Il capo dello Stato, al Teatro Regio, ha partecipato alla cerimonia istituzionale che inaugura Parma Capitale della Cultura 2020. La cultura, definita “metronomo della storia”, "è più ricca quando si apre alla conoscenza e al rispetto delle differenze”, ha detto
Sergio Mattarella ha partecipato alla cerimonia istituzionale di apertura di Parma Capitale della Cultura 2020. Nel suo intervento, il presidente della Repubblica ha sottolineato l’importanza della cultura. “Definisce il segno distintivo di ogni comunità ed è tutt'altro che una condizione statica, immobile, inerte. Perché si nutre di confronto, si sviluppa nel dialogo e nelle relazioni", ha detto il capo dello Stato. Alla cerimonia, al Teatro Regio, anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, quella delle Infrastrutture Paola De Micheli e diversi primi cittadini. Parma 2020, che farà per 12 mesi della città emiliana la capitale della Cultura, si articola in 1.200 eventi, iniziati sabato con la parata inaugurale (COSA C'E' DA SAPERE - GLI EVENTI).
Cultura "più ricca quando si apre alla conoscenza e al rispetto delle differenze”
L’ingresso di Mattarella al Teatro Regio è stato accolto da un lungo applauso e l'orchestra filarmonica Arturo Toscanini, diretta dal maestro Valerio Galli, ha eseguito l'inno di Mameli. Il capo dello Stato ha detto che la cultura "è più ricca quando si apre alla conoscenza e al rispetto delle differenze”. “La storia – ha aggiunto – ci dimostra proprio che grandi avanzamenti delle scienze, delle arti e del pensiero sono scaturiti da incontri, un patrimonio che rende tutti più ricchi di umanità". Rivolgendosi ai sindaci, poi, ha ricordato come il nostro Paese sia “costituito da un tessuto culturale diffuso". "In ciascuno dei vostri comuni ci sono segni culturali di grande rilievo e importanza. Essere capitale della cultura significa rappresentare e coinvolgere questo tessuto nazionale, che in questa regione è particolarmente ricco e affascinante", ha aggiunto.
“La cultura metronomo della storia”
Secondo Mattarella, “la cultura è davvero una sorta di metronomo della storia. È una chiave che ci consente di comprendere il passato, interpretare il presente e progettare il futuro, per sentire la storia come nostra e renderci protagonisti dei suoi cambiamenti". "La cultura – ha aggiunto – spinge all'innovazione, nel renderci consapevoli del cammino percorso ci dà il coraggio per andare avanti, insieme, come comunità. Battere il tempo (il titolo della cerimonia, ndr) vuol dire anche questo. Affrontare la modernità, essere capaci di guidarla verso traguardi di maggiore civiltà, di benessere, verso una sempre più alta diffusione di conoscenze. Affinché i più giovani possano crescere progettando il futuro senza impedimenti" e così da "non essere superati e travolti dall'incedere del tempo".
I riferimenti di Mattarella
Durante il suo discorso, Mattarella ha fatto alcuni riferimenti alla storia e alla cultura di Parma. Come Arturo Toscanini, esule durante il fascismo, che "diede un segno di rinascita al nostro Paese con il concerto della liberazione per la riapertura della Scala nel 1946". Giuseppe Verdi, "illustre figlio di questa terra" la cui musica fu "al servizio dell'ideale risorgimentale del nostro Paese". E ancora "la scuola di pittura che si sviluppò in città nel Cinquecento attorno al Correggio e al Parmigianino" che "fu espressione di uno sviluppo di Parma, che correva in parallelo col suo sviluppo urbanistico". Il capo dello Stato ha citato anche un passaggio di “La Certosa di Parma” di Stendhal quando, parlando degli italiani, disse che "le loro gioie sono più vive e durano più lungamente". "Da capitale della cultura, Parma avrà la grande opportunità di rinsaldare e far conoscere ancor di più le sue radici, mostrandole agli italiani che verranno a visitarla, offrendole agli europei che di questa cultura sono partecipi", ha concluso Mattarella.
Gli altri interventi
Oltre al presidente della Repubblica, è intervenuto anche il sindaco di Parma. "Il progresso non ci deve spaventare, non deve essere un percorso interrotto dalla paura degli altri, dalla paura di chi viene da fuori dall'Italia o dal nostro comune, ma un percorso che ci fa includere tutti nello sviluppo, con la cultura come filo conduttore. È infatti la cultura quello che ci rende felici di vivere la vita che abbiamo", ha detto Pizzarotti. "Siamo in un periodo dove c'è un oscurantismo di ritorno che mi fa venire i brividi. A quello che è accaduto a Liliana Segre, costretta ad avere una scorta, se ce l'avessero detto qualche anno fa, non avremmo creduto. Io credo che Parma 2020 ci potrà dare una mano contro questo oscurantismo di ritorno. Ci potranno salvare solo la cultura e la bellezza", ha dichiarato invece il presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini. Il ministro Franceschini, poi, ha sottolineato che la corsa a diventare capitale italiana della Cultura diventerà simile a quella per gli Oscar di Hollywood. "C'è una gran competizione”, ha detto. Poi ha ricordato grandi personaggi della storia di Parma, da Verdi a Toscanini, a Bertolucci e Guareschi, e ha citato una frase sui parmigiani di Maria Luigia D'Asburgo: "A Parma è facile vivere, a patto di saper dare ragione all'interlocutore in una discussione gastronomica o musicale. È ancora così. Viva i parmigiani!".