Schiaffo dei liberali al Movimento 5 Stelle. Verhofstadt parla di "differenze fondamentali e garanzie non sufficienti"
L'annuncio della clamorosa svolta 'europeista', il sì della Rete, lo schiaffo dei liberali Ue: il M5S 'battezza' il suo rientro dalle feste natalizie con 48 ore sull'ottovolante e con la prospettiva fallita di rendere il gruppo Alde la terza forza del Parlamento europeo. Finisce infatti con un nulla di fatto il tentativo di Beppe Grillo e Davide Casaleggio di entrare in un gruppo a loro distante anni luce ma funzionale ad acquisire peso in Europa. Un matrimonio, quello con Guy Verhofstadt, voluto dai vertici pentastellati vista il futuro addio di Ukip a Strasburgo, approvato dalla Rete e, alla fine, bocciato proprio dall'Alde. "L'establishment ci ha fermato", è la sentenza, tra il piccato e l'amaro, di Grillo.
E' una giornata frenetica quella di ieri per il M5S in Italia e a Bruxelles. Una giornata che inizia con la diffusione, sul web, di un pre-accordo datato 4 gennaio nel quale il M5S e Alde si dicono uniti nel riformare l'eurozona e nel potenziare il ruolo del Parlamento Ue. Poi, poco dopo mezzogiorno, arriva il placet della Rete alla proposta di Grillo: il 78,5% (su oltre 40mila iscritti) dice sì all'ingresso in Alde nelle stesse ore in cui Davide Casaleggio - e non l'ex comico che si limita ad un collegamento video - vola a Bruxelles per incontrare gli eurodeputati.
Uno stop, quello di Alde, che innesca la piccata reazione del M5S e di Grillo. "Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima", tuona il blog del leader M5S mentre Alessandro Di Battista, pur precisando come l'accordo con Alde fosse puramente "tecnico", sottolinea: "il M5S è percepito in Italia e in Ue come un corpo estraneo. Il mio sogno è un gruppo autonomo, se andiamo da soli è meglio".