Di Maio: "Non entreranno 800mila migranti". Salvini: "Chi parte da Libia non è rifugiato"

Politica

Il leader del M5s attacca la linea dell’alleato e definisce la chiusura dei porti una "misura occasionale". Trenta: "In caso di guerra, i rifugiati si accolgono". Il ministro dell'Interno: "Chiedo rispetto". Viminale vara nuova direttiva su migranti

Si torna a discutere nella maggioranza di governo sul tema dei migranti, anche a causa della crisi libica che sta aumentando l’instabilità nel Mediterraneo. Attesa per oggi una nuova direttiva del Viminale che ribadisce: “I confini italiani si varcano solo se si ha diritto di farlo”. Ma il vicepremier Luigi Di Maio sfida l’alleato Salvini su questo tema: “Quella dei porti chiusi è una misura solo occasionale" che "di fronte a un intensificarsi della crisi non basterebbe", dice in un’intervista al Corriere della Sera. Per poi aggiungere nel corso della giornata: "Non permetteremo" l'arrivo di 800 mila migranti in Italia per la crisi libica. "Non si può fare con le politiche adottate fino ad ora, bisogna farlo con l'Europa ed evitare fughe in avanti nel governo", spiega. Mentre il ministro della Difesa Elisabetta Trenta sottolinea: “Se si dovesse arrivare alla guerra, non avremmo migranti ma rifugiati. E i rifugiati devono essere accolti” (LO SPECIALE MIGRANTI). Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ammette intrusioni e chiede "rispetto”: “Di ordine pubblico, sicurezza, difesa dei confini mi occupo io”. E aggiunge: "I porti italiani restano chiusi, chiunque parta dalla Libia, a differenza di come sembra stia ipotizzando qualche ministro, non può essere ritenuto un rifugiato, non con me ministro del'Interno".

Di Maio: “Sovranisti incoerenti sul tema dei migranti”

"Chiudere un porto è una misura occasionale, risultata efficace in alcuni casi quando abbiamo dovuto scuotere l'Ue, ma è pur sempre occasionale. Funziona ora, ma di fronte a un intensificarsi della crisi non basterebbe, quindi bisogna prepararsi in modo più strutturato, a livello europeo, nel rispetto del diritto internazionale", sottolinea il vicepremier Di Maio, parlando della crisi in Libia. "Quel che sta accadendo non è un gioco, non è Risiko in cui uno si diverte a fare il duro con l'altro. Le parole hanno un peso", dice, negando però di star rispondendo alle dichiarazioni di Salvini contro la Francia. "Dico solo che se non si ponderano i toni il rischio è incrementare le tensioni. E di fronte a un inasprimento sul terreno la possibilità che possano riprendere gli sbarchi verso le nostre coste c'è, non è un mistero. Quindi i primi ad essere colpiti saremmo noi, come Italia". "Sarebbe utile - aggiunge - indipendentemente dagli sviluppi in Libia, se convincessero Orbán e i suoi alleati in Europa ad accettare le quote di migranti che arrivano in Italia, visto che il Sud Italia è frontiera europea. Il problema è proprio questo. Sento tanto parlare di sovranisti, ma è troppo facile fare i sovranisti con le frontiere italiane. Così non va bene, qui ci vedo un po' di incoerenza. Non ci si può lamentare dei migranti se poi si stringono accordi con le stesse forze politiche che ci voltano le spalle".

Trenta: “Necessarie soluzioni per il futuro”

Preoccupata dal fenomeno migratorio e dalla sua gestione è anche il ministro Trenta, che dice: "Sono appena tornata da un viaggio nel Corno d'Africa, ero stata poco tempo prima in Niger: in questi Paesi abbiamo dei tassi di crescita demografica incredibili, il raddoppio della popolazione entro il 2030. Come pensiamo di poter gestire questo futuro con la chiusura dei porti? È impossibile, bisogna lavorare su una soluzione alternativa”. E conclude: "Non sono quella che dice 'apriamo a tutti', assolutamente no, però ragioniamo sul futuro perché prima o poi questo futuro ci sfugge di mano".

Salvini: “I porti con me restano chiusi”

La replica di Salvini ai colleghi dell'esecutivo non si fa attendere e, in particolare, dice all’altro vicepremier Di Maio: "Non mi permetto di dargli lezioni su come risolvere le centinaia di crisi aziendali che sono ferme sul suo tavolo. Chiedo altrettanto rispetto. Ci metto la faccia e rischio personalmente". Nel corso di una conferenza stampa in Prefettura a Monza, Salvini aggiunge: "I porti con me restano chiusi, se il ministro Di Maio e Trenta la pensano diversamente me lo dicano in Cdm e faremo una sana e franca discussione". "Siamo pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza" anche perché finora non ci sono state "le centinaia di migliaia di sbarchi a cui gli italiani erano abituati negli anni passati", ha poi sottolineato. 

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