Dopo l'approvazione a Palazzo Madama il testo torna alla Camera. Ma tra goliardate, contestazioni e doppi sensi ci si interroga sulle scene viste in Aula. Una situazione sempre più frequente quanto si tratta di scelte cruciali per il Paese
E’ stata una battaglia tutta parlamentare quella del voto di fiducia sulla riforma della scuola. Dopo il sì del Senato, ora il voto finale sul provvedimento spetta alla camera: entro il 10 luglio il ddl dovrebbe essere legge.
Ma in queste ultime ore a Palazzo Madama è andata in scena una rappresentazione del dibattito politico (FOTO) che sta diventando quasi una costante nel nostro paese, soprattutto quando si tratta di scelte cruciali: proteste, contestazioni, grida, scambi d'accuse e trovate goliardiche che hanno trasformato l'aula in un singolare proscenio.
Era accaduto per la riforma costituzionale, per il voto sull’Italicum, per il Jobs act. Quando gli scranni del parlamento si sono trasformati in un ring. Stavolta, niente pugni e niente svenimenti. Però, fra i velluti e gli ori senatoriali, gli eletti dal popolo avevano poco di autorevole o istituzionale e molto di una classe di indisciplinati all’ultimo giorno di scuola...
Ma in queste ultime ore a Palazzo Madama è andata in scena una rappresentazione del dibattito politico (FOTO) che sta diventando quasi una costante nel nostro paese, soprattutto quando si tratta di scelte cruciali: proteste, contestazioni, grida, scambi d'accuse e trovate goliardiche che hanno trasformato l'aula in un singolare proscenio.
Era accaduto per la riforma costituzionale, per il voto sull’Italicum, per il Jobs act. Quando gli scranni del parlamento si sono trasformati in un ring. Stavolta, niente pugni e niente svenimenti. Però, fra i velluti e gli ori senatoriali, gli eletti dal popolo avevano poco di autorevole o istituzionale e molto di una classe di indisciplinati all’ultimo giorno di scuola...