Decreto crescita, tensioni nel governo sui rimborsi ai risparmiatori

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Nella pre-riunione non tutti i nodi sono stati sciolti. Le norme sugli indennizzi non saranno inserite nel dl crescita ma lasciate ai decreti attuativi. Scontro anche su Alitalia e la scelta di accelerare i lavori dei privati proprietari di beni tutelati

All’interno del governo è ancora braccio di ferro riguardo al decreto crescita e ai rimborsi ai risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie. Domani alle 16 l’esecutivo si riunirà per parlarne durante il Consiglio dei ministri, ma nella pre-riunione di oggi non tutti i nodi sono stati sciolti. Anzi. Alla fine le norme sui rimborsi a quanto si apprende non saranno inserite nel dl crescita e saranno invece lasciate ai decreti attuativi. Continuano, quindi, le tensioni tra i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. In giornata è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte, che dal Qatar ha assicurato: “Non c'è nessuna dimissione o richiesta di dimissioni all'ordine del giorno”. Ma a poche ore dal cdm, si continua a ribattere norma su norma. Non solo i rimborsi bancari: è scontro anche su Alitalia e la scelta di accelerare i lavori dei privati proprietari di beni tutelati.

L'ipotesi di intesa sui rimborsi

Nel pomeriggio sembrava che l’intesa sui rimborsi fosse stata raggiunta su questo meccanismo: riscrivere la norma nel decreto crescita blindando i rimborsi ai risparmiatori e subito dopo emanare il decreto attuativo che dia il via alle erogazioni. In questo modo, con una norma di dettaglio inserita nel dl crescita, si garantirebbero i funzionari del ministero dell'Economia rispetto al rischio di procedimenti davanti alla Corte dei Conti. Tutto risolto? No, perché in serata il ministro M5s Riccardo Fraccaro ha affermato che "in Cdm non ci saranno nuove norme". E fonti pentastellate hanno spiegato di essere in disaccordo con i testi che via XX Settembre dice di aver inviato martedì sera a Palazzo Chigi, perché restringerebbero - per andare incontro alle obiezioni Ue - le maglie definite con la manovra. C'è "l'automatico e immediato ristoro di chi ha investito fino a 100mila euro", ha rivendica la Lega. Il M5s non è si dichiarato ancora soddisfatto. Entrambi i partiti spingono, quindi, per fare al più presto. A Conte, che torna a Roma solo a poche ore dal Cdm, il compito di sbrogliare la matassa.

Anche Alitalia tra i nodi

Tra i nodi del decreto crescita è spuntata anche Alitalia. Il M5s preme per inserire la norma per convertire il prestito ponte di Alitalia in equity e consentire eventualmente allo Stato di entrare nella newco. In preconsiglio il ministero di Di Maio ha spinto, il ministero dell'Economia ha frenato: l'intesa non c'è. Il ministero dei beni culturali, invece, ha dichiarato irricevibile la norma che taglia a 90 giorni i tempi per la risposta delle soprintendenze ai privati, dopo i quali scatta il silenzio assenso per costruire. E non sembra neanche risolta la questione dei Piani individuali di risparmio (Pir), su cui Di Maio non sarebbe soddisfatto.

Tensioni con Tria

Il M5s, comunque, ha smorzato i toni nei confronti del ministro Giovanni Tria, in modalità tregua armata. Ma i rapporti sono più che logori e la mediazione di Conte si fa sempre più complicata. I pentastellati hanno fatto sapere di aver "congelato" per ora l'interrogazione annunciata contro la consigliera del ministro Claudia Bugno. Ma l'irritazione del ministro dell'Economia non sembra placarsi per attacchi che ha definito "spazzatura", un tentativo di "intimidazione". Conte da Doha ha provato a smorzare, invitando "tutti i ministri" a "stare tranquilli" e "lavorare". Ha anche assicurato che "non c'è nessuna dimissione o richiesta di dimissioni". Di Maio ha confermato. "Se ognuno fa il suo dovere non deve temere niente", ha tagliato corto Salvini, che pure ha difeso Tria.

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