Anci: "Senza Imu a rischio stipendi". Letta: "Provvederemo"

Politica
Piero Fassino

Fassino aveva detto: "Se entro domenica 22 non saranno trasferiti i 2,4 miliardi che coprono la cancellazione della prima rata, molti enti non potranno pagare i dipendenti". Palazzo Chigi: "Assicureremo risorse entro la settimana"

Se "entro domenica" non saranno trasferiti dal governo ai Comuni i 2,4 miliardi che coprono la cancellazione della prima rata dell'Imu "molti Comuni al 30 settembre non saranno in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti". E’ l’allarme lanciato dal presidente dell'Anci e sindaco di Torino Piero Fassino nell’audizione alla Camera sul disegno di legge sulla riforma dell'Imu.

Comuni, stipendi dei dipendenti a rischio - "Allo stato attuale dei fatti - ha spiegato Fassino davanti alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera - la prima rata promessa in questi giorni non è ancora stata trasferita ai Comuni" e "senza questi trasferimenti al 30 settembre molti Comuni non saranno in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti". Il presidente dell'Anci ha aggiunto che bisogna fare in fretta perché "non facciamo le buste paga con il lapis il 29 settembre, ci sono procedure che richiedono tempi precisi" e se la prima rata non arriva "entro domenica, visto che lunedì è già il 22 settembre, c'è il rischio è che 30 settembre non siano in grado di pagare gli stipendi".

Rassicurazioni da Palazzo Chigi - Dopo le dichiarazioni di Fassino Palazzo Chigi con una nota ricorda che "il decreto legge n. 102 del 2013, che ha disposto la soppressione del versamento della rata", ha previsto anche che tali risorse saranno attribuite ai Comuni "entro il 30 settembre 2013". "Considerata l'urgenza manifestata in Parlamento dal presidente dell'Anci - prosegue la nota - il governo si fa carico delle esigenze dei Comuni ed adotterà, agli inizi della prossima settimana, i provvedimento attuativi necessari ad assicurare ai Comuni le risorse necessarie".

Tensione sull'aumento dell'Iva - Intanto resta alta nella maggioranza la tensione sul nodo Iva e il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, afferma che se aumenterà l'Iva da ottobre il governo cadrà. "Faremo la riforma dell'Iva in senso europeo nella legge di Stabilità. Per il 2013 l'impegno è di non aumentare l'Iva a ottobre. O l'Iva non aumenta a ottobre o non c'è più il governo", ha detto Brunetta a Radio Anch'io, ricordando che il congelamento dell'imposta sui beni di consumo è uno degli impegni sui quali il governo Letta ha ottenuto la fiducia in Parlamento.
"Il ministro del Tesoro Saccomanni ha l'obbligo, il dovere di prospettare le coperture. Ieri ho mandato a Letta sette possibili coperture, le cose non sono facili ma è necessario in un governo di coalizione cercare insieme soluzioni. Non accetto i diktat di Saccomanni", ha aggiunto Brunetta.

Giustizia, Brunetta scrive a Letta - Il capogruppo Pdl ha anche scritto una lettera al premier per contestare le sue parole sulla giustizia a proposito di Berlusconi ("Siamo in uno stato di diritto, non ci sono persecuzioni"). "Sii più prudente - scrive Brunetta - queste parole perentorie si scontrano con la realtà e il buon senso. Sono anzi proprio false, se permetti".

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