I dati non sono ancora definitivi, ma il candidato del centrosinistra - qui alleato con LeU - si riconferma governatore. "È il tempo della rigenerazione", dice. Seguono il rappresentante del centrodestra Parisi e quella del M5S Lombardi. Pirozzi sotto 5%. SPECIALE-LIVE
Zingaretti: "È il tempo della rigenerazione"
Quando sono state scrutinate 5206 sezioni su 5302, Zingaretti è al 32,88%; Parisi al 31,14%; Lombardi al 26,95%; Pirozzi al 4,91%. L'entusiasmo del comitato per Nicola Zingaretti è esploso nel primo pomeriggio, quando sono arrivate le prime rilevazioni sulle Regionali che davano già vittorioso il governatore uscente di centrosinistra. Ma il presidente rieletto ha aspettato la tarda serata per parlare. "È stato opportuno attendere, sicuramente il dato delle Regionali del Lazio è che c'è stata da parte di tutti noi nello stesso giorno una straordinaria e bellissima rimonta nel voto. La differenza tra il voto politico e quello regionale oscilla tra 250 e 300mila voti", ha detto. E ancora: "Ora si apre una fase al servizio del Lazio per ricostruire la speranza, che è l'opposto dell'odio, della divisione, dell'egoismo, del capro espiatorio, del cavalcare le paure dei cittadini. Una nuova fase importante per rigenerare il centrosinistra. È il tempo della rigenerazione". Secondo Zingaretti, poi, "il voto di ieri è importante perché è avvenuto nello stesso giorno della più devastante sconfitta per le forze del centrosinistra della storia della Repubblica".
Lombardi: "Sapevamo che sarebbe stato difficile"
Prima dell'intervento di Zingaretti, la candidata del M5S aveva ammesso la sconfitta. "Sapevamo che sarebbe stato difficile, il voto regionale è sempre una partita a sé e abbiamo raggiunto un risultato molto importante: abbiamo incrementato i consensi territoriali rispetto al 2013 e per questo possiamo ritenerci soddisfatti", ha scritto Roberta Lombardi su Facebook. "C'è chi diceva che un vincitore è un sognatore che non ha mai mollato. E io per questo, oggi, sento di aver ottenuto la mia vittoria", ha aggiunto.
Il commento di Parisi
A Zingaretti sono arrivati anche gli auguri, un po' velenosi, del suo sfidante del centrodestra Parisi. "Abbiamo perso, non siamo riusciti ad arrivare primi ma abbiamo avuto un grande risultato. Faccio gli auguri a Zingaretti perché governi bene, non come ha fatto in questi anni. La nostra Regione merita di più e deve essere governata in modo più dignitoso", ha detto. "Zingaretti ora deve trovare sostegno in consiglio regionale ma non certo da parte nostra", ha aggiunto Parisi. Che ha sottolineato: "Se avessimo avuto un'ora per confrontarci con Zingaretti e più tempo per la campagna elettorale avremmo vinto noi. Lo dicono i numeri e i fatti. Il centrodestra si è deciso troppo tardi, non ci sarebbe stata storia". Nel pomeriggio Parisi aveva puntato il dito contro Pirozzi, reo di aver sottratto con la sua corsa solitaria voti importanti al centrodestra. "La scissione di Pirozzi ha pesato molto. Non ha avuto senso di responsabilità", aveva detto Parisi. Aggiungendo che "se avesse avuto a cuore gli interessi della Regione e non gli interessi di Zingaretti oggi non ci sarebbe partita".
La risposta di Pirozzi
Non si è fatta attendere la risposta di Pirozzi. "Al signor Parisi, che ha detto che la mia candidatura ha decretato la sconfitta della coalizione di centrodestra, voglio ricordare che dai dati in mio possesso, anche se parziali, il suo voto è di 8 punti percentuali inferiore rispetto a quello delle liste che lo sostengono. Il che vuol dire che la gente non lo ha voluto e non lo ha votato", ha detto il sindaco. Che ha escluso qualsiasi "alleanza all'interno del futuro consiglio regionale". "Penso che quello che abbiamo ottenuto oggi - ha concluso Pirozzi - sia un risultato straordinario. È solo il punto di partenza, il nostro percorso continuerà".
L’affluenza
L'affluenza definitiva per le elezioni regionali nel Lazio si è attestata al 66,46% degli aventi diritto. Si tratta di un dato più basso di quello delle elezioni politiche nella stessa regione, che è arrivato al 72,57%. Nella precedente tornata elettorale delle Regionali, nel 2013, che però si svolse in due giorni, alla stessa ora si era recato alle urne il 72% degli elettori.
Nove i candidati
Sono stati 9 i candidati, sostenuti da 19 liste, che si sono sfidati per scegliere il nuovo governatore della Regione Lazio e i 50 consiglieri regionali. A vincere è stato il governatore uscente Nicola Zingaretti, sostenuto dal centrosinistra e appoggiato da una coalizione che comprende anche Liberi e Uguali (che, a differenza di quanto accaduto in Lombardia e a livello nazionale, ha deciso schierarsi a fianco del candidato sostenuto dal Pd). In corsa c'era per il Movimento 5 Stelle la deputata Roberta Lombardi. Nel centrodestra, dopo giorni di discussione e di polemiche sui vari nomi candidabili, la scelta era ricaduta su Stefano Parisi, ex candidato sindaco di Milano e leader di Energie per l'Italia. La Lega in un primo momento aveva intenzione di schierare il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, che invece ha poi deciso di non rinunciare alla candidatura presentandosi con una lista civica che porta il suo nome e che ha come simbolo uno scarpone. CasaPound ha deciso di presentare la candidatura di un suo esponente anche per la Regione Lazio: Mauro Antonini. In corsa c'era anche Elisabetta Canitano, con Potere al Popolo. Tentavano l’accesso al palazzo della Regione anche il sovranista Stefano Rosati che rappresenta Riconquistare l’Italia, Jean Leonard Touadi con la sua Civica Popolare (che ha deciso di correre da sola e di non appoggiare il centrosinistra) e Giovanni Paolo Azzaro, nome voluto dalla Democrazia Cristiana.
La legge elettorale nel Lazio
La legge elettorale in vigore nella Regione Lazio è stata modificata lo scorso anno: sono stati diminuiti a 50 i consiglieri, è stata inserita la parità di genere ma anche il divieto al terzo mandato. Il voto è a turno unico con un sistema a predominanza proporzionale: l’80 per cento dei seggi (ovvero 40 su 50) è assegnato con il proporzionale, mentre il restante 20 per cento (10 consiglieri) sono eletti con il sistema maggioritario. Per effetto del cosiddetto premio di maggioranza, è garantita la governabilità al candidato governatore che ottiene più voti. Questi dieci consiglieri, infatti, vengono assegnati alle liste circoscrizionali che sostengono il presidente vincente.
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