Legge Stabilità, Renzi: Regioni taglino sprechi, non servizi

Politica

Ancora polemiche sulla manovra del governo. Chiamparino al presidente del Consiglio: basta con i tweet, ora vediamoci. Maroni: "Si rischia la chiusura di almeno 10 ospedali". Napolitano: "Contiene misure importanti per la crescita"

Renzi pungola le Regioni. Dopo una giornata di tentativi di mediazione, con i Governatori che avanzano proposte sulle quali dialogare, il premier tira dritto, forte anche dell'assist che arriva dal Colle ("nella manovra ci sono misure importanti per la crescita"). Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sembra 'aprire': dialoghiamo. Ma la 'cifra' resta quella: 4 miliardi di tagli. Si può al limite discuterne la composizione.

Renzi: anche Regioni paghino - Regioni e Comuni lamentano una nuova ondata di sforbiciate ai fondi e dopo gli annunci di 'guerra' imboccano la via del dialogo, ma il premier insiste: "Figuriamoci se non parliamo con i presidenti delle Regioni. Ma tagliare i servizi sanitari sarebbe inaccettabile. Piuttosto si tagli qualche Asl o qualche nomina di primario". Insomma "le Regioni facciano la loro parte anche perché qualcosa da farsi perdonare (dice riferendosi ai consiglieri regionali) ce l'hanno". Quindi "le famiglie hanno pagato, ora paghino anche le regioni". E Padoan aggiunge: "Siamo pronti assolutamente a discutere ma nel disegno dei saldi". Poi sulla lotta all'evasione e il dubbio che non si possa raggiungere l'obiettivo dei 3,8 miliardi aggiunge: "Siamo stati prudenti. Potremmo avere sorprese all'insù".

Napolitano blinda la manovra - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intanto di fatto 'blinda' la Legge di Stabilità esprimendo un giudizio lusinghiero per il lavoro governo: la manovra - dice  - contiene "un riconoscimento ampio e ci sono misure importanti per la crescita, sia direttamente per quel che riguarda le politiche di investimenti, sia indirettamente per quello che riguarda la riduzione della pressione fiscale". "Penso - aggiunge - che le posizioni prese con notevole nettezza dal governo italiano, ma non solo dall'Italia, vadano nel senso di un forte rilancio delle politiche per la crescita".

Chiamparino: basta tweet - Chi appare preoccupato ma pronto a trattare sono Regioni e Comuni. Mentre i ministeri sembrano aver digerito i vari tagli il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ripone le armi e chiede un confronto a Renzi. "Basta coi tweet - scrive su Facebook - incontriamoci". E la controproposta delle Regioni sarebbe già  pronta: resterebbero i 4 miliardi di tagli. Ma si interverrebbe con rimodulazioni delle entrate, tali da consentire di reggere i tagli. Lo stesso fa il presidente dell'Anci Piero Fassino.

Maroni: ospedali a rischio - Ma tra i governatori e i primi cittadini i toni sono anche accesi. Fino al presidente della Lombardia Roberto Maroni che minaccia la chiusura di almeno 10 ospedali. "Se resta così la legge di Stabilità avrà conseguenze catastrofiche in Lombardia", lancia l'allarme il governatore Roberto Maroni (l'intervista di SKyTG24), osservando che da una prima valutazione "si rischia la chiusura di almeno 10 ospedali, l'aumento dei ticket, delle addizionali Irap e Irpef e tagli a infrastrutture e trasporti".

Sindacati in allarme - Anche i sindacati sono decisamente in allarme: la leader Cgil, Susanna Camusso, dal corteo dello sciopero generale per la Ast di Terni, sottolinea come a suo parere sia sbagliato in tempo di crisi tagliare i servizi sanitari. Il segretario della Cisl, Annamaria Furlan, si preoccupa degli statali: "inaccettabile la mancanza di fondi per rinnovare i contratti". Mentre per il segretario della Uil, Luigi Angeletti, "non convince che la riduzione delle tasse vada a tutte le imprese".

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