Coronavirus, Mattarella: "Bergamo cuore dell'Italia ferita, riflettere su errori"

Politica

Il presidente della Repubblica ha preso parte alla messa di Requiem per la commemorazione delle vittime bergamasche del Covid-19. "Questi mesi ci hanno cambiato. La strada della ripartenza è stretta. Va percorsa con coraggio e determinazione", ha detto. Poi ha invitato a ricordare quello che non ha funzionato, ma anche "ciò che di positivo si è manifestato"

"Qui a Bergamo, questa sera, c'è l'Italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto. E che, volendo riprendere appieno i ritmi della vita, sa di non poter dimenticare quanto è avvenuto". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato a Bergamo alla Messa di Requiem per la commemorazione delle vittime bergamasche del Covid-19 (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE). "La strada della ripartenza è stretta e in salita. Va percorsa con coraggio e determinazione. Con tenacia, con ostinazione, con spirito di sacrificio. Sono le doti di questa terra, che oggi parlano a tutta l'Italia per dire che insieme possiamo guardare con fiducia al nostro futuro", ha detto (LA SITUAZIONE CONTAGI IN ITALIA).

L’omaggio alle vittime del coronavirus

Il capo dello Stato è arrivato nella città lombarda, al cimitero monumentale, per rendere omaggio alle vittime che in questi mesi hanno perso la vita per il coronavirus, la maggior parte delle quali non ha avuto un funerale. Un omaggio a circa tre mesi di distanza dalle immagini dei camion dell'esercito che portavano le bare dei defunti per il Covid in altre città, perché a Bergamo non c'era più posto al cimitero e al crematorio. Presenti alla cerimonia i 324 sindaci dei Comuni della provincia, in rappresentanza dei loro cittadini. Mattarella ha prima deposto una corona di fiori, poi ha preso la parola per quelle che ha definito “riflessioni essenziali”. “La mia partecipazione vuole testimoniare la vicinanza della Repubblica ai cittadini di questa terra così duramente colpita”, ha detto il presidente. "Bergamo, oggi, rappresenta l'intera Italia, il cuore della Repubblica, che si inchina davanti alle migliaia di donne e di uomini uccisi” dal Covid. Dopo il breve discorso di Mattarella, la Messa da Requiem di Donizetti con l'orchestra e il coro del Donizetti Opera festival che hanno eseguito la composizione in un clima sofferto .

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Mattarella: “Fare memoria dei tanti che non ci sono più”

“Oggi ci ritroviamo qui per ricordare. Per fare memoria dei tanti che non ci sono più”, ha aggiunto il presidente. “Fare memoria – ha spiegato – significa anzitutto ricordare i nostri morti e significa anche assumere piena consapevolezza di quel che è accaduto. Senza cedere alla tentazione illusoria di mettere tra parentesi questi mesi drammatici per riprendere come prima”. “Ricordare – ha proseguito – significa riflettere, seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere”. Ma, ha aggiunto Mattarella, “significa allo stesso tempo rammentare il valore di quanto di positivo si è manifestato. La straordinaria disponibilità e umanità di medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari, Forze dell'Ordine, volontari. Vanno ringraziati: oggi e in futuro”.

Bergamo Coronavirus  - manifestazione dei centri sociali contro Regione Lombardia, ritenuta responsabile della mancata esecuzione della zona rossa in bergamasca e della cattiva gestione dell’emergenza Covid-19 (Foto ©Sergio Agazzi/Fotogramma, Bergamo - 2020-06-13) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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“Questi mesi ci hanno cambiato”

Secondo il capo dello Stato, "tutti conserviamo nel pensiero immagini che sarà impossibile dimenticare. Cronache di un dolore che hanno toccato la coscienza e la sensibilità di tutto il Paese ma che, per chi le ha vissute personalmente, rappresentano cicatrici indelebili”. “Il destino di tante persone e delle loro famiglie – ha detto Mattarella – è cambiato all'improvviso. Vite e affetti strappati, spesso senza un ultimo abbraccio, senza l'ultimo saluto, senza poter stringere la mano di un familiare". “Questi mesi – ha sottolineato il presidente – ci hanno certamente cambiato. Dire che, d'ora in poi, la nostra vita non sarà come prima non è la ripetizione di un luogo comune”. “Non sarà come prima – ha spiegato – perché ci mancheranno persone care, amici, colleghi. Non sarà come prima perché la sofferenza collettiva, che all'improvviso abbiamo attraversato, ha certamente inciso, nella vita di ciascuno, sul modo in cui si guarda alla realtà, sulle priorità, sull'ordine di valore attribuito alle cose, sull'importanza di sentirsi responsabili gli uni degli altri”.

Una veduta esterna del tribunale di Bergamo dove si svolge l'udienza del processo per l'omicidio di Yara Gambirasio, 3 luglio 2015.
ANSA/PAOLO MAGNI

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"Dobbiamo guardare avanti, con la volontà di ricostruire"

Mattarella ha poi invitato a ricordarci “delle energie morali emerse quando, chiusi nelle nostre case, stretti tra angoscia e speranza, abbiamo cominciato a chiederci come sarebbe stato il nostro futuro. Il futuro della nostra Italia. La memoria ci carica di responsabilità. Senza coltivarla rischieremmo di restare prigionieri di inerzie, di pigrizie, di vecchi vizi da superare. Infine, il presidente ha esortato tutto il Paese a rimboccarsi le maniche: "Da quanto avvenuto dobbiamo uscire guardando avanti. Con la volontà di cambiare e di ricostruire che hanno avuto altre generazioni prima della nostra". 

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