Il presidente del Consiglio torna sul taglio di 80 euro all'Irpef. E rilancia l'agenda di governo: giù le tasse a chi ha figli. Intanto il ministro dell'Economia Padoan avverte: il bonus sia permanente
"La rivoluzione è appena iniziata, gli 80 euro e l'Irap", per cui non ci sono problemi di coperture, "sono l'antipasto". Adesso serve "mantenere credibilità sui mercati. Sarà possibile se resta alta l'attenzione su tutte le riforme. Se ci riusciamo, allora presto potremo allargare il taglio delle tasse agli incapienti, alle partita Iva e ai pensionati". Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un'intervista a Repubblica, in cui ammette una "debolezza" nel bonus (la scheda): "Ottanta euro dati a un single hanno un impatto diverso rispetto a un padre di famiglia monoreddito con 4 figli. Dobbiamo porci questo problema. L'Italia non si può permettere il lusso di trattare male chi fa figli" (la rassegna stampa del 20 aprile).
Padoan: il bonus sia permanente - Sul tema interviene anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che dalle colonne del Corriere della Sera precisa: "Mi aspetto che sia dal lato delle famiglie che delle imprese, che avranno un taglio dell'Irap del 10%, ci sia una maggiore propensione a spendere e a investire, e quindi una maggiore crescita dell'economia". Ma, avverte, "il bonus del decreto Irpef deve essere permanente, altrimenti non è credibile e non viene speso". E assicura: "Cercheremo di allargare il più possibile la platea, compatibilmente con le risorse".
Riforma della giustizia e via il segreto sulle stragi - Renzi, nell'intervista a Claudio Tito, detta anche l'agenda di governo. A partire dalla riforma delle giustizia: "A giugno, dopo le elezioni, ascolteremo tutti e faremo la riforma. Iniziamo con il processo civile telematico", poi il processo penale "senza interventi ad personam che hanno segnato la sconfitta della politica in questi anni. C'è anche la giustizia amministrativa. Il sistema dei Tar non funziona come dovrebbe", dichiara Renzi. E annuncia: "Desecreteremo i documenti sulle stragi". "Entro un anno - prosegue - daremo una 'identità digitale' a tutti. Daremo un pin a ogni italiano, che userà quel codice per entrare in tutti gli uffici della pubblica amministrazione restando a casa. Con quel pin potranno pagare le multe o le tasse, prenotare una vista all'Asl o disbrigare le pratiche della giustizia".
Al voto nel 2018 - "Voglio ridare fiducia al Paese, voglio che a Bruxelles e nelle altre capitali dell'Unione si dica: l'Italia è tornata in Europa", afferma ancora Renzi. Quanto ai tempi necessari, "questa legislatura durerà fino al 2018. Anche Berlusconi lo sa" (il leader di Fi la pensa però diversamente). Nell'intervista, il presidente del Consiglio commenta anche le proteste delle banche: "Pagano le stesse tasse di tutti gli altri italiani, il 26%". Quanto ai magistrati, "con quale logica intervengono sulla formazione delle leggi? Non è indispensabile che un giudice guadagni più di 240mila euro all'anno".
Padoan: il bonus sia permanente - Sul tema interviene anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che dalle colonne del Corriere della Sera precisa: "Mi aspetto che sia dal lato delle famiglie che delle imprese, che avranno un taglio dell'Irap del 10%, ci sia una maggiore propensione a spendere e a investire, e quindi una maggiore crescita dell'economia". Ma, avverte, "il bonus del decreto Irpef deve essere permanente, altrimenti non è credibile e non viene speso". E assicura: "Cercheremo di allargare il più possibile la platea, compatibilmente con le risorse".
Riforma della giustizia e via il segreto sulle stragi - Renzi, nell'intervista a Claudio Tito, detta anche l'agenda di governo. A partire dalla riforma delle giustizia: "A giugno, dopo le elezioni, ascolteremo tutti e faremo la riforma. Iniziamo con il processo civile telematico", poi il processo penale "senza interventi ad personam che hanno segnato la sconfitta della politica in questi anni. C'è anche la giustizia amministrativa. Il sistema dei Tar non funziona come dovrebbe", dichiara Renzi. E annuncia: "Desecreteremo i documenti sulle stragi". "Entro un anno - prosegue - daremo una 'identità digitale' a tutti. Daremo un pin a ogni italiano, che userà quel codice per entrare in tutti gli uffici della pubblica amministrazione restando a casa. Con quel pin potranno pagare le multe o le tasse, prenotare una vista all'Asl o disbrigare le pratiche della giustizia".
Al voto nel 2018 - "Voglio ridare fiducia al Paese, voglio che a Bruxelles e nelle altre capitali dell'Unione si dica: l'Italia è tornata in Europa", afferma ancora Renzi. Quanto ai tempi necessari, "questa legislatura durerà fino al 2018. Anche Berlusconi lo sa" (il leader di Fi la pensa però diversamente). Nell'intervista, il presidente del Consiglio commenta anche le proteste delle banche: "Pagano le stesse tasse di tutti gli altri italiani, il 26%". Quanto ai magistrati, "con quale logica intervengono sulla formazione delle leggi? Non è indispensabile che un giudice guadagni più di 240mila euro all'anno".