Autonomia, l’ultimatum di Salvini: “Non accettiamo un no, abbiamo aspettato anche troppo”

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(Foto Ansa)

Il vicepremier: “Il governo passa dalle Autonomie, altrimenti andremo da soli, ma non ci fermiamo”. Zaia: "È una cosa seria". Fontana: "Non chiediamo un euro in più". Ieri il botta e risposta tra Conte e i governatori di Veneto e Lombardia

“Non accettiamo un no, il governo passa dalle Autonomie”. È un chiaro ultimatum quello lanciato da Matteo Salvini nella tarda serata di ieri, al termine di una giornata segnata da un’altissima tensione sul dossier Autonomie e dal botta e risposta tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i governatori di Veneto e Lombardia Luca Zaia e Attilio Fontana. Zaia, in mattinata, ha ribadito: "Il nostro progetto di autonomia è redatto da un comitato scientifico che ci segue da anni. Non ce lo siamo scritti nel sottoscala. Questa è una cosa seria". E Fontana ha aggiunto: "Noi non chiediamo un euro in più".

Salvini: Non ci fermiamo, se serve andremo avanti da soli

"Sulle autonomie non accettiamo un no come sta accadendo”, ha detto Salvini dal comizio di Adro. “Stiamo al governo solo per fare le cose importanti. Altrimenti - ha aggiunto - andremo da soli, ma non ci fermiamo: abbiamo aspettato anche troppo". "Non accetterò più un minuto di stare al governo con chi dice no. Qualunque decisione che prenderò, la prenderò per i miei figli", ha rincarato il vicepremier, attaccando frontalmente il M5S per il voto al nuovo presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: "Chi sta con Macron e Merkel in Europa non può stare in Italia con la Lega".

Zaia: i ragazzi che lasciano l'Italia vanno in Paesi dove c'è autonomia

“Questo Paese può anche decidere di non adottare l'autonomia differenziata - ha dichiarato Zaia - Però a questo punto si abbia il coraggio di andare in Parlamento e di modificare la Costituzione e decidiamo una volta per tutte che questo Paese è centralista. Ma i nostri ragazzi che se ne vanno dall'Italia, non vanno nei paesi centralisti, vanno dove c'è autonomia e federalismo".

Fontana: "Io firmo se c'è autonomia finanziaria"

Determinato anche il governatore della Lombardia: "Io firmo se c'è autonomia finanziaria per la quale ancora ci sono dei dubbi e poi se ci sono delle materie importanti - ha detto Fontana - Noi non chiediamo un euro in più. Noi chiediamo che lo stato centrale ci trasferisca certe competenze: cambia l'erogatore del servizio e chi spende i soldi".

Lo scontro tra Conte e i governatori di Veneto e Lombardia

La giornata di ieri è iniziata con una lettera di Conte, affidata alle pagine del Corriere della Sera, in cui il premier, dopo le tensioni del giorno precedente, ha lanciato un appello a Veneto e Lombardia: "Basta con gli insulti, serve rispetto, ed è ingeneroso sostenere che il governo è poco attento alle richieste delle Regioni". Poi la risposta dei due governatori, che si sono detti “profondamente feriti” dalle parole di Conte, “soprattutto dopo colloqui diretti durante i quali abbiamo più volte sottolineato che non si chiedono più risorse, ma semplicemente la possibilità di spendere in autonomia quelle che ci sono già assegnate”. "Vogliamo un’autonomia vera, non un pannicello caldo che produrrebbe ulteriori guai", si legge nella lettera in cui Zaia e Fontana assicurano che non firmeranno l'intesa sull'autonomia "se si continua con una farsa". "Nessuno vuole aggredire l’unità nazionale, nessuno vuole secessioni”, hanno assicurato i due governatori, sicuri che “l'autonomia chiesta da Lombardia e Veneto sia perfettamente in linea con la Costituzione”. Qualche ora dopo, fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che Conte "ne ha preso atto e, soprattutto, ha registrato un cambio di toni che prelude a una corretta interlocuzione istituzionale".

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