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Coronavirus, Provenzano a Sky Tg24: "Disomogeneità regionale porta incertezza e ricadute"

Politica

Il ministro per il Sud e per la Coesione territoriale è intervenuto a ‘L’Intervista di Maria Latella’: "Ho la preoccupazione che nel nostro Paese si stia diffondendo in queste ore l’idea che siamo già usciti dalla fase dell’emergenza e siamo già nella fase due"

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“Ho la preoccupazione che nel nostro Paese si stia diffondendo in queste ore l’idea che siamo già usciti dalla fase dell’emergenza e siamo già nella fase due”. Queste le parole del ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano, intervenuto a “L’Intervista di Maria Latella” su Sky Tg24. Lo stesso Provenzano ha poi espresso il suo timore verso “una sorta di ritorno alla normalità anche negli aspetti più deteriori, come quelli del conflitto politico e del conflitto istituzionale tra Stato e Regioni, dopo che faticosamente nel corso delle settimane precedenti eravamo riusciti a definire un impianto unitario”. E proprio sulla disomogeneità regionale e territoriale dice: “Non solo getta nell’incertezza i cittadini in un momento in cui serve dare indicazioni molto chiare, ma poi la paghiamo come abbiamo pagato molto chiaramente le decisioni diverse in alcune Regioni che poi hanno avuto anche ricadute sulle altre” (AGGIORNAMENTI - SPECIALE - LE GRAFICHE - LE IPOTESI SULLA FASE 2)

"Coniugare diritto al lavoro e quello alla salute"

Provenzano parla anche di un Paese che “a volte fatica anche a imparare dalle lezioni che si apprendono”. Secondo il ministro “dobbiamo capire che la fase due non può permettersi queste contraddizioni che inevitabilmente ci sono state all’inizio e che deve essere un percorso ordinato e graduale perché ancora ieri sera contavamo 575 morti quindi siamo ancora in emergenza sanitaria” (VIDEO). Inoltre, continua Provenzano, “creare una contrapposizione tra riapertura delle imprese e diritto alla Salute di lavoratori e imprenditori è un rischio molto grosso. Dobbiamo coniugare entrambe le cose. Entriamo in una settimana che da questo punto di vista è cruciale. Da parte nostra - conferma - c’è anche un invito a maggior cautela nelle aree che sono maggiormente colpite e in cui il contagio è ancora a livelli elevati” (FOTO SIMBOLO - LE TAPPE - IN ARRIVO L’APP PER IL TRACCIAMENTO DEI CONTAGI I NUMERI DELL'ITALIA).

"Un liberi tutti può avere conseguenze molto gravi"

Sulla cosiddetta fase 2, Provenzano precisa: “Non riguarda soltanto la riapertura delle imprese, ma riguarda anche come rafforziamo il nostro sistema sanitario per impedire di trovarsi impreparati a una eventuale nuova ondata dell’epidemia. Non voglio dare un messaggio allarmistico, ma vorrei che non si perdesse di vista in cui siamo perché i contagi ancora aumentano seppur la curva si è molto ridotta con un rallentamento. Il ‘liberi tutti’ è una cosa che può avere conseguenze molto gravi”.

"In Europa, la destra italiana ha votato contro interesse nazionale"

Sul piano del dibattito politico e delle divergenze con le opposizioni, Provenzano afferma: "Ieri (17 aprile, ndr) il Parlamento Europeo con il voto finale ha approvato una risoluzione che aiuta molto l’Italia perché prevede il punto principale che l’Italia deve portare avanti nel Consiglio Europeo delicatissimo del 23, cioè il Recovery Fund che è il fondo per la ripresa. È una grande battaglia europea che noi stiamo portando avanti, in questo passaggio la destra ha votato contro l’interesse nazionale". E ancora: “Il voto di ieri del Parlamento Europeo aiuta molto l’Italia, peccato che la destra italiana non hanno sentito la responsabilità di farsene carico".

"Lavoro gratuito non esiste"

Sul fronte lavoro post Coronavirus e sulle regolarizzazioni dei lavoratori, Provenzano conferma: “Ero d’accordo prima con la regolarizzazione di chi lavora e di chi ogni giorno consente che il cibo arrivi sulle nostre tavole e lo sono a maggior ragione ora alla luce di questa pandemia e di questi giorni. Vorrei ricordare anche il lavoro delle badanti. Non dobbiamo dimenticarci di chi consente di avere il cibo o di chi si è preso cura dei nostri anziani". Poi conclude: "Chi lavora deve avere un contratto, questa è la regola. Chi ha avuto il reddito di cittadinanza in passato se andrà a lavorare nei campi sarà contrattualizzato nel lavoro che sta facendo e riceverà un salario dignitoso legato all’occupazione che svolge. Il lavoro è legato al contratto, il lavoro gratuito non esiste".