Maratona notturna (FOTO) alla Camera sul ddl, in un'Aula semivuota. Il via libera finale è atteso per i primi di marzo. Tra le novità, la maggioranza assoluta dei voti e non quella semplice per lo stato di guerra. Renzi: "Bene così, un abbraccio ai gufi"
Renzi: "Bene così, un abbraccio ai gufi" - "Credo che a rammaricarsi debbano essere il centrodestra, le opposizioni - commenta il premier Matteo Renzi parlando in Transatlantico a Montecitorio - noi bene così, andiamo avanti". Per poi twittare ironico: "Un abbraccio a gufi e sorci verdi", in riferimento alle parole di Brunetta.
Grazie alla tenacia dei deputati terminati i voti sulla seconda lettura della riforma costituzionale. Un abbraccio a #gufi e #sorciverdi
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 14 Febbraio 2015
Via libera finale ai primi di marzo - Assenze che sono "una ferita istituzionale", ammette però il deputato Pd Ettore Rosato chiudendo i lavori dell'Assemblea che vengono accolti da un applauso dei deputati. Anche se, aggiunge, "il percorso è ancora lungo e riusciremo a fare in modo che tutti sentano propria" questa riforma (VIDEO). A voler sottolineare poi l'importanza del passaggio che si è appena concluso la presenza del premier Matteo Renzi, che poco prima della chiusura dei lavori aveva fatto il suo ingresso nell'emiciclo. Il secondo atto della partita sulle riforme non si è però ancora consumato: per il via libera finale al provvedimento occorrerà aspettare i primi giorni di marzo. Intanto la maggioranza supera la prova delle centinaia di proposte di modifica su cui in questi giorni si sono scontrati i partiti. E ovviamente, a causa della scelta delle opposizioni, al contrario delle scorse sedute notturne, questa volta i lavori procedono spediti e senza incidenti. Tra le novità, maggioranza assoluta per lo stato di guerra - A segnalare simbolicamente la disponibilità al confronto il Pd sceglie di lasciare in coda l'esame dell'articolo 15 sul referendum, oggetto di un aspro braccio di ferro con il M5S che chiedeva l'eliminazione del quorum. La mossa di accantonare le misure in questione quasi fino alla fine non sortisce però alcun effetto. Referendum a parte, tra le novità approvate dalla Camera spunta una modifica alla maggioranza parlamentare necessaria a deliberare lo stato di guerra: d'ora in poi per l'ok, che però con la riforma spetterà alla sola Camera dei deputati, servirà la maggioranza assoluta dei voti e non più solo quella semplice. Un passo che rappresenta un ragionevole punto di "mediazione" secondo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi. Opinione non condivisa da tutti: "Con una legge elettorale maggioritaria - osserva Rosy Bindi - che darà il 54-55% a chi vince, questo emendamento non è sufficiente a garantire che in futuro vi sia il rispetto della Costituzione".