Dalla selezione da parte del pm all'uso del trojan, le misure previste nel decreto che sarà licenziato a Montecitorio giovedì. Critiche dall'opposizione
Il governo ha ottenuto la fiducia sul decreto legge sulle intercettazioni alla Camera. Montecitorio darà il via libera definitivo al testo giovedì, a soli due giorni dalla scadenza, dopo l'ok al decreto sull'emergenza coronavirus. La fiducia è passata con 304 voti a favore, 226 contrari ed un astenuto. Dure le critiche sul testo da parte dell'opposizione, che ha deposto le armi dell'annunciato ostruzionismo solo per consentire una sollecita approvazione a Montecitorio del decreto sul coronavirus, grazie ad un compromesso sui tempi proposto dal presidente della Camera Roberto Fico.
Le critiche maggiori arrivano da Forza Italia che parla di un provvedimento liberticida. A far discutere sono soprattutto le norme sull'uso del trojan, il captatore informatico che viene inserito nei cellulari e negli altri dispostivi mobili. Tra le modifiche introdotte al testo varato dal Consiglio dei ministri a dicembre, il rinvio di altri due mesi dell'entrata in vigore della riforma, che diventerà efficace dal primo maggio. L'obiettivo è dare il tempo alle procure di dotarsi dei nuovi strumenti previsti, come l' archivio digitale delle intercettazioni. Il decreto ha modificato la riforma Orlando del 2017, anche escludendo che il giornalista che pubblica le intercettazioni possa essere incriminato. Ecco le principali novità.
Pm selezionerà le intercettazioni
Non sarà più la polizia giudiziaria come prevedeva la riforma Orlando a valutare quali colloqui sono rilevanti per le indagini o meno, ma la scelta sarà fatta dal pm. Al pm toccherà anche vigilare perché nei verbali non siano riportate espressioni che ledono la reputazione di singole persone o dati personali ("salvo che si tratti di intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini"). Come era prima della riforma del 2017, verbali e registrazioni saranno immediatamente trasmessi al pm, che li depositerà entro 5 giorni. I difensori potranno esaminare gli atti e ascoltare le registrazioni.
Uso del trojan
Sarà possibile utilizzare il trojan, il "virus spia", non solo per i reati contro la pubblica amministrazione commessi dai pubblici ufficiali, ma anche dagli incaricati di pubblico servizio e puniti con la reclusione sopra i 5 anni. E l'intercettazione potrà avvenire anche nei luoghi di privata dimora (come già previsto con la Spazzacorrotti per i pubblici ufficiali), "previa indicazione delle ragioni che ne giustificano l'utilizzo".
Utilizzazioni in altri procedimenti
I risultati delle intercettazioni possono essere utilizzati in procedimenti diversi da quelli in cui sono stati disposti solo se sono "indispensabili" e "rilevanti" per l'accertamento dei reati per i quali è previsto l'arresto in flagranza e di quelli di particolare gravità indicati tassativamente dall'articolo 266 del codice di procedura penale. Il requisito della 'indispensabilità" è chiesto anche per le intercettazioni fatte con il trojan. Si tratta comunque di una previsione piùampia delle sentenza delle Sezioni unite della Cassazione che ha ammesso l'uso degli esiti dei colloqui intercettati con il captatore informatico solo se si tratta di un reato connesso a quello per cui si sta procedendo.