Emergenza migranti, Renzi: "Piano B se Ue non ci ascolta"

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(Credits: Fotogramma)

Il premier: "Nei prossimi giorni ci giochiamo molto dell'identità europea e la nostra voce si farà sentire forte". Bruxelles accelera per intesa sul rimpatrio dei "migranti economici illegali". Resta critica la situazione a Roma, a Milano e a Ventimiglia

Se l'Europa non ci ascolta sui migranti, l'Italia "ha un piano B". A dirlo è Matteo Renzi in una  intervista al Corriere della Sera, spiegando che finora le risposte della Ue sono state insufficienti. "Nei prossimi giorni ci giochiamo molto dell'identità europea e la nostra voce si farà sentire forte perché è la voce di un Paese fondatore".
"Redistribuire solo 24.000 persone è quasi una provocazione", aggiunge, prima di assicurare: "Vogliamo lavorare fino all'ultimo per dare una risposta europea. Per questo vedrò nei prossimi giorni Hollande e Cameron e riparlero con Juncker e Merkel". Secondo Renzi, "va cambiato il principio sancito da Dublino II e votato convintamente da chi oggi protesta contro il nostro governo".

Emergenza accoglienza - Prosegue intanto l’emergenza immigrazione. Alla frontiera francese, a Ventimiglia, nelle ore scorse ci sono stati momenti di tensione, con le gendarmeria schierata per evitare lo sconfinamento degli irregolari (foto).
A Milano gli immigrati sono stati allontanati dalla stazione di Milano (sono stati riscontrati altri casi di scabbia), mentre a Roma si prepara un campo temporaneo in zona Tiburtina (la situazione nelle ore scorse).

Si accelera sul rimpatrio dei migranti economici illegali - E dal fronte europeo arrivano segnali contrastanti. Gli Stati membri si spaccano sulla proposta della Commissione per una ripartizione obbligatoria di 40mila richiedenti asilo da Grecia e Italia, ma si accelera sul sistema dei "rimpatri dei migranti economici illegali", prevedendo una "mobilitazione di tutti gli strumenti" possibili. L'intenzione è velocizzare le procedure, per portare l'asticella delle riammissioni verso i Paesi di origine e di transito, ben oltre quel 39,9% di media Ue, registrato nel 2013.

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