Il presidente Napolitano con una nota fa sapere che il Parlamento non potrà essere convocato prima del 15 marzo per "difficoltà di vario ordine". Mercoledì 6 marzo la direzione del Pd in streaming, l'8 marzo Berlusconi incontra il premier
Prende tempo il Colle di fronte ad un quadro politico che resta ibernato dal giorno del voto e che non fornisce, al momento, una via d'uscita chiara. Così per il presidente della Repubblica è stato giocoforza prendere atto che una anticipazione della seduta della Camere di qualche giorno non avrebbe facilitato la partita, anzi. Difficoltà di vario ordine - ha spiegato Giorgio Napolitano in una nota - hanno impedito di bruciare le tappe parlamentari e quindi il calendario resta fissato per venerdì 15. Meglio così - è sembrato il ragionamento del capo dello stato - perché in tal modo avremo a disposizione "ancora un ampio spazio per una proficua fase preparatoria delle consultazioni per la formazione del governo". Resta, è ovvio, il suo auspicio affinché le operazioni per l'insediamento delle Camere e per la costituzione dei Gruppi parlamentari si possano svolgere "con la massima sollecitudine possibile".
Il problema però - e il Quirinale ne è consapevole - è che la situazione resta pericolosamente incartata, con Grillo e i suoi che dopo quella che sembrava un'apertura sul governo tecnico, hanno ribadito che il loro obiettivo è e resta quello di un esecutivo a 5 Stelle. Spiazzando così oltre al Colle anche quel Pd 'dialogante' domani alle prese con l'incognita della direzione (in diretta streaming) che dovrà dare la linea sul governo e soprattutto sul mandato pieno a Bersani. Il segretario del Pd infatti continua a puntare i piedi per l'incarico a palazzo Chigi anche se la sua certezza di riuscire a 'coinvolgere' i grillini a questo punto non appare più così granitica. Mentre restano sigillate le orecchie del Pd (o almeno quelle di Bersani) alla sirena del Pdl. Anche oggi infatti Berlusconi è tornato alla carica sferzando il segretario Democratico: "Dimostra di essere un leader - gli ha mandato a dire - altrimenti porti il Pd a sbattere".
A complicare la vita di Bersani ci si è anche messo il 'rottamatore' fiorentino sbarcato a sorpresa nella capitale per un faccia a faccia con Mario Monti. Un incontro 'istituzionale' come ha spiegato Matteo Renzi, che per qualche ora ha fatto correre la fantasia del mondo politico e dell'informazione che già incasellava la variabile Renzi nella partita delle consultazioni. Immaginando peraltro un ruolo originale quanto anomalo del premier uscente, come fosse alle prese con delle consultazioni anticipate e parallele rispetto al Colle. Del resto ieri Monti aveva visto Napolitano e aveva avuto anche un incontro con Casini. Ma sono per i prossimi giorni gli appuntamenti 'pesanti' del professore che in vista del consiglio europeo del 14 marzo aveva mandato una lettera-invito agli 'onorevoli' Berlusconi e Bersani e al 'Sig' Grillo, per concordare una linea comune. Sono intanto arrivati i sì del Cav (si vedranno venerdi' 8) e del segretario Pd (incontro venerdì o giovedì). Silenzio, per ora dal quartier generale grillino.
Il problema però - e il Quirinale ne è consapevole - è che la situazione resta pericolosamente incartata, con Grillo e i suoi che dopo quella che sembrava un'apertura sul governo tecnico, hanno ribadito che il loro obiettivo è e resta quello di un esecutivo a 5 Stelle. Spiazzando così oltre al Colle anche quel Pd 'dialogante' domani alle prese con l'incognita della direzione (in diretta streaming) che dovrà dare la linea sul governo e soprattutto sul mandato pieno a Bersani. Il segretario del Pd infatti continua a puntare i piedi per l'incarico a palazzo Chigi anche se la sua certezza di riuscire a 'coinvolgere' i grillini a questo punto non appare più così granitica. Mentre restano sigillate le orecchie del Pd (o almeno quelle di Bersani) alla sirena del Pdl. Anche oggi infatti Berlusconi è tornato alla carica sferzando il segretario Democratico: "Dimostra di essere un leader - gli ha mandato a dire - altrimenti porti il Pd a sbattere".
A complicare la vita di Bersani ci si è anche messo il 'rottamatore' fiorentino sbarcato a sorpresa nella capitale per un faccia a faccia con Mario Monti. Un incontro 'istituzionale' come ha spiegato Matteo Renzi, che per qualche ora ha fatto correre la fantasia del mondo politico e dell'informazione che già incasellava la variabile Renzi nella partita delle consultazioni. Immaginando peraltro un ruolo originale quanto anomalo del premier uscente, come fosse alle prese con delle consultazioni anticipate e parallele rispetto al Colle. Del resto ieri Monti aveva visto Napolitano e aveva avuto anche un incontro con Casini. Ma sono per i prossimi giorni gli appuntamenti 'pesanti' del professore che in vista del consiglio europeo del 14 marzo aveva mandato una lettera-invito agli 'onorevoli' Berlusconi e Bersani e al 'Sig' Grillo, per concordare una linea comune. Sono intanto arrivati i sì del Cav (si vedranno venerdi' 8) e del segretario Pd (incontro venerdì o giovedì). Silenzio, per ora dal quartier generale grillino.