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Spazzacorrotti, la Corte costituzionale: "Illegittima l'applicazione retroattiva"

Politica

La pronuncia della Consulta dopo le censure di 9 tribunali di sorveglianza. Tra i primi a beneficiarne Formigoni, condannato per corruzione e ai domiciliari: non rischia il ritorno in carcere. Renzi: "Giustizialismo bocciato". Bonafede: "Bocciata solo interpretazione"

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L'applicazione retroattiva della legge “Spazzacorrotti” è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte costituzionale dopo aver esaminato le censure di nove tribunali di sorveglianza che si erano rivolti alla Consulta esprimendo dubbi di costituzionalità sulla mancanza di una disposizione transitoria. Per i giudici della Corte costituzionale è in contrasto con il principio di legalità delle pene, sancito dall'articolo 25 della Costituzione, far valere, anche nei confronti di chi è stato condannato per corruzione per fatti commessi prima dell'entrata in vigore della legge, le norme che impediscono di accedere alle misure alternative alla detenzione o alla liberazione condizionale. Secondo la tesi dei giudici che hanno investito la Consulta, la disposizione transitoria avrebbe dovuto impedire l'applicazione delle nuove norme ai condannati per un reato commesso prima del 31 gennaio 2019, data di entrata in vigore della “Spazzacorrotti”.

Renzi attacca Bonafede, la replica: “Bocciata l’interpretazione, non mia legge”

La decisione della Corte scuote la politica e rende ancora più incandescenti le tensioni sulla giustizia dentro la maggioranza. Matteo Renzi attacca frontalmente il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede Matteo Renzi: "Il giustizialismo può essere approvato in Parlamento ma poi viene bocciato in Corte Costituzionale”. E avverte: “Non è che l'inizio”. Mentre il ministro della Giustizia - di cui Forza Italia chiede le dimissioni, invitandolo anche a risarcire di tasca sua chi ha subito ingiusta detenzione - invita a lasciare la Consulta fuori dalle polemiche ed evidenzia che è stata bocciata l'interpretazione dei giudici, non la sua legge.

Formigoni tra i primi a beneficiare della sentenza

Era una sentenza attesa e tra i primi a beneficiarne ci sarà Roberto Formigoni, che esprime "soddisfazione", ricordando però di aver "subito alcuni mesi di ingiusta detenzione" proprio per l'applicazione retroattiva della “Spazzacorrotti”. Condannato per corruzione per la vicenda Maugeri-San Raffaele, l'ex governatore della Lombardia è da qualche tempo ai domiciliari e ora, dopo la pronuncia della Consulta, non corre più il rischio di tornare in carcere, come dice il suo avvocato Luigi Stortoni.

La Corte: illegittima interpretazione della giurisprudenza finora

Per capire il ragionamento della Corte bisognerà aspettare le motivazioni della sentenza. Intanto una nota dell'ufficio stampa spiega che la Corte ha preso atto che la giurisprudenza ha sempre applicato retroattivamente le modifiche peggiorative della disciplina sulle misure alternative al carcere, un orientamento seguito pure in occasione della Spazzacorrotti. E i giudici costituzionali hanno ritenuto questa interpretazione costituzionalmente illegittima, se riferita a quei benefici penitenziari il cui mancato accesso comporta "una radicale trasformazione della natura della pena e della sua incidenza sulla libertà personale, rispetto a quella prevista al momento del reato". Si tratta delle misure alternative al carcere, della liberazione condizionale e del divieto di sospensione dell'ordine di carcerazione successivo alla condanna.