Referendum, le modalità di elezione dei senatori

Politica

Elezione sì, ma di secondo grado. In caso di vittoria del sì, 95 dei 100 componenti del Senato saranno scelti dai Consigli regionali con sistema proporzionale; i restanti 5 saranno di nomina presidenziale. 

Il nuovo Senato disegnato dalla riforma costituzionale oggetto del prossimo referendum (LO SPECIALE) passerà da 315 a 100 membri. Nel dettaglio, dei 100 senatori, 74 saranno consiglieri regionali, mentre 21 saranno i sindaci dei rispettivi territori. I restanti 5 senatori saranno nominati dal Presidente della Repubblica.

 

Elezione indiretta - La riforma prevede che il Senato venga eletto in maniera indiretta. Non saranno quindi gli elettori a scegliere direttamente i senatori, ma i singoli consigli regionali decideranno quali consiglieri e quali sindaci inviare al Senato. Il nuovo articolo 57 riconosce, comunque, un ruolo ai cittadini quando prevede che i senatori siano eletti in conformità alle scelte espresse per i candidati consiglieri. Quanto peseranno in concreto le indicazioni dei cittadini si capirà solo una volta approvata la nuova legge elettorale per il Senato.

 

Il peso delle Regioni - Ogni regione eleggerà senatori in proporzione ai suoi abitanti, con un minimo garantito di due senatori, fino ai 14 della Lombardia. Le provincie autonome di Trento e Bolzano eleggeranno due senatori a testa (un sindaco e un consigliere provinciale ciascuna).

Le Regioni che guadagnano più peso con la riforma sono quelle piccole: Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Molise. Tra le Regioni che, al contrario, perdono più peso, la Lombardia, l’Emilia-Romagna e la Sicilia.

 

Durata del mandato - Il mandato dei senatori sarà legato a quello delle istituzioni territoriali che rappresentano: i consiglieri regionali rimarranno in carica come senatori fino allo scioglimento del consiglio regionale. I sindaci, poi, decadono se si sciolgono i Consigli regionali, anche se il loro mandato alla guida di un Comune non è ancora finito.

 

Da notare, infine, che con la riforma basteranno 18 anni per votare ed essere eletti. Ora, invece, ne servono 25 per votare e 40 per candidarsi a Palazzo Madama.

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