Il presidente del Consiglio e il vicepremier M5S blindano le due misure. “Partono un po’ dopo e costeranno un po’ meno. Con Conte e Salvini troviamo sempre la quadra” sottolinea Di Maio
“Smentisco qualsiasi ipotesi di taglio alle misure come quota 100 o il reddito di cittadinanza. Come sono partite, così arrivano. Siccome partono un po' dopo, il reddito a marzo e quota 100 a febbraio, costeranno un po' di meno”. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico e vicepremier, Luigi Di Maio, risponde così a chi accusa il governo di aver dovuto fare marcia indietro sui provvedimenti bandiera di M5s e Lega, di fronte alle richieste della Ue.
Conte: pensioni e reddito "non si toccano"
La conferma sul reddito di cittadinanza e quota 100 arriva anche dal presidente del Consiglio Conte che, secondo fonti di governo, avrebbe ribadito ai commissari europei Dombrovskis e Moscovici che le due misure "non si toccano". Viene respinta così l'idea di ulteriori rinvii o tagli (oltre i 4 mld già previsti). Conte avrebbe anche confermato l'impegno a portare il deficit al 2,04% e difeso i contenuti della proposta italiana.
Di Maio: “Con Conte e Salvini troviamo sempre la quadra”
Nel tentativo di evitare sanzioni da parte di Bruxelles, il governo gialloverde ha dovuto ritoccare la legge di bilancio, recuperando dagli stanziamenti inizialmente previsti proprio per reddito di cittadinanza e pensioni (MANOVRA, COSA CAMBIA). "Quando ci sediamo al tavolo io, Conte e Salvini troviamo sempre una quadra - dice Di Maio. Quello che abbiamo ottenuto ogni volta che abbiamo dialogato è un miglioramento sia dei rapporti tra di noi che dei risultati per gli italiani. La gente che mi ferma per strada mi chiede di non litigare, di proseguire verso gli obiettivi e di risolvere i problemi”.
Reddito di cittadinanza e quota 100: cosa cambia
Al reddito di cittadinanza (COSA E'), nel 2019, saranno destinati non i 9 miliardi inizialmente previsti ma 7,1, di cui uno riservato ai centri per l'impiego. I beneficiari saranno 5 milioni di persone, che dovrebbero iniziare a percepire il reddito di cittadinanza a partire da fine marzo 2019, in modo da finanziare la misura per 9 mesi anziché 12. Nel 2020 e nel 2021, invece, cessa l’esigenza di destinare un miliardo all'anno ai centri per l’impiego, saranno sufficienti 300 milioni per pagare gli stipendi ai nuovi assunti. Di qui il ricalcolo che vede il costo della norma scendere a circa 8,1 miliardi. Per quota 100 (COSA PREVEDE), prevista una sforbiciata di 2 miliardi: da 6,7 si passa a 4,7 miliardi. Si stima infatti che le richieste di ritiro dal lavoro con la nuova norma non saranno superiori all'85%, risparmiando quindi sui conti. È inoltre previsto che la misura nel 2020 varrà 8 miliardi, 7 nel 2021.