Il segretario democratico chiede al premier uscente di fare chiarezza e critica il nuovo incarico di Enrico Bondi: “Non si utilizzino figure istituzionali per ruoli di partito”. Gli risponde il leader dell’Udc: “Voi avete candidato Piero Grasso”
Il giorno dopo la presentazione del logo e degli slogan della campagna elettorale, aspettando l’esito delle primarie per la scelta dei parlamentari (domenica 30 dicembre seggi aperti in 11 regioni), il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, va all’attacco. Di Mario Monti.
“Non possiamo affidarci a leader solitari. Il Professore deve dirci con chi sta, quali scelte intende fare, cosa pensa sui diritti civili. Non bastano un’agenda e un simbolo”, ammonisce Bersani in un colloquio con il quotidiano La Repubblica (qui la rassegna stampa integrale di SkyTG24).
Poi, nella mattinata di domenica 30 dicembre, il segretario del Pd lima il suo pensiero rispondendo a una domanda dei giornalisti presenti al seggio per le primarie di Piacenza: "Io non faccio polemica, sono molto rispettoso, ho rapporti ottimi con Monti. Adesso ha scelto di essere una parte politica e quindi io pongo delle domande politiche: perché quando si va davanti agli elettori ci vuole chiarezza".
Bersani attacca su trasparenza e ruolo Bondi - Bersani parla anche in una lunga intervista all’Unità. E, sempre a proposito del Professore, non risparmia qualche frecciatina quando si parla di trasparenza: “Non abbiamo costruito l’alleanza di centrosinistra in una stanza chiusa. L’abbiamo fatto in mezzo al nostro popolo, con le primarie, […] che sono state il suggello di un impegno reciproco, di un progetto trasparente. […] Tocca al Centro dire ora che strada vuole prendere”.
Bersani rimprovera a Monti anche la scelta di aver incaricato Enrico Bondi di selezionare le candidature per le liste centriste: “Mi pare una sgrammaticatura istituzionale piuttosto seria, e non accettabile. Non si utilizzino figure istituzionali (Bondi è stato consulente del governo per la spending review, ndr) per ruoli di partito”.
Casini: "Dal Pd una doppia morale" - L’attacco di Bersani a Mario Monti, e in particolare a Enrico Bondi, non va giù al leader dell’Udc Pierferdinando Casini (che del premier è ormai un alleato): "Quando Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia, si candida con il Pd risponde a 'un imperativo morale'. Quando Enrico Bondi accetta di contribuire a un lavoro di accertamento sulla trasparenza delle candidature di un nuovo soggetto politico commette 'un vulnus istituzionale'. No, caro Pier Luigi, questa doppia morale non mi convince e mi induce a più amare riflessioni: il Pd non vuole un'area centrista competitiva e scomoda perché preferisce il vecchio ed eterno scontro con Berlusconi, diventato avversario di comodo".
Bersani lascia però porte aperte a una futura alleanza - Nel colloquio con Repubblica, Bersani (sempre convinto che “non si governa con il 51 per cento”) sembra lasciare comunque aperto uno spiraglio per il Professore: “Per il cambiamento, tutte le forze democratiche, liberali e moderate devono sentirsi impegnate a una fase costituente. Solo così si affronta la situazione difficile del paese. Si può affrontare solo se le forze progressiste e di centro possono collaborare”.
Primarie per i parlamentari, si vota in 11 regioni – Intanto il Partito Democratico ha affrontato in questo fine settimana le primarie per scegliere i parlamentari. In quasi 1500, tra big e volti meno noti, si sono presentati per entrare nelle liste del Pd in una sfida "ai limiti dell'impossibile", come lo stesso Pier Luigi Bersani ha ammesso per lo sforzo di volontari e aspiranti onorevoli. Si è votato sabato 29 dicembre in nove regioni e domenica 30 dicembre nelle altre 11. In totale 6 mila seggi con 50 mila volontari a gestirli (qui le interviste ad alcuni elettori).
Il verdetto delle primarie ha sancito la vittoria di Rosy Bindi a Reggio Calabria mentre è arrivato solo quarto a Bergamo il renziano Giorgio Gori. Successo tra i 30enni e i 40enni in Lombardia. Trionfo di Pippo Civati a Monza-Brianza.
“Non possiamo affidarci a leader solitari. Il Professore deve dirci con chi sta, quali scelte intende fare, cosa pensa sui diritti civili. Non bastano un’agenda e un simbolo”, ammonisce Bersani in un colloquio con il quotidiano La Repubblica (qui la rassegna stampa integrale di SkyTG24).
Poi, nella mattinata di domenica 30 dicembre, il segretario del Pd lima il suo pensiero rispondendo a una domanda dei giornalisti presenti al seggio per le primarie di Piacenza: "Io non faccio polemica, sono molto rispettoso, ho rapporti ottimi con Monti. Adesso ha scelto di essere una parte politica e quindi io pongo delle domande politiche: perché quando si va davanti agli elettori ci vuole chiarezza".
Bersani attacca su trasparenza e ruolo Bondi - Bersani parla anche in una lunga intervista all’Unità. E, sempre a proposito del Professore, non risparmia qualche frecciatina quando si parla di trasparenza: “Non abbiamo costruito l’alleanza di centrosinistra in una stanza chiusa. L’abbiamo fatto in mezzo al nostro popolo, con le primarie, […] che sono state il suggello di un impegno reciproco, di un progetto trasparente. […] Tocca al Centro dire ora che strada vuole prendere”.
Bersani rimprovera a Monti anche la scelta di aver incaricato Enrico Bondi di selezionare le candidature per le liste centriste: “Mi pare una sgrammaticatura istituzionale piuttosto seria, e non accettabile. Non si utilizzino figure istituzionali (Bondi è stato consulente del governo per la spending review, ndr) per ruoli di partito”.
Casini: "Dal Pd una doppia morale" - L’attacco di Bersani a Mario Monti, e in particolare a Enrico Bondi, non va giù al leader dell’Udc Pierferdinando Casini (che del premier è ormai un alleato): "Quando Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia, si candida con il Pd risponde a 'un imperativo morale'. Quando Enrico Bondi accetta di contribuire a un lavoro di accertamento sulla trasparenza delle candidature di un nuovo soggetto politico commette 'un vulnus istituzionale'. No, caro Pier Luigi, questa doppia morale non mi convince e mi induce a più amare riflessioni: il Pd non vuole un'area centrista competitiva e scomoda perché preferisce il vecchio ed eterno scontro con Berlusconi, diventato avversario di comodo".
Bersani lascia però porte aperte a una futura alleanza - Nel colloquio con Repubblica, Bersani (sempre convinto che “non si governa con il 51 per cento”) sembra lasciare comunque aperto uno spiraglio per il Professore: “Per il cambiamento, tutte le forze democratiche, liberali e moderate devono sentirsi impegnate a una fase costituente. Solo così si affronta la situazione difficile del paese. Si può affrontare solo se le forze progressiste e di centro possono collaborare”.
Primarie per i parlamentari, si vota in 11 regioni – Intanto il Partito Democratico ha affrontato in questo fine settimana le primarie per scegliere i parlamentari. In quasi 1500, tra big e volti meno noti, si sono presentati per entrare nelle liste del Pd in una sfida "ai limiti dell'impossibile", come lo stesso Pier Luigi Bersani ha ammesso per lo sforzo di volontari e aspiranti onorevoli. Si è votato sabato 29 dicembre in nove regioni e domenica 30 dicembre nelle altre 11. In totale 6 mila seggi con 50 mila volontari a gestirli (qui le interviste ad alcuni elettori).
Il verdetto delle primarie ha sancito la vittoria di Rosy Bindi a Reggio Calabria mentre è arrivato solo quarto a Bergamo il renziano Giorgio Gori. Successo tra i 30enni e i 40enni in Lombardia. Trionfo di Pippo Civati a Monza-Brianza.