La leader di Fratelli d'Italia torna ad attaccare il presidente del Consiglio: "Ascolti il Parlamento". Sull'Europa: "Dobbiamo decidere di puntare i piedi". E sulle ipotesi di riapertura: "Non si dovranno discriminare interi settori e filiere"
Giorgia Meloni parla a Sky TG24 dell’emergenza coronavirus e torna ad attaccare il premier Conte sul Mes: "La decisione spetta al Parlamento" (LO SCONTRO POLITICO SUL MES). Per la leader di Fratelli d’Italia il nostro Paese è nelle condizioni di poter alzare la voce in Europa: "Dobbiamo decidere di puntare i piedi". E sulle ipotesi di riapertura: "Non si dovranno discriminare interi settori e filiere" (AGGIORNAMENTI CORONAVIRUS - LO SPECIALE).
"Il dibattito spetta al Parlamento"
"Penso che il dibattito sul MES sia un dibattito che spetta al Parlamento – ha detto Giorgia Meloni - Che cosa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia l’autorizzazione a firmare e cosa no nel Consiglio Europeo del 23, in una nazione normale lo decide il Parlamento. In una nazione normale un tema così sensibile come quello dell’utilizzo del Fondo salva Stati, che dal mio punto di vista porta dei rischi enormi di commissariamento della nostra politica economica, di austerità e di scelte drammatiche per i cittadini italiani, si porta in Parlamento e ogni partito mette la faccia sulle sue decisioni. Conte non può dire che loro non lavorano con il favore delle tenebre e poi rifiutare la chiarezza di un voto parlamentare, perché non c’è niente di più trasparente di andare in Parlamento a chiedere chi vuole usare il MES. Fratelli D’Italia non lo vuole utilizzare in nessuna delle sue facce".
"L’Italia decide se esiste l’Europa"
Per Meloni il nostro Paese ha una posizione di vantaggio: "L’Italia non ha chiaro qual è il suo potere contrattuale in questo momento, perché in questo momento noi decidiamo se esiste l’Europa – dice la leader di Fratelli d’Italia a Sky TG24 - Tutti capiscono che un’Europa senza Gran Bretagna e senza Italia non esiste più, ma è solo una grande Germania che schiaccia anche la Francia. Questo spiega la posizione molto altalenante che la Francia, normalmente alleata di ferro della Germania, ha preso in questi giorni. In questa fase noi dobbiamo decidere di puntare i piedi, ad esempio sul tema degli Eurobond. Dobbiamo anche rispondere a questa idea che la Germania ci deve fare sempre l’elemosina, noi l’elemosina non la chiediamo a nessuno, siamo abituati a lavorare e a fare la nostra parte. Chiediamo solo che oggi l’Europa si comporti effettivamente da soggetto di appartenenza comune. L’Italia oggi è perfettamente nella posizione di portare avanti questi risultati. Se Conte decide di puntare i piedi e decide di essere coerente con le conferenze stampa che ha fatto davanti a milioni di italiani, noi lo sosterremo".
"Conte dovrebbe ringraziarci"
"Ho sentito Giuseppe Conte dire che noi abbiamo indebolito la trattativa europea, è l’esatto contrario – continua Giorgia Meloni - Se oggi Conte può andare al Consiglio europeo e puntare i piedi è grazie al lavoro che noi abbiamo fatto. È grazie al fatto che lui può dire che c’è una forte opposizione interna in Italia, c’è una forte sensibilità del popolo italiano contro l’utilizzo del Fondo salva Stati a favore degli Eurobond, quindi semmai mi aspetto che ci si ringrazi per il lavoro che abbiamo fatto".
"Riaprire senza discriminare"
Giorgia Meloni dice che quello della riapertura "non è un tema sul quale fare propaganda. Tutti vogliamo riaprire e nel minor tempo possibile, però è anche importante mediare questa necessità con quella altrettanto importante di non vanificare gli sforzi fatti finora. Però quando si deciderà di riaprire non si dovranno discriminare alcuni settori: non penso si possano discriminare interi settori e filiere. Quando si decide di riaprire, tutti coloro che possono lavorare in sicurezza devono poterlo fare". Poi la leader di Fratelli d’Italia ha aggiunto: "Non è un problema di quale lavoro si fa, ma quali sono le garanzie di sicurezza che si riesce a dare. Sul piano delle garanzie di sicurezza credo che lo Stato debba fare la sua parte. Dall’inizio abbiamo chiesto che lo Stato si occupasse della sanificazione dei posti di lavoro. Non credo questa fosse una cosa da demandare al privato. Lo stato lo ha risolto con un credito d’imposta per chi sanifica, che secondo me non ha alcuna utilità. Anche se è costoso sanificare tutti i posti di lavoro, è sicuramente la cosa meno costosa da fare, piuttosto che tenere chiuso e ristorare le aziende" (MIRABELLI DEL PD: RIAPRIRE ATTIVITÀ IN SICUREZZA).