riduce le penali da versare ai concessionari in caso di revoca per inadempimento.

Le tensioni nel Cdm

L'ultima trattativa tra il premier Conte e i Benetton avviene durante un Consiglio dei ministri pieno di tensioni, con il presidente del Consiglio tretto tra dissidi interni alla maggioranza, l'irritazione di Iv - unico partito apertamente contrario alla revoca - e l'insofferenza del M5S. All'inizio del Cdm Gualtieri, che non sarebbe contrario in principio alla revoca, porta una nuova proposta di Aspi. Ma non basta, e parte così una lunga e dura negoziazione, che porta l'azienda a inviare al governo quattro diverse lettere nel corso della notte per perfezionare una bozza di intesa. Conte e anche il M5s, per la parte dell'assetto societario, si dichiarano subito insoddisfatti: l'uscita graduale di Benetton richiederà una negoziazione dai tempi troppo lunghi, secondo fonti pentastellate. Le trattative continuano e all'alba in Consiglio dei ministri arriva l'ultima lettera inviata da Aspi, che accoglie tutte le richieste del governo.

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Le reazioni politiche

"Noi ci preoccupiamo di tutelare l'interesse pubblico non degli slogan", ci interessa la “sostanza”, ha commentato Conte. "Oggi abbiamo un Governo che mette alla porta i poteri forti - scrive il M5S in un post dal titolo "#byebyeBenetton" sul blog delle Stelle -. I Benetton perdono su tutta la linea e si piegano alla fermezza del MoVimento 5 Stelle. Non abbiamo mai mollato di un centimetro su un tema che ci ha visti combattere, soli contro tutti, per portare giustizia alle famiglie delle vittime del Ponte Morandi e a tutti i cittadini. Perché su quel ponte crollato poteva esserci chiunque di noi”. Era il nostro principale obiettivo. E ce l'abbiamo fatta”, ribadisce il ministro Luigi Di Maio. "Dopo molte battaglie, lasciatemi dire che è un ottimo risultato. Impensabile fino a un anno fa, quando nella precedente esperienza di governo c'era chi continuava ogni giorno a mettersi di traverso”. “Quello raggiunto stanotte, in tema di concessioni autostradali, è un grande risultato”, gli fa eco il ministro Alfonso Bonafede. Soddisfatto anche il Pd: "la soluzione della vicenda Aspi del Governo tutela l'interesse pubblico di tutti gli italiani e i lavoratori dell'azienda. Ora avanti con gli investimenti”, twitta la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli. Critiche le opposizioni. Il leader della Lega Matteo Salvini afferma: "Non si sa ancora nulla" dell'accordo, “ci sa tanto di fregatura e vogliamo che siano chiari”, mentre la presidente di Fdi Giorgia Meloni dichiara: “Il Governo ha evitato la revoca con il favore delle tenebre”. Per Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia, l’operazione “portata a termine dal governo non è un successo politico ma l'anticamera di un nuovo inquietante, capriccioso statalismo”.

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