In un'intervista al quotidiano La Repubblica, il sindaco di Firenze sembra sempre più vicino alla candidatura per la segreteria del Partito Democratico. Aspetterà la convocazione del congresso e per il 27 ottobre annuncia una nuova convention
Matteo Renzi è sempre più vicino ad ufficializzare la sua candidatura per la segreteria del Partito democratico. In un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica in edicola martedì 9 luglio, il sindaco di Firenze ha dichiarato: "Tanti amministratori, tanti sindaci, tanti militanti ripongono nel Pd le loro speranze. E chiedono a me di mettermi in gioco. A loro dico: dobbiamo costruire un Pd moderno, aperto, pensante non pesante, in cui vinca la leggerezza, che sia libero da certe burocrazie simil ministeriali".
La nuova Leopolda - Renzi è convinto che "solo il Pd può fare uscire l'Italia da questa crisi" e ha chiesto che il "traghettatore del Partito democratico, ossia Guglielmo Epifani, ci faccia sapere la data del congresso e delle primarie. Per statuto devono avvenire entro il 7 novembre". Il sindaco rottamatore ha annunciato che ci sarà un'altra 'Leopolda' il prossimo 27 ottobre. "Perché è fondamentale che si torni alle idee". Potrebbe essere quella l'occasione per lanciare la propria corsa alla segreteria del partito. Al momento manca l'ufficialità. Per candidarsi, Renzi aspetta "la data e di sapere se c’è una comunità di persone che crede" nel suo progetto.
La proposta di D'Alema - Il sindaco di Firenze ha poi confermato che Massimo D'Alema gli aveva proposto una candidatura alle europee: "Per D'Alema non devo fare il segretario, né il sindaco. Ma tra qualche anno il premier. Non sono d'accordo: non faccio questa battaglia per sistemarmi". Il governo, comunque, va tenuto "fuori da questo dibattito. Enrico Letta sarà più forte se il Pd sarà più forte. L'importante è che non si preoccupi di durare, ma di fare. Abbia come punto di riferimento le idee di Andreatta e non il tirare a campare di Andreotti".
Il partito pensato da Renzi - Il Pd che immagina il sindaco di Firenze non è più "chiuso in un castello e terra di conquista per correnti". E ribadisce, "se mi candido, lo faccio indipendentemente da loro. Non vado dietro a patti tra maggiorenti. Questo Pd non esiste, resiste. Non farò scambi di poltrone". Il Pd, ha aggiunto, deve "parlare di futuro" e smetterla con "l'idea novecentesca dell'appartenenza. Serve un partito aperto, dobbiamo renderlo moderno sapendo che non si discute solo nelle sezioni, che si fa politica anche in rete o nei luoghi del volontariato".
La nuova Leopolda - Renzi è convinto che "solo il Pd può fare uscire l'Italia da questa crisi" e ha chiesto che il "traghettatore del Partito democratico, ossia Guglielmo Epifani, ci faccia sapere la data del congresso e delle primarie. Per statuto devono avvenire entro il 7 novembre". Il sindaco rottamatore ha annunciato che ci sarà un'altra 'Leopolda' il prossimo 27 ottobre. "Perché è fondamentale che si torni alle idee". Potrebbe essere quella l'occasione per lanciare la propria corsa alla segreteria del partito. Al momento manca l'ufficialità. Per candidarsi, Renzi aspetta "la data e di sapere se c’è una comunità di persone che crede" nel suo progetto.
La proposta di D'Alema - Il sindaco di Firenze ha poi confermato che Massimo D'Alema gli aveva proposto una candidatura alle europee: "Per D'Alema non devo fare il segretario, né il sindaco. Ma tra qualche anno il premier. Non sono d'accordo: non faccio questa battaglia per sistemarmi". Il governo, comunque, va tenuto "fuori da questo dibattito. Enrico Letta sarà più forte se il Pd sarà più forte. L'importante è che non si preoccupi di durare, ma di fare. Abbia come punto di riferimento le idee di Andreatta e non il tirare a campare di Andreotti".
Il partito pensato da Renzi - Il Pd che immagina il sindaco di Firenze non è più "chiuso in un castello e terra di conquista per correnti". E ribadisce, "se mi candido, lo faccio indipendentemente da loro. Non vado dietro a patti tra maggiorenti. Questo Pd non esiste, resiste. Non farò scambi di poltrone". Il Pd, ha aggiunto, deve "parlare di futuro" e smetterla con "l'idea novecentesca dell'appartenenza. Serve un partito aperto, dobbiamo renderlo moderno sapendo che non si discute solo nelle sezioni, che si fa politica anche in rete o nei luoghi del volontariato".