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Coronavirus, Conte: "Piano per riaprire dal 4 maggio con attenzione a peculiarità Regioni"

Politica

Il presidente del Consiglio su Facebook: “Programma entro la fine di questa settimana”. E aggiunge: “Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto” ma “sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato”

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"Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi” il piano per la fase 2 dell’emergenza coronavirus “e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma". A dirlo, in un post su Facebook, è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio", aggiunge, precisando che ““deve avere un’impronta nazionale” ma considerando le caratteristiche delle singole regioni. “È fin troppo facile dire ‘apriamo tutto’ - scrive - Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo” (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LE GRAFICHE - SALA: "A MILANO DOPPI TURNI PER LE SCUOLE" - IN LOMBARDIA ZERO NUOVI CONTAGI NON PRIMA DI FINE GIUGNO).

“Vanno considerate le caratteristiche dei singoli territori”

Un programma, dice Conte, che “deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali”. Il premier spiega però che vanno considerate le “peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19” (FOTO SIMBOLO – IN ARRIVO L’APP PER IL TRACCIAMENTO DEI CONTAGI I NUMERI DELL'ITALIA).

“Il piano deve essere scientifico, il rischio è concreto”

“In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione - aggiunge ancora Conte - Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni”. Nel caso della riduzione delle misure restrittive, spiega il premier, deve esserci “un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico. Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti ‘tollerabile’ soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere” (CHI SONO GLI ESPERTI DELLA TASK FORCE PER LA FASE 2 - ZAIA: "FASE 2 SARÀ DI CONVIVENZA CON IL VIRUS).

“Riaprire tutto subito sarebbe irresponsabile”

Conte poi ricorda che “molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina”. Tuttavia, ricorda, “una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme”. Poi un appello: “Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza. E smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova”.