Italicum, il Pd per il premio al 38%. No di Forza Italia

Politica

Brunetta e Verdini negano l'accordo con Renzi. Dai democratici il ritiro tecnico degli emendamenti tranne sui tre punti su cui il partito di Silvio Berlusconi ha aperto. E in Commissione rispunta il salva-Lega

Tratta in prima persona sulla legge elettorale, Matteo Renzi. Ma nulla è ancora chiuso. I negoziati tra Pd e Forza Italia restano aperti su tre punti: innalzamento della soglia per il premio di maggioranza dal 35 al 38%, primarie facoltative previste dalla legge e delega al governo per disegnare i collegi. E' quanto è emerso al termine della riunione dei deputati Pd con Matteo Renzi che ha avuto il mandato per continuare a trattare col partito di Silvio Berlusconi.

Smentito accordo su soglia per il premio al 38% - Nella tarda serata del 27 gennaio infatti sia Renato Brunetta sia Denis Verdini hanno smentito di aver trovato un'intesa col segreteraio del Pd sull'ipotesi che si innalzi dal 35 al 38% la soglia oltre cui far scattare il premio di maggioranza. La partita dunque è ancora aperta.
"In riferimento alla notizia pubblicata da molti siti internet e agenzie di stampa circa un possibile accordo per alzare la  soglia relativa al premio di maggioranza per le coalizioni Forza italia precisa che per quanto la riguarda tale soglia resta ferma al 35% come stabilito dagli accordi presi tra il Presidente Berlusconi e il Segretario del Pd Renzi. Nessuna altra ipotesi è stata presa in considerazione". E' quanto puntualizzato in una nota diffusa da Forza Italia.

Il Pd ritira gli emendamenti - Ed ecco, dunque, che per andare avanti nella trattativa Matteo Renzi ha chiesto ai membri della Commissione Pd il ritiro tecnico degli emendamenti tranne sui tre punti su cui ci sono spiragli di intesa.
Insomma, è irto di ostacoli il percorso dell'Italicum. Tant'è che Renzi non si è stancato di avvertire: "Se viene affossato" è "difficile" che questa legislatura possa continuare. Si andrebbe al voto, insomma. Si è detto invece fiducioso il presidente del Consiglio Enrico Letta: se c'è l'accordo" sulla legge elettorale e le riforme, "il più felice sono io" ha assicurato dicendosi poi "fiducioso" in un "risultato positivo che rafforza il governo. E anche il Paese: "Conto che queste due scelte che sostengo, la nuova legge elettorale e la fine del bicameralismo perfetto, rendano l'Italia più forte" in Europa, ha affermato.

E spunta il salva-Lega - Intanto, per venire incontro alle esigenze dell'ex alleato leghista, in commissione Affari costituzionali della Camera Forza Italia ha riproposto la
cosiddetta clausola 'salva-Lega'. In accordo con gli azzurri, anche il Carroccio: tra i circa
50 emendamenti depositati, figura anche una proposta che introduce la formula del cosiddetto 'sbarramento territoriale'. In sostanza, viene spiegato, "potranno entrare in
parlamento quei partiti che, pur non avendo superato la soglia del 5%, hanno tuttavia ottenuto una media di almeno il 7% dei voti in 7 circoscrizioni". Quasi fotocopia l'emendamento forzista, nel quale compaiono le 7 circoscrizioni ma in questo
caso la percentuale ottenuta necessaria sale all'8%.

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