Coronavirus, fase 2: Tar annulla ordinanza Calabria su bar e ristoranti

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Il tribunale di Catanzaro ha accolto il ricorso presentato dal governo tramite l'Avvocatura generale dello Stato contro il provvedimento della presidente della Calabria: norme anti-coronavirus spettano al presidente del Consiglio. Boccia: “Non è la stagione delle divisioni”. Santelli: “Vittoria di Pirro”

Il Tar di Catanzaro ha accolto il ricorso del governo contro una parte dell’ordinanza della governatrice della Calabria Jole Santelli. Il provvedimento, emanato il 29 aprile scorso, consentiva la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e agriturismi con somministrazione esclusiva all’aperto: di fatto, anticipava le riaperture prima dell'avvio della Fase 2 dell'emergenza coronavirus. L’ordinanza era stata impugnata dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia lo scorso 3 maggio, ora il Tar ha accolto il ricorso presentato dal Consiglio dei ministri tramite l'Avvocatura generale dello Stato. “Non è la stagione delle divisioni”, ha commentato Boccia. “Si tratta di una vittoria di Pirro”, ha detto invece Santelli (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).

Tar: norme anti-Covid spettano al presidente del Consiglio

L'udienza collegiale del Tar, tenuta in camera di consiglio, si è svolta questa mattina. I giudici amministrativi del capoluogo calabrese - accogliendo il ricorso del governo e annullando l'ordinanza della Regione Calabria – hanno sottolineato che "spetta al presidente del Consiglio individuare le misure necessarie a contrastare la diffusione del virus Covid-19, mentre alle Regioni è dato intervenire solo nei limiti delineati dall'art. 3”. Il rischio epidemiologico, hanno aggiunto i giudici, "non dipende soltanto dal valore attuale di replicazione del virus" ma dipende "anche da altri elementi, quali l'efficienza e capacità di risposta del sistema sanitario regionale, nonché l'incidenza che sulla diffusione del virus producono le misure di contenimento via via adottate o revocate. Non a caso, le restrizioni dovute alla necessità di contenere l'epidemia sono state adottate, e vengono in questa seconda fase rimosse, gradualmente, in modo che si possa misurare, di volta in volta, la curvatura assunta dall'epidemia in conseguenza delle variazioni nella misura delle interazioni sociali". "Un tale modus operandi – hanno sottolineato i giudici – appare senza dubbio coerente con il principio di precauzione, che deve guidare l'operato dei poteri pubblici in un contesto di emergenza sanitaria quale quello in atto, dovuta alla circolazione di un virus, sul cui comportamento non esistono certezze nella stessa comunità scientifica".

Boccia: "Sentenze si applicano"

Non si è fatta attendere la reazione del ministro Boccia. “Le sentenze e le leggi non si discutono ma si applicano. E questo deve valere per ognuno di noi. La sicurezza sui luoghi di lavoro per lavoratori e cittadini è una nostra priorità assoluta nell'emergenza Covid-19. Il governo sta facendo ripartire il Paese in sicurezza. Non è la stagione delle divisioni, dei protagonismi e dell'individualismo", ha commentato.

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Avvocato regione: "Decisione ininfluente"

Ha detto la sua anche la governatrice della Calabria Santelli. “Prendiamo atto della decisione del Tar, ma non nascondiamo il rammarico per una pronuncia che provoca una battuta d'arresto ai danni di una regione che stava ripartendo dopo 2 mesi di lockdown e dopo i sacrifici dei cittadini. Una scelta così importante spettava alla Corte costituzionale, unico organo in grado di fare chiarezza sul rapporto governo-Regioni. Il governo Conte ha poco da esultare: si tratta di una vittoria di Pirro che calpesta i diritti dei cittadini, dopo che per 11 giorni l'ordinanza ha avuto validità". Sulla stessa linea Oreste Morcavallo, uno dei legali che ha assistito la Regione Calabria. “È una decisione pur rispettabile ma ininfluente: l'ordinanza infatti ha avuto piena esecuzione per 11 giorni e il governo ha preannunciato per mercoledì che disporrà l'apertura di bar e ristoranti a livello generale. La Regione ha vinto con il mancato accoglimento del decreto cautelare e ha avuto un importante risultato acquisendo la primazia politico-istituzionale di tutela delle prerogative costituzionali delle regioni”, ha detto. 

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