In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Elezioni comunali 2019, domenica i ballottaggi. Come si vota

Politica

Sono 136 i comuni interessati ai ballottaggi per le elezioni amministrative che si sono svolte il 26 maggio scorso. Di questi, 124 i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, dei quali 15 capoluogo e 12 quelli con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti

Condividi:

I 15 comuni capoluogo di provincia al ballottaggio sono: Potenza, Avellino, Ferrara, Forlì, Reggio nell'Emilia, Cremona, Ascoli Piceno, Campobasso, Biella, Verbania, Vercelli, Foggia, Livorno, Prato, Rovigo (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE).

Come funziona il ballottaggio

Il ballottaggio è uno scontro diretto, necessario quando nessun candidato sindaco riesce ad ottenere la maggioranza richiesta per essere eletto durante il primo turno. Nei comuni con più di 15mila abitanti, si va al ballottaggio quando nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta al primo turno, cioè il 50% più uno dei voti. Nei comuni con meno di 15mila abitanti, invece, si ricorre al secondo turno solo se due candidati ottengono lo stesso numero di voti. In entrambi i casi, vince il ballottaggio chi ottiene più voti mentre in caso di parità viene eletto primo cittadino il più anziano tra gli avversari.

Quando e come si vota

Domenica 9 giugno le urne saranno aperte dalle ore 7 alle 23. Per votare bisogna presentare la tessera elettorale, rinnovabile presso l'ufficio elettorale del comune di residenza, con un documento d'identità valido.

La scheda elettorale

Sulla scheda per il ballottaggio sono presenti solamente i nomi dei due avversari, insieme ai simboli delle liste da cui vengono supportati. Per votare bisogna unicamente porre una croce sul nome del candidato scelto. E' comunque possibile votare anche per una lista: in questo caso, tuttavia, la preferenza va  esclusivamente al candidato collegato ad essa.

L'apparentamento

I ballottaggi si svolgono solitamente a distanza di due settimane dal primo voto. Tra la prima e la seconda tornata elettorale, le liste che sono rimaste escluse dalla competizione, e che quindi non hanno candidati al secondo turno, possono decidere di stringere delle alleanze - chiamate apparentamenti - e supportare un nuovo candidato. L'accordo, sottoscritto da entrambe le liste, deve essere comunicato non oltre una settimana dalla prima tornata di voto.

Le sfide principali

A Livorno il candidato del centrosinistra Luca Salvetti (34,2%) tenterà di riprendere la guida della città, affidata negli ultimi 5 anni al pentastellato Nogarin. Dovra' vedersela con Andrea Romiti, ispettore di polizia che al primo turno si è fermato al 26,6%.

A Ferrara, storica città rossa, il candidato del centrosinistra Aldo Modonesi, assessore della giunta uscente, è costretto ad inseguire il leghista Alan Fabbri, che al primo turno, con il 48,4% dei consensi, ha sfiorato la vittoria.

A Reggio Emilia, il sindaco uscente di centrosinistra Luca Vecchi, che al primo turno ha raccolto il 49,13% dei consensi, dovrebbe battere agevolmente lo sfidante di centrodestra Roberto Salati, che si è fermato al 28,22%.

A Campobasso, la gara è tra Maria Domenica D'Alessandro (Lega), che ha sfiorato il 40% al primo turno e il candidato M5S Roberto Garavina, che la distanzia notevolmente. Il partito democratico ha lasciato, per il voto di domenica, libertà di coscienza ai propri elettori.

Nei capoluoghi, i Cinque Stelle si ritrovano al ballottaggio solo a Campobasso. Le sfide vedranno contrapposti, per la stragrande maggioranza dei casi, candidati del centrosinistra o del centrodestra. Gli elettori sono complessivamente 3.648.485 su una popolazione di 4.406.443, in 4.431 sezioni elettorali